Il gps sul Calesse: l’epopea “facebookiana” dei politici tarantini.

di Andrea Cazzato e Serena Miccoli

“C’hanno detto che abbisogna parlare ai giovani”; sembra questa la motivazione che ha spinto la politica tarantina, spettatrice dell’appetitoso clamore che politici internazionali e nazionali hanno ricavato dalla “Social Sfera”, ad affacciarsi timidamente sui “nuovi” social network. In particolare su Facebook, ritenuto il più importante del “settore”.
Ed ecco infatti una nutrita schiera di politici tarantini, improvvisati cybernauti, impegnati, in prima persona o tramite scriba, ad aggiornare profili, pubblicare note, rispondere, controreplicare, azzuffarsi o semplicemente sbirciare ciò che sui social media circola sul loro conto.
Ma non tutti utilizzano lo strumento alla stessa maniera. In effetti questi siti permettono un uso diverso; a propria esigenza, potremmo dire. C’è infatti chi “apre un profilo” per pubblicizzare un prodotto, oppure un gruppo musicale, chi invece vuol condividere col mondo le sue impressioni. Ed è proprio questa la rivoluzione culturale più importante degli ultimi anni: la possibilità di comunicare e condividere i propri pensieri con un platea molto più vasta del solito angolo di Hyde Park. Non siamo qui ora a farvi il “pippotto” sui termini in voga tipo “peer to peer” (o p2p), “twittamelo”, “linkamelo”, “taggami”, ecc. per rispetto nei confronti del lettore e della sua sanità mentale (non osiamo pensare ad un uomo di soli 20 anni fa catapultato nei nostri giorni). Con questo pezzo abbiamo solo l’ardire di analizzare l’uso che i nostri politici locali fanno del nuovo mezzo di comunicazione, coi loro pregi e difetti.
Certamente, alla categoria “ uso antico di una tecnologia nuova”(cit. Castells) appartengono coloro i quali, dalle proprie pagine Facebook, pubblicano unicamente comunicati stampa; spesso non si capisce se a gestire questi “profili/ripetitori”, siano i politici stessi, in un atto di “alto filantropismo”, o sia qualche anima pia per loro. Esempio di questo caso è senz’altro il Consigliere Pietro Lospinuso, al quale si attribuiscono due profili “ufficiali” ed innumerevoli fan pages create da utenti provenienti da ogni angolo della vastissima provincia, il cui ultimo aggiornamento risale al giorno successivo alle elezioni (o giù di lì).
Poi ci sono gli “informati”, anche se la tentazione di appellarli come “spioni” è tanta: li riconosci perché non scrivono mai, accettano vagonate di amicizie per volta e, talvolta, fanno gli auguri di buon compleanno a qualche fortunato “amico”; semplicemente leggono il comunicato, la nota, l’articolo o la battutaccia del collega sugli altri o il proprio partito.
I più integrati nel sistema dei social network, sono senz’altro, i “guerrieri”; basta una battuta, un articolo che non aggrada, un congresso congelato o una voce fuori dal coro, e questi politici sfoderano le sciabole, intervenendo nei commenti dei simpatizzanti/elettori/tesserati, per dare sfoggio di tutta la propria veemenza lessicale, forse convinti di partecipare al peggiore dei talk show o, peggio, sicuri che nessuno li legga. Il feroce atteggiamento trova la sua più particolare espressione negli interventi di molti esponenti, noti e meno noti, del Pd jonico, dai quali si evincono, irrimediabilmente le divisioni in correnti (vedesi Lemma, Capriulo, Generazione Democratica e chi più ne ha più ne metta).
Fra i ben integrati ci sono anche gli “spammers a bestia”: quelli che ti taggano su ogni foto, video, post di loro interesse: segnalati, per questa inclinazione, Mimmo de Padova, su argomenti riguardanti l’aeroporto di Grottaglie, e Sabrina Sabatelli, schierata con il Consigliere Patrizio Mazza e sempre pronta a “coinvolgerti” nell’ultimo articolo riguardante l’Ilva, o in cui il Dottore è citato.
