Il silenzio delle donne

di Greta Marraffa

Il panorama delle prossime amministrative a Taranto è quasi totalmente dipinto d’azzurro.
Il palcoscenico della politica nostrana, tra maschere e volti incipriati, si accinge ad ospitare una lista di aspiranti candidati a primo cittadino: tutti rigorosamente uomini.
Un’accesa campagna elettorale composta da manichini e fantasmi del passato, riesumati e riciclati.
Ed Ecco che i protagonisti di quest’avventura alternano rigorosamente sorrisi e promesse, strette di mano ed abbracci dimenticando che la collettività, loro malgrado, possiede un ferrea memoria.
In sintesi :la solita vecchia storia. Ma l’elemento che più desta scalpore è “l’assenza rumorosa” di una rappresentanza femminile ad ambire alle camere del potere.
Se una speranza di sentire il rumore del “tacco 12” potevamo averla con la presenza della porno-diva Luana Borgia, dopo le sue dichiarazioni di addio dalla scena pubblica, ora si assiste alla solita, bigotta e noiosa narrazione.
La domanda sorge spontanea: da cosa è scaturita l’assenza femminile alla presa del “palazzo bianco”?
La questione della presa di parola femminile, riconoscibile come avente origine dalla differenza sessuale, solleverebbe anche la questione di cosa avverrebbe nella politica comune, qualora divenisse rilevante: cosa accadrebbe infatti se le donne, oggi, partecipassero alla vita politica parlando un linguaggio nuovo in cui risuoni la differenza sessuale e la forza femminile come capacità e competenza di contenere la molteplicità?
Questo tipo di approccio comporterebbe inevitabilmente un nuovo modo di concepire la democrazia: un laboratorio e percorso politico non finito e concluso, che non coincide con l’estensione di diritti e l’assimilazione rispetto a un modello di valore accettato e mai discusso.
In questi termini trovo di grande efficacia le parole di Carla Lonzi: ”Detestiamo i meccanismi della competitività e il ricatto che viene esercitato nel mondo dell’egemonia dell’efficienza. Noi vogliamo mettere la nostra capacità a disposizione di una società che ne sia immunizzata”(Manifesto di Rivolta Femminile).
Il cambiamento, insito nel modo di concepire la politica, non solo come strumento asservito ad interessi egoistici o inclini a propri desideri ma come “relazione” e condivisone ,condurrebbe inevitabilmente ad un rimescolamento dei ruoli e delle parti da tempo ormai del tutto sedimentati.
Il rifiuto di modelli di potere asserviti a logiche di mercato e di profitto generano un senso di dissenso e di allontanamento dal modo comune di concepire la politica, ed allora anche noi donne manifestiamo la nostra sensibilità e la nostra forza scagliandoci contro certi dogmi o strutture verticistiche di sedimentazione del potere.
La politica della corsa affannata alla ricerca del benessere è sostituita da un modo , un pensiero e una pratica politica centrati sul legame in quanto tale, in cui ad essere centrale non è l’individuo e il suo egoistico interesse o la sua libertà, né il NOI collettivo in cui le singolarità vengono assorbite, ma l’atto stesso di istituire legame ,la relazione fra i singoli.
Rifiutando e mettendo in discussione noi stesse, intendiamo scrivere una nuova storia. Un narrazione che ci ha visto per lunghi anni assenti dalla compagine sociale, rilegandoci nell’arduo ruolo di angeli della casa e protettrici del focolaio familiare.
La presa di parola pubblica trasforma le nostre esigenze e il nostro rumore in: voce, concretezza e creatività.
La politica della differenza rifiuta la trappola dell’uguaglianza, una gabbia che per decenni ha continuato a normarci e a classificarci. La nostra autenticità è racchiusa nei colori di un giardino colmo di fiori colorati: tutti diversi, ognuno con il suo profumo e la sua forma.
La differenza ,quindi, è un principio esistenziale che riguarda i modi dell’essere umano, la peculiarità delle sue esperienze, delle sue finalità, delle sue aperture, del suo senso dell’esistenza nella situazione data e nella situazione che vuole darsi.
E proprio qui nel capoluogo ionico, in uno dei più “caotici” laboratori politici del meridione, si assiste ad un’assenza che pesa come un macigno, soprattutto tra i sostenitori delle politiche di genere legate alle “quote rosa”.
Credo sia davvero impossibile riuscire ad indentificare dietro ad un solo volto la complessità del genere femminile: le donne in questa città sono attive ed invadono le piazze, liberano spazi abbandonati e quotidianamente lavorano e studiano cercando con estrema difficoltà di costruire un futuro a loro misura, puntando sulle proprie contraddizioni e sulla bellezza delle proprie debolezze.
Il mio intento non è quello di dar voce a questa categoria, le mie parole non pretendono di trovare riconoscimento e legittimità: la complessità delle nostre esistenze non ha una sola voce.

