“Il cuore non è una cazzata”. Si batte il petto emozionato uno dei ragazzi che partecipano all’assemblea all’entrata dei Baraccamenti Cattolica. “Io so aggiustare bici, me lo hanno insegnato in un posto così a Bologna – continua, indicando l’entrata dei Baraccamenti – lì ho incontrato persone che mi hanno ficcato un sacco di cose nella testa e nel cuore. Per questo non dobbiamo arrenderci”. È venerdì sera e i ragazzi che il 3 novembre hanno occupato i locali dei Baraccamenti Cattolica si presentano ufficialmente alla città con un’assemblea dove spiegano le loro ragioni ed i loro obiettivi.
Un ragazzo rossiccio, Alessio, portavoce del collettivo, si muove al centro dell’assemblea, quasi a ritmare il suo discorso: “Vogliamo solo che questo posto non sia lasciato morire. Se domani il Comune venisse a dirmi che devo andarmene perché ha intenzione di realizzare un progetto che restituisca i Baraccamenti alla città, io me ne andrei senza pensare di aver sprecato tempo ed energie. Ma se così non fosse, io non mi muoverei di un passo”.
All’interno ognuno si impegna secondo le proprie capacità e competenze. C’è chi stucca un muro, chi pulisce un pavimento, chi decora le pareti con mosaici, chi accoglie i nuovi arrivati. L’intenzione è quella di ripulire il luogo e metterlo in sicurezza attraverso dei piccoli interventi. In seguito, di impiantarci dei laboratori professionali o artistici, sale lettura e mense per gli studenti. Luoghi dove si possa insegnare ed imparare. Spazi dove i cittadini possano socializzare. Insomma, le idee messe in campo sono tante e, cosa più importante, non sono assolutamente in contrasto con il progetto ufficiale che il Comune di Taranto ha intenzione di realizzare sui Baraccamenti cattolica.
In un’area che si estende per 17.796 mq con
- 3 bunker – testimonianza di rifugi antiaerei da restaurare;
- 5 capannoni;
- il Teatro dell’Arsenale che da solo occupa 860mq, con un’altezza di 10m;
- 4 capannoni prospicenti ai parcheggi
- e altri 3 edifici da demolire
la destinazione d’uso è per “Zona Parchi, giochi e sports ” e prevede:
Il Polo culturale: l’attuale zona adibita a parcheggi sarà “opportunamente sistemata come piazza polifunzionale attrezzata con pannelli multimediali […] Nel teatro dismesso sarà allocato il nuovo “Teatro della musica” con un numero di posti non superiore a 500 […], annesso al Teatro il volume posto ad ovest sarà adibito a foyer, piccola sala concerti, nonché piccolo laboratorio di musica. Si prevede che al piano terra sia allocato un “lounge bar” e al piano superiore i locali a servizio delle attività teatrali. Un complesso di 4 volumi saranno utilizzati come sale-prove, sale espositive e per realizzare un’area definita “officina delle idee”, costituita da un grande laboratorio e strumentazione comune nel quale i giovani potranno avere a disposizioni le migliori tecnologie strumentali per sviluppare i propri progetti”.
Il Polo sociale: “Nei due volumi posti ad est della futura piazza polifunzionale sono previsti servizi comunali per attività sociali che, a titolo esemplificativo, si riferiscono ad un centro di aggregazione per i giovani nonché ad un centro per aggregazione per anziani”.
Il Centro salute ambiente di Taranto, già assegnato alla Asl.
Tutto ciò alla modica cifra di 9,5 milioni di euro, dei quali il Comune investirà solo 2,0 milioni di euro.
Il concessionario che gestirà la struttura, con il controllo e la sorveglianza del concedente, per 30 anni, dovrà sostenere un onere finanziario di 7,5 milioni di euro.
Il progetto mostra una profonda validità artistico-culturale e sociale. Ma per realizzarlo il Comune avrà bisogno delle associazioni e di un privato che investa una cifra di una certa importanza.
I ragazzi, dal canto loro, hanno buona volontà e voglia di investire le proprie energie mentali e fisiche in questo progetto, ma è oggettivo che non abbiano esperienza. Alcuni vengono da altre occupazioni, o da associazioni non registrate. Hanno dichiarato la propria ignoranza per quel che riguarda la parte legale, che non accetteranno aiuto da qualsiasi ente, istituto o associazione che abbia in qualche modo a che fare con la politica. La parola stessa non deve esser nemmeno nominata in assemblea, secondo una delle ragazze del collettivo.
Inoltre, si mostrano restii al compromesso: “se altre associazioni che abbiano presentato progetti vogliono unirsi a noi, devono esser loro a cercarci. Inoltre, non permetteremo mai che questa struttura vada nelle mani di un privato”.
Il tempo stringe. Fino alla fine di questo mese i Baraccamenti resteranno nelle mani del demanio di Stato. Quindi i ragazzi potranno dormire sogni tranquilli, visto che il demanio non ha mostrato la benché minima intenzione di voler sgomberare la struttura. Ma dal primo dicembre questa diventerà di proprietà del Comune di Taranto e qui la faccenda potrebbe complicarsi.
Il Consigliere con delega ai beni demaniali, (Idv), in un’intervista telefonica per Siderlandia.it, ha dichiarato: “Un sindaco che sia tale e che pensi al bene dei propri cittadini, dovrebbe provvedere ad uno sgombero: mi sembra un atto dovuto, visto che le strutture in questione sono pericolanti. Stefàno è già stato sollecitato, anche perché la marina militare deve procedere ai lavori per rimuovere le fibre di amianto che sono all’interno – e riferendosi agli occupanti, conclude – l’azione dei ragazzi è meritoria se vuole essere un pungolo, un input alla rivalutazione degli spazi”.
Pare dunque che lo sgombero sia segnato sull’agenda del sindaco in data primo dicembre, sempre che non sia un sabato o una domenica.
Ma gli occupanti hanno ancora delle carte da giocare.
Infatti, se il Comune non riuscisse a rintracciare fondi entro tre anni, il bene tornerebbe nelle mani del demanio. Dunque da questa storia ognuno ne avrebbe guadagnato la propria sconfitta.
Se invece Comune e società civile, ivi compresi le associazioni e il collettivo delle “Officine Tarantine”, riuscissero a cogliere i lati positivi di una collaborazione, si potrebbe giungere, chissà, ad un lieto fine per tutti.