Il titolo, già di per sé, richiama il noto programma televisivo, a metà fra le gare della vecchia Canzonissima e le pratiche più sensazionalistiche della (falsa) tv verità: ma l’intento di ComiXfactor non è lo spettacolo fine a se stesso, quanto la sperimentazione linguistica sul medium del fumetto, attraverso una competizione online finalizzata a mettere in luce i nuovi talenti dell’arte sequenziale. L’idea è di LABO Fumetto, l’associazione culturale già conosciuta attraverso Le indagini di André Dupin e che nell’arco di dieci mesi ha sperimentato questa nuova forma di coinvolgimento dei disegnatori in erba del panorama nazionale. Dopo una prima scrematura, i partecipanti hanno così potuto partecipare ai seminari formativi gratuiti con personalità di spicco del settore, attive nelle principali realtà editoriali italiane (dalla Sergio Bonelli alla Nicola Pesce Editore, senza dimenticare il mangaka Andrea Yuu Dentuto). Il tutto fino alle valutazioni finali dei rispettivi lavori, espresse mediante il voto “popolare” degli utenti iscritti alla pagina Facebook dell’associazione. A spuntarla è stato infine il fumetto Cosa c’entro io in tutto questo?, di Paolo Piccione e Sisto Sammarco, rispettivamente disegnatore e sceneggiatore, entrambi di Manduria. Il lavoro è stato poi presentato al pubblico Martedì 27 Ottobre presso la libreria Gilgamesh, alla presenza dei due autori.
Cosa c’entro io in tutto questo? racconta la giornata surreale di Ottone, studente amante dell’ozio, che – novello Alice nel paese delle meraviglie – smarrisce la strada che lo porterà a scuola, e si imbatte così in mille personaggi sopra le righe, destinati a trasformare il viaggio in un incubo. Il personaggio nasce in un cortometraggio realizzato nel 2003 dallo stesso Sisto Sammarco (docente di lettere e filmmaker per passione) e qui rielaborato in forma di fumetto, con tutte le variazioni del caso. La vena surreale e creativa di Sammarco si unisce così alla caratterizzazione grottesca del tratto di Piccione, che ha una formazione da vignettista satirico e che, per sua ammissione, ha accettato la sfida del racconto sequenziale per confrontarsi con un modulo narrativo diverso da quello cui era abituato. Sebbene ancora un po’ acerbo nella scansione narrativa, lo stile di Piccione raggiunge una sua funzionalità, mentre è più convincente nello stile di disegno vero e proprio, dove trova la sua maggior forza nella bella colorazione a scale di grigio: la formazione nel campo delle singole vignette si intravede nella caratterizzazione del protagonista, diviso fra un’iconografia alquanto netta e caricaturale, e un carattere remissivo e non particolarmente elaborato, che ne fa l’ideale spettatore e vittima dei personaggi con cui si imbatte nel corso del viaggio. Allo stesso tempo, le immagini sono sature di elementi, che sembrano quasi stare addosso e soffocare il povero Ottone: questo particolare, insieme alla predilezione per tante piccole vignette, fa tornare alla mente le folli tavole di Gilbert Shelton (l’autore dei Freak Brothers), fatti naturalmente i debiti distinguo.
Il viaggio ha una finalità surreale e satirica, fra citazioni musicali, fumettistiche e letterarie che denotano un piacere per il gioco sempre controbilanciato da uno sguardo comunque “serio” nel raccontare la follia del reale, attraverso modalità narrative che sembrano riflettere una sensibilità vicina a un certo tipo di fumetto italiano che si realizzava negli anni Settanta (qualcuno ha citato non a caso Andrea Pazienza). Il tutto è sintetizzato bene dall’introduzione (ancora di Sammarco) che immagina un’improbabile ascendenza da un manoscritto dell’Ottocento, dove il percorso di Ottone si fa “formula più rapida per giungere all’illuminazione interiore”. E anche se i possibili livelli di lettura vengono allontanati con la sibillina chiosa (“Di quel che vorrete cercare fra i volumi, ad ogni buon fine, noi non siamo responsabili”), è sempre chiaro come lo scopo sia quello di “far percepire al (l’apparente) malcapitato l’inscindibile unità di tutte le cose, nascosta dietro il velo delle apparenze”.
Accanto al lavoro di Piccione e Sammarco, ComiXfactor ha assegnato il “premio delle Giurie” a Domani di Gianpiero Chionna. Gli altri finalisti sono stati A volo di Piccione di Marco Mattia Biasiolo, Black Arrogance di Federica Brotto, Storia di uno che se ne andò in cerca della paura di Eleonora Caprara, Bootstrap di David Emanueli e Senza Prospettiva di Antonio “Holdenaccio” Rossetti.