6 Comments

  1. Anonymous March 26, 2012 4:49 pm 

    Premetto che non sono a Taranto in questo periodo e quindi non seguo le vicende politiche che vi si svolgono; per cui non ho ricette, nè formule da proporre per rispondere alle domande – esplicite o sottintese – di questo bell’articolo, opportuno e… dolente. Credo che alla fine tutto giri intorno al quesito iniziale: ‘da cosa è scaturita l’assenza femminile alla “presa del palazzo bianco”?.
    Ecco, penso che, fino a quando non sarà chiaro il motivo per cui le donne non mostrano coraggio e forza sufficienti a ‘proporsi’, le loro capacità, l’impegno, la perseveranza del loro credere nella necessità di un cambiamento vero, non troveranno realizzazione.
    Resta sacrosanto quello che scrivi in merito alla pluralità e ricchezza di eventuali presenze femminili – non da relegare in quote rosa, ma da apprezzare e sostenere per il loro valore come persone-
    Complimenti per il tuo impegno!

  2. Anonymous March 26, 2012 4:51 pm 

    ps. Anonima??? No, no…sono Enza Simone. Ciao Greta :-)

    • Anonymous April 8, 2012 1:35 pm 

      (ripropongo il commento, che ho messo la mciaahenontipilce per intero e mi sa che me lo cancella)Condivido in toto i commenti.Se in un romanzo mi rifilano castronerie sulla subacquea, me le bevo (hihi) come se niente fosse, non sapendone niente. Ma quando leggo (su romanzi, riviste, giornali etc etc) le castronerie che scrivono su cavalli ed equitazione fumo anche io! E sapessi quante non ne dicono

  3. Anonymous March 30, 2012 9:40 am 

    Ciao Greta, sono nata a Taranto vivo e lavoro in questa città che tanto amo e vorrei mettere a disposizione il mio impegno e le mie capacità a favore del cambiamento e soprattutto a favore delle famiglie perchè penso che il problema fondamentale del mancato impegno anche politico delle donne sia la mancanza di strutture adeguate a supportare le famiglie.
    Oggi purtroppo se sei una mamma lavoratrice non puoi scegliere di ‘partecipare’ attivamente. Le possibilità sono dimezzate se non hai un impiego, infatti la maggiorparte delle donne impegnate nel sociale ha un età media di 50 anni oppure una grande disponibilità economica…
    Grazie e complimenti davvreo un bell’articolo!

    Complimenti

    • Anonymous April 8, 2012 3:13 am 

      Licia hai centrato il punto. Sono pnarettfmeete d’accordo con te. Combatto da sempre contro questi atteggiamenti, se e8 per questo e8 una delle cause che mi sta pif9 a cuore, perche9 parliamo di uguaglianza e questa e8 una delle cose pif9 sacrosante di questa Terra. L’atteggiamento sessista e8 molto diffuso purtroppo fra i trogloditi, perche9 cosec li si puf2 solo definire, e sono stata gie0 molto gentile, il fatto e8 che sembra che nessuno sembra sia capace di accorgersi di questo e cif2 e8 estremamente irritante oltre che assurdo. Pensa cosa mi e8 toccato sopportare ieri, io per l’ultimo anno delle superiori devo effettuare un tirocinio in una casa di riposo e mi e8 toccato sentire un vecchio ignorante, perche9 cosec lo si deve definire, dire che le donne non sono niente senza gli uomini, che non sanno fare nemmeno le mamme senza un uomo accanto e questo e8 quello che sono riuscita a sentire prima che la rabbia, lo schifo, l’assoluta ripugnanza verso quella sottospecie di uomo mi assalisse. Molte volte, sempre con mia crescente rabbia, noto che molti uomini hanno atteggiamenti sessisti ora non voglio ASSOLUTAMENTE fare di tutta l’erba un fascio, lungi da me, so benissimo che esistono Uomini davvero straordinari, Uomini veri ma a parte questi molti altri, come dicevo, senza accorgersene addirittura hanno questo tipo di atteggiamento, cif2 e8 preoccupante poiche9 indica che certe orripilanti convinzioni maschiliste sono incredibilmente radicate in certe persone. Ma tutto cif2 lo dimostra anche e purtroppo la stessa societe0, la TV (che sempre pif9 odio),per esempio perche9 ci devono SEMPRE essere delle donne quasi nude in OGNI cavolo di programma?! A cosa servono?! Perche9 non si capisce che queste donne rappresentano soltanto una pubblica offesa al sesso femminile?! Ma soprattutto perche9 queste donne buttano via la loro dignite0 in quel modo, perche9 fanno il gioco dei viscidi, per soldi? allora mi viene in mente solo un termine Lo stesso nominativo sesso debole e8 dispregiativo! Basta, io questa cosa la vivo davvero molto male, perche9 e8 una cosa grave e non ce ne si rende nemmeno conto! Perche9, per esempio, capita che le donne che vogliono far parte dell’esercito vengano derise?! Le donne purtroppo nel corso della storia non hanno avuto la semplice e giusta possibilite0 di accrescere le proprie capacite0, perche9 ignoranti convinzioni gliela precludevano sempre, obbligandole ha svolgere le solite e alle volte degradanti mansioni. e9 a causa di cif2 che oggi ci sono molti stupidi pregiudizi. Ma ora basta. E per quanto mi riguarda gli uomini che pensano che atteggiamenti come questi non siano cosec gravi e non siano una pesante offesa per le Donne e che ci si possa persino ridere su, sono uguali ha quelli che questi atteggiamenti li hanno. Esseri viscidi, NON Uomini. Esseri che credono che la donna sia solo un pezzo di carne, questo e8 razzismo, semplice razzismo, se si aguzza il cervello lo si capisce subito, e8 evidente, una delle tante ripugnanti forme del razzismo. Cosec come alcune persone secoli fa credevano che un colore differente di pelle potesse determinare inferiorite0, questi esseri pensano che un sesso diverso possa determinare inferiorite0. Razzismo, ecco cos’e8. E chi pensa che stia esagerando vuol dire che non ha aguzzato abbastanza il cervello. Basta mettersi nei panni degli altri per capire, solo che al giorno d’oggi questo non va molto di moda evidentemente. Donne e uomini sono UGUALI e persone come Vespa, mi schifa solo il fatto di scrivere il suo nome, non sono Uomini ma viscidi esseri rivoltanti, ignoranti e schifosi che rappresentano un’offesa per gli Uomini VERI. Una Donna e8 un’insieme di infinite cose cosec come un uomo, ognuno a modo suo, ognuno nella sua originalite0 e unicite0 e entrambi meritano lo stesso, identico e doveroso rispetto, ma chi questo non lo capisce non merita nessun tipo di rispetto, dovrebbe solo imparare che col tempo l’umanite0 (e non gli uomini perche9 non esistono solo gli uomini al mondo e il termine uomini NON puf2 indicare anche le donne) col tempo DEVE evolversi.