Come dimenticare poi gli “idolatri”, tra cui spicca prepotentemente il figliol prodigo, Mario “Sound of Silence (S.R.©)” Cito. Carico di immagini, interviste ed esternazioni del passato e del presente del padre Giancarlo, Cito junior è a capo di una setta di tarantini dedita alle sedute spiritiche per far tornare in vita l’epoca del sindaco sceriffo. I nostalgici (e mai termine fu più appropriato) gestiscono numerose pagine su Facebook ed è il loro amore carico di frasi mai banali come “Cito Sindaco” o “Fann tutt schif, ma no tu Giancà!”, che fa degli “idolatri” una categoria quasi irripetibile nel panorama cittadino.
Quelli che “profumano di elezioni” sono i migliori di tutti: contribuiscono a creare la “monnezza cibernetica” con pagine di sostegno, pagine di sostegno al sostegno, che diventano veri e propri book fotografici: contenitori di foto sia del candidato – o aspirante tale – in stile Mulino Bianco (nei paesi) oppure con sfondo Ilva (di moda a Taranto), sia di strade disastrate e cassonetti incendiati: immagini che si perdono nella memoria, puntualmente, il mercoledì dopo le elezioni.
Di “eletti silenti” dopo la tornata elettorale ce ne sono tanti e il loro silenzio è assordante rispetto al chiassoso e affannato aggiornamento del profilo in periodo elettorale. C’è chi, però, comunica con l’elettorato. Aprendo il profilo del consigliere Chiarelli (Pdl), gaudente per aver raggiunto “numeri impensabili” nel tesseramento(2? 3?), si legge un “attendo segnalazioni e consigli per condividere con tutti la mia attività di consigliere regionale. Ritenetemi SEMPRE a vostra disposizione!”, che raccoglie 9 “Mi piace” e… 0 consigli.
Ulteriore categoria, anche se propriamente composta da “vorrei ma non posso” o politici in erba, è quella dei “leoni da tastiera”. Questi personaggi, nel triste tentativo di consolidarsi come “opinion leader” o meglio ancora come “opinion maker”, lanciano dai loro profili Facebook battaglie di ogni genere, a volte giuste ma altre volte palesemente per “farsi notare” da qualche vip cittadino, che possa prendere in considerazione le proprie esigenze. Di questi vorremmo evitare di fare nomi, sia per mancanza di spazio che per l’imbarazzo che proviamo nel nominarli.
Una categoria speciale vogliamo però inserirla; è quella degli “umoristi”: coloro i quali, poco inclini all’analisi politica seria, hanno creato delle pagine-burla per prendersi gioco dei nostri vari politici. Ricordiamo, tra queste, “Vidìme: stu caur’ ten cchiù fanz di Giancarlo Cito?”, di cui ci accolliamo la paternità e la maternità.
Molto più apprezzabili e più seguiti i profili di associazioni come Donne Per Taranto, Filonide e la Città di Taranto, Cloro Rosso Taranto ed altri, che risultano molto più vitali e più partecipativi dei profili dei nostri politici.
In ultimo non ci è stato possibile rimanere indifferenti davanti all’exploit comunicativo del nostro Sindaco, che in barba ai timori degli ultimi anni, ha iniziato con veemenza (è roba di questi giorni) un utilizzo virale della sua pagina Facebook. Se infatti, prima, il nostro primo cittadino si limitava, ogni morte di Papa, a pubblicare sul suo profilo comunicati stampa o iniziative di grosso rilievo, da una settimana a questa parte lo vediamo in tutte le posizioni plastiche dello scibile umano, oppure lo apprezziamo come “novello San Francesco” mentre dialoga con i cani. Ezio Stefano, però, non può essere considerato come un appartenente alla categoria “profumo di elezioni”. Infatti non si accontenta di usare solo un social-network; nel giro di qualche giorno eccolo apparire anche in Twitter e in MySpace, per la gioia degli utenti. Ricordiamo al sindaco, se non l’avesse già saputo, dell’esistenza di Google +. Probabilmente la sfida con Pelillo, anch’egli su Twitter e Facebook, ha inizio, anche sui social network.