A decorrere dal primo Novembre, la Germania è il primo Paese europeo, secondo al mondo dopo l’Australia, a dare pieno riconoscimento e scudo legislativo alle persone intersessuali, comunemente definite ermafrodite. Il lungo percorso ha avuto inizio nel mese di Maggio con le prime disposizioni in materia, relative ai casi di intersessualità che, contrariamente a quanto si possa pensare, presentano un’incidenza piuttosto elevata nella popolazione infantile. La Germania concede ai genitori del neonato la facoltà di indicarne il sesso con la possibilità di manifestare l’opzione “in bianco”, nel caso in cui non sia possibile determinare il genere con certezza. Una volta adulto, il soggetto intersessuato potrà in piena coscienza cambiare il proprio status, tutelandosi da possibili discriminazioni e disagi, legati alla discrepanza tra corpo e status giuridico erroneo. L’innovazione di tale svolta legislativa risiede proprio nell’ autocoscienza, nella subordinazione di obblighi di legge (l’indicazione del sesso) ai tempi biologici individuali, relativamente all’ acquisizione di una connotazione sessuale ben definita.
Il Terzo Genere Intersessualità è un termine utilizzato per definire varie condizioni in cui può versare un individuo che nasce con cromosomi sessuali o genitali dalle caratteristiche intermedie. Anche se si parla di intersessualità come una condizione innata, gli aspetti anatomici dell’intersessuato non sempre appaiono al momento della nascita. A volte una persona non presenta caratteristiche intersessuate finché non raggiunge la pubertà, o finché non si trova a vivere un problema di infertilità, o, nei casi più estremi, ci si accorge della sua condizione solo dopo la morte e in seguito all’autopsia. L’accezione ermafrodita è ripresa dalla mitologia greca e deriva da “Ermafrodito”, figlio di Ermes e Afrodite, il quale, essendosi fuso con una ninfa, risultava possedere tratti fisici di entrambi i sessi. Focalizzando l’attenzione sull’innovazione legislativa in Germania, appare evidente la volontà di offrire una più vasta tutela ai generi sessuali, che comprendono un ventaglio di identità ibride, di specificità a cui dar valore ed espressione attraverso un primo riconoscimento, superando il classico dualismo uomo/donna.
Cittadinanza biologica La legge tedesca sul Terzo Genere ha uno squisito valore bio-politico, concetto che ancora oggi appare attraversato da una faglia semantica e da una tensione di fondo. Ma è la politica ad essere trattenuta da una vita che la imprigiona al suo invalicabile limite naturale; oppure è la vita stessa che resta preda di una politica tesa ad arrestare la sua forza innovativa? Non è compito di questo articolo elaborare risposte filosofiche, ma evidenziare il ruolo del bios e dunque della presa in carico della vita da parte della politica, può certamente fornire input positivi per rivendicare un’altra forma di cittadinanza, ovvero la “cittadinanza biologica”. Il suo fine è giungere all’ abbattimento di quella precarietà esistenziale, pervasiva e frustrante, veicolata dalle politiche conservatrici fondate su un dualismo più culturale che naturale: il codice binario uomo/donna. La cittadinanza biologica è un concetto individualizzante, in quanto l’individuo modella il corso della propria vita in virtù di atti di scelta; e collettivizzante, poiché nel corso della storia si sono sempre organizzate forme di bio-socialità, ovvero comunità organizzate attorno ad un concetto biologico di identità condivisa (si pensi al movimento femminista per il diritto di scelta e difesa dell’aborto). Appare evidente quanto tali questioni siano inestricabilmente legate al concetto di salute pubblica, il cui valore universale non può essere subordinato alla sfera confessionale degli addetti ai lavori (politici, farmacisti e medici) e ad ordinamenti che non tengono conto del carattere liquido della sessualità e dei generi.
Ciò che è accaduto in Germania è parte di un processo complesso, articolato e non ancora concluso. Realizzare una società delle differenze di genere implica un grande sforzo culturale e cognitivo. Abbattere il muro del pregiudizio in un mondo fatto di accelerazione e velocità può essere la strada per una società diversa e migliore.