Ognuno per sé, Dio per tutti

Farsi votare dallo “spread” non è stata una buona idea, come volevasi dimostrare. Dietro il termine “spread” non si nasconde un animale mitologico, ma un certo numero di portatori d’interesse ben remunerati e dall’aspetto umano che si insinuano nelle crepe di un sistema politico volutamente fragile. E’ dal conflitto d’interesse tra politica e finanza (1), infatti, che si sviluppa l’ideologica illusione della supremazia del “privato” sul “pubblico”. Illusione da propinare ai poveri cristi per eliminare i brandelli residui di Welfare; questa illusione diventa magicamente certezza (di introiti ed affari a rischio zero) per i mandanti dei guru che dispensano assiomi privi di senso logico. Bastano pochi lustri di “socialdemocrazia”, di “concertazioni mal concertate” affinché l’idea che il “pubblico” sprechi ed che il “privato” massimizzi l’utilità e l’efficiente allocazione delle risorse ipnotizzi l’opinione pubblica e torni ad essere vulgata: è sufficiente andare in televisione ed occupare tutti gli altri mezzi di informazione a dir poco disattenti e compiacenti al padrone – controllare, please, la composizione dei Consigli di Amministrazione dei quotidiani nazionali a maggiore diffusione
Basterebbe ricordare il solo caso Alitalia per dimostrare che il privato è capace di distruggere risorse pubbliche ad un ritmo molto più sostenuto rispetto allo Stato e con un impatto sociale terrificante: la differenza grossa è questa !!! Quando poi il protagonista di un tale capolavoro è il nostro eroe Passera, cioè colui che deve occuparsi della nostra politica industriale, io mi preoccupo (2).
Scopriamo così di avere un Presidente del Consiglio “tecnico” che va in televisione appena può a mostrare grafici come un Berlusconi qualsiasi – stasera è da Fazio [questo articolo è stato scritto la mattina del 08/01/2012 ndr] – e, da consumato animale della politica, tiene una conferenza stampa post manovra da quasi 3 ore (diconsi tre ore) in cui elude con battute molto british – ma prive di contenuto – le domande scomode di pochi giornalisti e riesce a dire niente (zero) sulle prospettive di crescita del nostro paese dopo avere inferto una dura punizione a pensionati e lavoratori dipendenti e non. Se la cava sostenendo che la necessaria manovra pone il nostro paese in sicurezza e non bisognerà intervenire nuovamente «in condizioni normali di mercato». Essere presi sobriamente in giro da un “tecnico” fa un certo effetto: c’è bisogno di un professore della Bocconi per capire che le condizioni di mercato sono molto anormali da un bel po’? Insomma: garanzie zero. L’unica certezza è che si privatizzerà di tutto di più e si liberalizzerà di tutto di più. Sulla seconda opzione sono d’accordo, ma se le liberalizzazioni somigliano a quelle effettuate nel ramo assicurativo italiano….. Questa è la fase due, soprannominata “Cresci-Italia”, dopo la fase uno denominata “Salva-Italia”. Un accademico settantenne che parla per slogan (suggeriti forse da Passera, uno che di slogan se ne intende) fa una certa impressione…….
Dopo qualche giorno, appunto, abbiamo scoperto che anche per Monti la salvezza del nostro paese non dipende da noi: Siderlandia lo aveva anticipato attraverso gli occhi disincantati di chi ci osserva dall’estero (http://www.siderlandia.it/?page_id=2795, http://www.siderlandia.it/?page_id=3175) ed il buon Passera ci ha detto due giorni fa che l’Euro è in pericolo. Ma va!? Lo vanno dicendo da mesi tutti gli economisti e tutti gli addetti ai lavori in tutte le salse – e lo aveva detto lo stesso Ministro qualche mese fa quando era AD di Intesa Sanpaolo. Anche il nostro grande debito pubblico, sicuramente ingigantito da dissennate politiche di gestione familiari, dipende essenzialmente dalla necessità di attrarre capitali nel nostro paese quando l’Italia è dovuta uscire dal “serpente monetario europeo” nel 1992: anche lì il nostro paese fu attaccato dalla speculazione cinica e bara e, con tutte le manovre di questo mondo e con tutte le privatizzazioni dissennate di allora, fummo comunque costretti a intraprendere politiche concettualmente diverse rispetto alle manovre lacrime e sangue. Ci salvò solo una brutale svalutazione della lira e i sacrifici economici di milioni di cittadini italiani furono i-nu-ti-li nel senso che non furono questi sacrifici a farci resuscitare; le appropriazioni private di industrie e servizi pubblici furono invece utilissime per le tasche di chi si assicurò partecipazioni lucrose nei gioielli di Stato. Ora ill “privato” siede direttamente sulle poltrone della plancia di comando……fate un po’ voi! Intanto “privatizziamo”, poi si pensa !!! In assenza di protezione sociale laica ci rimane solo la Chiesa: le Caritas sono allertate!!!
Ognuno per sé e Dio per tutti… (R.P.)

1: Luciano Gallino, Finanzcapitalismo

2: http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/08/24/l%E2%80%99altro-giorno-tomo-tomo-cacchio-cacchio/52474/