“Sce no cange ‘u vinte qua rumane tutt’ uguale” Il ritorno di Fido Guido

di Greta Marraffa

Una miscela di rabbia e sentimento, incorniciati da un senso di riscatto e di ribellione, caratterizzano il nuovo album “Realtà e cultura” del cantautore tarantino Fido Guido. Guido De Vincentis, in arte “Fido Guido”, torna ad infuocare ed accendere le coscienze attraverso le parole pungenti e affilate delle sue canzoni. Il dialetto, protagonista dei suoi versi, racconta e descrive la realtà amara della sua terra. E sembra quasi di gustare il sapore di quelle note, che si incontrano e non stonano, che diffondono un messaggio universale. Il calore della sua voce tenta di rappresentare il disagio e il malessere di tanti giovani, uomini e donne che sopravvivono a questa realtà ingiusta e grigia.
“Il mio lavoro sul territorio,tenta di valorizzare e rafforzare la nostra identità; “il mio intento è quello di fotografare la realtà che mi circonda, quello di trattare temi condivisi”. Guido è convinto: la sua militanza musicale e sociale caratterizza la sua vita. La sua musica diviene un vero e proprio “libro di antologia”. Guido sostiene che la sua arma è una penna e proprio in una sua canzone, ”Pistole”, rivolgendosi ai giovani dei quartieri incita e stimola alla ricerca di forme alternative per sopravvivere, denunciando tuttavia la deficienza di istituzioni e amministrazioni, la loro incapacità di riuscire a rapportarsi e comunicare con certe realtà.
E così la cultura “legge la realtà in maniera differente, emancipa e libera: per troppo tempo ci hanno disabituati a PENSARE”.
Il dialetto che rappresenta la sua terra arriva a “tutte vanne”, un linguaggio universale: romantico, nostalgico. E’ tutto lì, in quella valigia di ricordi, è tra le onde del mare, è nel colore rossastro del cielo di questa città, è tra quelle ciminiere che sputano fuoco, è nei volti dei ragazzi di quartiere, è nelle lacrime di una giovane donna di fronte alla morte del proprio caro, ammalato di tumore. E “quella polvere che respiriamo, inquina le nostre vite, le nostre menti”.
Fido Guido sostiene caparbiamente che il vero inquinamento da abbattere è quello culturale. Questa realtà, caratterizzata dalla cultura dell’acciaio, si abbandona a se stessa, dimenticando le sue ricchezze e le sue qualità. “Credo nella realtà dei talenti, nella verità che emerge dagli occhi curiosi dei bambini del quartiere che rintracciano nella musica mezzo di riscatto e di rivoluzione”. Guido per la realizzazione del suo album ha coinvolto grandi e “piccini”,dando spazio nella canzone “Abbashe a nuje”ad Emanuele Benefico, in arte BIG LELE, un ragazzo che da tanti anni collabora attivamente alla realizzazione di pezzi musicali nello studio di registrazione, insieme al cantautore tarantino.
Fido Guido oltre ad essere un’artista è anche un ragazzo come tanti, cittadino tarantino. “Sarebbe stato semplice andar via da qui, fare la valigia e cercare qualcosa di più dignitoso, ma c’è qualcosa che mi lega a questa terra: un forte senso di appartenenza e di responsabilità”.Egli rappresenta un punto di riferimento, un “faro” per tanti, tantissimi. La sua voce entra nelle case e nei cuori di tutti: la sua musica fa rumore e sconvolge gli equilibri,racconta verità che non si ha il coraggio di divulgare.
Sul palco e tra la gente, Fido Guido diffonde messaggi di fratellanza e d’amore: incita ad essere uniti, in una terra così frammentata. Chiedo a Guido se questo suo senso di responsabilità,arrechi al suo animo parecchie frustrazioni. Guido abbassa lo sguardo e risponde così: “ho sempre pensato che essere coerente e dire la verità comporti dei sacrifici. Subisco spesso critiche: alcune costruttive, altre prive di intenti propositivi; io vado avanti… io continuo a cantare perché per me è come respirare; lo faccio soprattutto per tutti quei cuori persi e smarriti,per una città che chiede di prendere parola ed io quel megafono sono sempre pronto a porgerglielo.”

“E ora cancelliamo quello che il passato ci ha lasciato,tutti i guai che ci ha lasciato,
cambiamo modo di pensare,è un diritto che dobbiamo rivendicare” ( Polvere, 2011 Fido Guido)