Cassano chi (non) legge

di Massimiliano Martucci

La questione Cassano vs Politically Correct scatenatasi dopo le dichiarazioni del giocatore della nazionale ha generato una serie infinita di discussioni. Tutti a giustificare Cassano e a dare addosso al giornalista che gli ha fatto la domanda e a Cecchi Paone che, pur di far parlare di sè, ha dichiarato di essere andato a letto con alcuni giocatori della nazionale di calcio. Le colpe di Cassano sono quelle di aver detto “froci” invece che “gay” e di aver reagito come reagirebbe la maggioranza delle persone che si dovessero trovare a parlare di questo argomento. Ci mancava poco che rispondeva “Io ho un sacco di amici gay…”.

Ma se tutti si sono affannati a difendere Cassano dal giornalista opportunista, l’elemento che dovrebbe farci riflettere è che in qualche maniera è stata difesa la “cultura dell’ignoranza” (non è un ossimoro). Cassano è giustificato se usa un termine chiaramente offensivo nei confronti degli omosessuali perché è ignorante, è un giocatore di pallone, anzi, è uno che gioca a pallone ed è nato a Bari Vecchia.

Uno stigma che difende e diffonde lo stigma. Quello che dovrebbe fare inorridire è la naturalezza con cui la questione è stata liquidata, il sospiro di sollievo dopo che abbiamo tutti constatato che è vero che è ignorante e quindi, il piccino, deve essere compatito, giustificato, magari abbracciato. Eppure è proprio questa giustificazione che pesa tanto, che stona con il sottofondo del “tutt’apposto” generato mediaticamente dal sistema. Un sistema che genera uno stigma per intervenire e mettere in secondo piano un altro, ben più scandaloso, apparentemente. Il fatto di essere cresciuto a Bari Vecchia ed essere solo un giocatore di calcio giustifica le esternazioni che con tutta tranquillità possiamo definire razziste. Ma questa giustificazione, questa legittimazione, è essa stessa uno stigma scandaloso, perché racconta di una società in cui l’ignoranza è prevista e diviene giustificazione. Non solo, ma narra di una società in cui l’ignoranza viene accettata senza battere ciglio.

La domanda che dovremo porci è se è normale che il fatto di essere cresciuto a Bari Vecchia giustifichi il razzismo e, magari, i comportamenti non corretti, magari mafiosi. Secondo questa logica, dovremmo accettare il fatto che è vero che gli ebrei sono tendenzialmente avari, i rom ladri, i napoletani simpatici ma scansafatiche, i milanesi freddi e lavoratori e che, quindi, gli omosessuali siano froci.