    • Anonymous April 10, 2012 12:44 am 

      Esiste una strana irosunzpene ideologico/razionalistica in merito al funzionamento del cervello umano: differentemente da qualunque altro organo sembra che non possa essere irrimediabilmente compromesso da azioni altrui. Invece si sa che per indurre un cervello a perdere la sua funzione precipua, ovvero ragionare, basta assai poco. In sintesi e in chiaro: far diventare matto il proprio marito/moglie o compagno/a non ci vuole poi molto: basta violare tutte le regole base della relazione umana (es.: portargli via ogni affetto, ogni dignite0, ogni espressione positiva di se8, ogni bene con una falsa accusa di violenza), vivere in un contesto culturale che interpreta queste violazioni come giusto atto di liberazione dal male e in un sistema e in una prassi giuridica che impone queste tremende violazioni, di ogni sacrosanto sentire umano, come norma di legge con la forza cogente di carabinieri e polizia. Questa si chiama violenza istituzionalizzata e nella Storia la violenza fattasi istituzione si e8 sempre avuta quando un\’ideologia ha preso il sopravvento sulla realte0 ed e8 diventata legge e imposizione di Stato. Quando una ideologia si incarna nell\’azione di uno Stato, questo diventa totalitario. Oggi il femminismo e8 l\’ideologia che ha istituzionalizzato la violenza, e come sempre quando si istituiscono regimi totalitari, la parola d\’ordine con cui si istituzionalizza la violenza e8 sempre uno slogan contro la violenza. Dall\’ Arbeit macht frei che campeggiava all\’ingresso dei campi di streminio nazisti, ai Campi di rieducazione del comunismo, fino alla stupefacente violenza che in nome della Non violenza il regime femdominista sta progressivamente inserendo e attuando in ogni aspetto delle relazioni personali tra femmine e maschi, tra genitori e figli: infiniti sono gli esempi in tsal senso. I padri e i maschi che uccidono e si uccidono, le madri che uccidono ( a milioni!) i propri figli nel proprio ventre, ecc. ecc., ecc., sono figli diretti della violenza istituzionalizzata frutto del femminismo trasformatosi in femdomismo.Tempo fa leggevo di un esperimento in un lager nazista: a dimostrare che non c\’erano regole naturali ma solo culturali, e il superuomo ariano poteva fare quel cavolo che voleva, impose ad alcuni prigionieri, uomini e donne la violazione di tutti i tabf9 umani relazionali. Conclusione: impazzirono tutti. Accade anche oggi, ma su scala planetaria, a dimostrare che la superdonna, il nuovo essere superiore, e8 al di le0 del bene e del male. Anzi le e8 riconosciuto il potere di chiamare male il bene e bene il male.

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