Prendi un concerto che fa millemila persone (non so il numero preciso, non sono né la questura, né la SIAE), e metti che ogni persona prende una birra*: risultato millemila birre.
Prendi adesso la quantità di bidoni dell’amiu sparsi per il concerto. Riescono a contenere millemila bicchieri? Forse no, a giudicare dallo strabordare di rifiuti che c’era a fine concerto.
Ma non è ancora questo il punto, perché il bicchiere, se sei un po’ allegro come spesso accade durante i concerti, può cadere e doverlo recuperare in mezzo a fango e persone che saltano può essere difficile. Oppure sei uno stronzo che li lascia volontariamente per terra, ma è un altro paio di maniche.
Ma ancora non ci siamo. Il problema è che hai un social media manager (il tipo che pensa e scrive i post per un’azienda)** che ha incentrato tutta la sua strategia a denigrare quelli che sporcano. Una specie di censore, o di Batman, ma comodamente da una scrivania e senza essere un supereroe.
Quindi succede che:
foto di bottiglia abbandonata, clic, post. E l’AMIU di Taranto viene sommersa dalle critiche.
Poi il post scompare e ne appare un altro.
Troppo tardi in ogni caso… L’hanno visto tutti e fa il giro della città. Inutile commentare, ma è interessante dare un’occhiata a tutta la pagina: la foto di copertina dice che la pagina sta per essere chiusa, come d’altronde informa un post di qualche mese prima.
Cosa sarà successo? Forse c’era un social media manager che poi ha smesso di occuparsene (sarà scaduto l’appalto? Forse. Il bando di gara era questo qui: http://www.comune.taranto.it/attachments/article/2292/BandoGara.pdf )
Ma allora chi la gestisce? Boh.
Quello che si evince è che dall’annunciata chiusura della pagina fino a poco fa, la filosofia era “mostriamo che schifo fanno gli incivili che sporcano” e non “guardate cosa fa l’amiu per la città”.
Abbiamo davvero bisogno di mandare messaggi che probabilmente non arriveranno mai ai destinatari? Abbiamo davvero bisogno di creare una falsa indignazione che ci mette tutti l’uno contro l’altro?
Se l’idea era “educare”, non è questo il modo. E i fatti l’hanno dimostrato.
Non è denigrando e disgregando che si ottengono risultati, ma al contrario bisognerebbe incoraggiare chi dimostra di avere buona volontà, senso civico. Bisogna informare, rispondere con garbo, essere educati. Ma sto dicendo banalità, visto che tutto ciò dovrebbe essere alla base del vivere comune.
Se adesso per curiosità vorrete visitare la pagina, mi spiace informarvi che è stata prontamente chiusa.
Un altro grande errore: l’AMIU poteva chiedere scusa, un po’ di umiltà in una comunità non guasta mai.
*(In questo difficile calcolo matematico ometteremo le bottigliette d’acqua e la roba che la gente porta da casa.)
** (Sì, è un lavoro.)