La Regione Puglia, per l’anno accademico 2015/2016, ha innalzato le soglie ISEE ed ISP da rispettare per la presentazione della domanda di borsa di studio. La decisione è stata presa per evitare che il nuovo metodo di calcolo dell’ISEE potesse ridurre notevolmente la platea degli idonei al bando ADISU.
Purtroppo questa misura non è bastata a tamponare gli effetti del nuovo ISEE, tra l’altro introdotto dal Governo senza una reale sperimentazione. Analizzando le graduatorie pubblicate sul sito dell’ADISU Puglia, in riferimento agli anni accademici 2014/2015 e 2015/2016[1] su base regionale si registra un calo degli idonei di circa il 21% fra gli iscritti agli anni successivi al primo, e di circa il 33% fra gli iscritti al primo anno: in tutto 3836 idonei in meno rispetto allo scorso anno.
A Taranto si registra un calo del 25% e del 37% degli idonei iscritti rispettivamente agli anni successivi ed al primo anno; in tutto si parla di 226 studenti che hanno perso la possibilità di percepire la borsa di studio e di usufruire delle agevolazioni sulle tasse universitarie (ovvero esonero totale e rimborso della tassa regionale versata all’atto dell’iscrizione).
Il commento di molti è “finalmente i falsi poveri smetteranno di prendere la borsa di studio”; in realtà il discorso non è così semplice perché il nuovo calcolo dell’ISEE non colpisce solo gli evasori, ma riguarda tutti indistintamente, facendo figurare più ricche le famiglie nonostante non ci siano stati cambiamenti dal punto di vista economico. E’ evidente quindi che c’è qualcosa che non funziona; oppure l’obiettivo era proprio quello: cambiare il metodo di calcolo in modo da avere meno idonei a cui erogare la borsa di studio – del resto è il metodo più semplice per eliminare il problema della mancanza di fondi per il Diritto allo Studio.
Va poi considerato che l’ISEE è il parametro che viene utilizzato per il calcolo delle tasse universitarie, quindi gli studenti si ritroveranno inevitabilmente a pagare delle rate più alte a fronte di una costante diminuzione dell’offerta formativa e dei servizi del Polo Jonico.
Questa è la situazione che si presenta un po’ in tutta Italia: Padova ha un calo del 40% sugli idonei; nel Lazio ci sono circa 11mila esclusi su un totale di 24mila domande presentate; in Toscana ed Emilia si registra rispettivamente un calo del 25% e 18%. Dati sicuramente allarmanti: ci sono studenti che senza la borsa di studio o il posto alloggio non sono in grado di continuare gli studi (ci sono molte testimonianze su questo gruppo FB), e per questo LINK ha lanciato campagna IO NON RINUNCIO! affinché vengano applicati dei correttivi per risolvere questa situazione.
Considerando anche la disattivazione del corso di Beni Culturali, questo anno accademico è cominciato davvero male per il Polo Jonico. Basti pensare che l’anno scorso il 17% della popolazione studentesca universitaria ha usufruito dei benefici ADISU: togliere anche le borse di studio significa provocare una ulteriore diminuzione degli studenti del Polo Jonico (negli ultimi anni c’è stato un calo di circa 1500 studenti).
In questa situazione potrebbe intervenire il Comune di Taranto, utilizzando l’ultima tranche dei fondi relativi al vecchio accordo di programma per erogare delle borse di studio – come in realtà è accaduto in passato -, ma a quanto pare i progetti son diversi.
Recentemente sulla stampa locale si è parlato di Master post laurea per il “miglioramento dell’offerta formativa”. La proposta lascia un po’ perplessi, considerato che si potrebbero usare quei fondi per questioni più urgenti, come il miglioramento della didattica dei corsi di laurea.
Un Master ha valore (cioè fa curriculum e da un valore aggiunto alla formazione dello studente) nel momento in cui viene conseguito in un contesto ricco di grandi (e soprattutto famose) aziende o Enti importanti, dove lo studente ha una vasta scelta per acquisire esperienza “sul campo”, e soprattutto l’imprenditore ha voglia di formare una persona per poi magari assumerla nella propria azienda (insomma un tipo di cultura imprenditoriale che nel nostro territorio è quasi inesistente). A questo punto c’è da chiedersi: chi pagherebbe per fare un Master a Taranto? E se anche ci fossero delle borse di studio, quale beneficio potrebbe trarre lo studente un Master organizzato alle condizioni appena descritte? E soprattutto, considerando i centinaia di Master sparsi in tutta Italia (sicuramente organizzati meglio di quanto si possa fare qui), il Polo Jonico riuscirebbe ad attirare studenti dalle province limitrofe?
L’unico modo per attrarre studenti a Taranto è agire sulle cose principali, cioè sui corsi di laurea. Questi presentano un bel po’ di problemi, considerato che ogni anno vengono disattivati esami, e ciò provoca difficoltà sia organizzative che formative. Infatti a volte si tratta di esami fondamentali per la preparazione degli studenti; tanto per fare un esempio: gli iscritti al vecchio corso di Economia e Commercio di Taranto devono recarsi a Bari per sostenere l’esame di Economia Politica II, perché è stato disattivato e qui non c’è nessun modo per creare la commissione d’esame. Ormai l’Economia Politica si studia in un unico esame, e questo per un corso di laurea basilare in Economia rappresenta un problema per la didattica se non c’è un altro esame dello stesso ambito. Infatti, dando uno sguardo ai piani di studio delle altre sedi universitarie pugliesi, si nota che se al primo anno c’è l’esame di “Istituzioni di Economia Politica” (esame unico, anziché due esami divisi in due anni); al secondo c’è comunque un esame simile come ad es. Politica Economica, Econometria, o Scienze delle Finanze (quest’ultimo è sparito dal piano di studi della triennale di Taranto già da qualche anno).
La qualità è tutto: da quella dipende la fuga di cervelli dalla nostra città e la capacità di attrarre studenti fuori sede: solo così si sviluppa una città universitaria. Considerato che il nostro territorio non è ricco di imprese ed enti nei quali si possa fare una formazione pratica, non è necessario spendere soldi in Master: basta creare più convenzioni per lo svolgimento delle ore di tirocinio previste dal piano di studi di ogni studente.
Resta aperta anche la questione di Palazzo Delli Ponti, restaurato in parte dal Comune e donato all’Università, la quale doveva portare a termine i lavori e creare sale studio per gli studenti, uffici per la segreteria, e la biblioteca per il Corso di Laurea in Beni Culturali (ormai disattivato).
Il palazzo è in stato di abbandono ed è stato danneggiato dai vandali. Bisogna chiarire se l’Università ha davvero intenzione di farci qualcosa, altrimenti il Comune deve decidere diversamente, cioè utilizzarlo per creare autonomamente uno spazio per gli studenti.
Il Sindaco ha nuovamente azzerato la Giunta. Ora resta da vedere se verrà nominato subito un assessore all’Istruzione, oppure se questa delega cadrà nel dimenticatoio (come accade spesso ormai). E’ necessario avere un assessore stabile e soprattutto competente: i problemi sono tanti e c’è bisogno di qualcuno che sappia lavorare con l’Università per il miglioramento delle condizioni del Polo Jonico.
[1] Il dato sugli idonei iscritti al primo anno è provvisorio, in quanto la graduatoria definitiva verrà pubblicata a fine ottobre. Tuttavia si può ritenere un dato attendibile in quanto tra graduatorie provvisorie e definitive non vi sono mai sostanziali differenze.