Avete mai letto la fiaba del Mago di Oz, o almeno visto i film o i cartoni animati ispirati a quel racconto? Noi speriamo di sì, così ci facilitate il compito.
Se siete degli alieni o se appartenete a quella categoria di italiani che in un anno non legge neanche un libro, vi basti sapere che è la storia di una ragazzina di nome Dorothy che per colpa di un ciclone viene trasportata dalla sua casa in Kansas nel mondo di Oz. Qui vive numerose avventure: incontra amici fantastici (il Leone, lo Spaventapasseri e l’Uomo di Latta diventeranno suoi compagni inseparabili) e si scontra con dei cattivi mica da ridere.
Ma l’ossessione di Dorothy è tornare a casa, nel suo polveroso Kansas – anche se Oz somiglia ad una Svizzera senza il segreto bancario. Così, su consiglio di una delle streghe incontrate nel cammino, si rivolge al mitico Mago che domina la Città di Smeraldo, il cuore del Regno di Oz. Questi è noto a tutti come un individuo dai poteri favolosi, in grado di realizzare qualunque desiderio. Rivolgendosi a lui il Leone spera di poter finalmente ottenere il coraggio che gli manca, lo Spaventapasseri un cervello e l’Uomo di Latta un cuore. Il Mago li accontenta con dei trucchetti, ed ecco che si scopre la sua vera identità.
Il “meraviglioso Mago di Oz” altri non è che un illusionista da circo: viveva e lavorava nel Nebraska, fino a quando non si è trovato catapultato nella Città di Smeraldo, dove da subito gli abitanti gli hanno riconosciuto poteri miracolosi. Svelata la verità, anche il Mago si convince a tornare nel paese di origine; così costruisce una mongolfiera che porterà lui e Dorothy negli USA, lasciando al più stupido dei tre sodali, lo Spaventapasseri, il dominio sulla Città di Smeraldo.
Ecco, da qualche tempo a questa parte sembra che anche molti tarantini siano stati trascinati in una dimensione simile al Regno di Oz. La realtà parallela in cui anche noi ci dibattiamo è il mondo virtuale della rete. Qui si può assistere quasi quotidianamente ad epici scontri tra gruppi che assomigliano alle cattive Streghe dell’Ovest e alle scimmie alate. Si può ammirare un’immagine di Taranto tutta “sole-spiagge-bella gente” – che a confronto la Città di Smeraldo è una bidonville. E ci si può imbattere in un numero sempre crescente di “Maghi di Oz”: personaggi improbabili che offrono sicure ricette per la salvezza della città.
Non prendete tutto questo come il solito pistolotto intellettualoide contro la tecnologia cattivona. Anzi, questa è una critica anche a noi stessi, che siamo stati fra i primi a Taranto ad esplorare il meraviglioso “Regno di Oz” della rete (quella che si apre è la sesta stagione di Siderlandia). Noi non siamo stati immuni alle polemiche nate e morte sui social network: alcune le abbiamo alimentate e amplificate. E, come Dorothy, abbiamo imparato a nostre spese a diffidare dei Maghi e delle loro promesse strampalate.
Ora è venuto il momento di fare un passo in più. Di tornare nel nostro Kansas, cioè fra le strade polverose (e sempre più disastrate) della nostra città.
E’ venuto il momento di concentrarsi sulla Realtà con un’attenzione inedita. Di stare al fianco di chi non ha voce per far emergere quello che cova nei “bassifondi”, in quelle aree della nostra società poco frequentate da opinionisti e autori di grido. Di smascherare tutte le mistificazioni e le false promesse che illusionisti di ogni risma cercano di propinarci ogni giorno, facendo leva sulla disperazione dilagante.
“Questa terra è la mia terra, questa terra è la tua terra”, cantava un altro grande americano. E solo rappresentandola per come essa è realmente, se ne possono cogliere i problemi e le potenzialità – e di qui si può provare a costruire un progetto di futuro credibile.
Questo è l’obiettivo che Siderlandia si dà per i prossimi mesi. Per perseguirlo abbiamo ampliato ancora la redazione con nuovi autori. Ma solo col vostro contributo potremo davvero realizzarlo. Aiutateci a capire e a superare i nostri limiti. Insieme possiamo spingere questa mongolfiera al di là del Regno di Oz, ritrovando finalmente Taranto.
Per chi non lo sapesse, “Il Meraviglioso Mago di Oz”, di L. Frank Braum, è da anni un testo di dominio pubblico. Significa che lo potete leggere anche gratis: quindi non avete più scuse.