Si ascoltino i giovani di Bengasi

di Domenico Cinquegrana

Alcune cose mi sfuggono di mente…perché spesso le parole e i pensieri volano e si susseguono senza una coerenza logica…e ci si sente smarriti dinanzi ad accadimenti più importanti di noi.
So bene che, dinanzi alla tragedia della guerra, polemizzare ed esprimere le proprie opinioni dinanzi ad un pc è relativo, spesso irrispettoso.
Ma ho ancora in mente il grande entusiasmo ed ammirazione con i quali i giovani sinistrorsi italiani hanno guardato alle ribellioni del nord africa degli ultimi mesi. E questo, sia per una vicinanza anagrafica e sia per un profondo sentimento di invidia che ci ha coinvolto nel vedere alcune immagini. Ciò che, probabilmente, non riusciremo a fare noi sono riusciti a farlo coetanei a poche centinaia di chilometri di distanza. Senza dubbio, le condizioni sociali e politiche del nord africa non sono paragonabili alle nostre…ma parliamoci chiaro, la nostra è una generazione che non ha alcuna possibilità di emergere, perché non ha i mezzi e non ha, intimamente, la voglia.
Bene, i nostri coetanei africani la voglia e la forza l’hanno dimostrata…ma, dopo un primo periodo gioioso e veemente, si sono dovuti scontrare con la massima espressione del Potere: il denaro. Quel denaro che ha permesso a Gheddafi di pagare migliaia di mercenari, sanguinari e senza scrupoli, grazie ai quali il dittatore ha riconquistato le città governate dai ribelli. Ad una difficoltà simile, i nostri coetanei ci hanno chiesto aiuto, si sono appellati all’ONU e alla comunità internazionale.
A domanda è seguita una risposta…la risoluzione 1973 che legittima la comunità internazionale ad utilizzare tutte le azioni necessarie per salvaguardare le popolazioni civili e la libera espressione democratica del popolo libico…
Ma torniamo a noi…eravamo rimasti dalla parte dei ribelli…ma allo sganciarsi delle prime bombe ecco riaffiorare il solito vizio di noi giovani sinistrorsi (me per primo). Voltare le spalle ai nostri fratelli africani e insabbiarci nella retorica dei principi pacifisti. E giù con l’art.11 della costituzione, con l’analisi dei motivi che ci hanno spinto ad intervenire militarmente (che scoperta!) e con la grande, enorme e illusoria speranza che dittatori come Gheddafi si possa destituire con le pacche sulla spalla.
Questa volta l’azione militare ha una legittimazione internazionale e, se dovesse rispettare i limiti imposti dalla risoluzione ONU, va sostenuta…perché è negli occhi dei giovani libici, in festa alla notizia dell’aiuto internazionale, che si ritrovano gli occhi dei partigiani all’arrivo degli americani in Italia. Occhi che noi non abbiamo mai avuto…