Questo matrimonio s’ha da fare

di Serena Mancini

E’ notizia di qualche giorno fa l’apertura della Francia ai matrimoni gay. Come promesso in campagna elettorale il Presidente Hollande ha avviato un lungo percorso che, nonostante le numerose proteste, dovrebbe concludersi con la decisione di ridefinire il matrimonio inteso come “accordo tra due persone di sesso diverso o del medesimo sesso”.

L’Assemblea nazionale ha approvato con 249 voti a favore e 98 contrari il primo emendamento della legge sui matrimoni gay aprendo la strada ad una nuova possibile realtà. Ad esprimere parere favorevole sono stati il partito socialista, quello ambientalista, i radicali di sinistra e il Fronte di sinistra. Contrari invece i centristi e il partito di destra ad eccezione dell’unico esponente  Franck Riester.

Secondo il ministro della giustizia Christiane Taubira  “non c’è alcun motivo per cui lo Stato non debba garantire il diritto al matrimonio per le coppie omosessuali” ( “Il n’y avait aucune raison que l’Etat n’assure pas aussi la protection du mariage aux couples homosexuels”), mentre per l’UMP questa battaglia rischia di arrivare ad intaccare una serie di valori senza dei quali si creerebbe una società inaccettabile.

Secondo Philippe Gosselin infatti si partirebbe dai matrimoni gay per arrivare alle adozioni, alla procreazione assistita  e alla maternità surrogata in un futuro non molto lontano. La polemica si è sviluppata soprattutto in seguito alla richiesta del ministro Taibira di concedere la cittadinanza ai bambini nati all’estero da madri surrogate, tema questo estremamente delicato, specie dopo le indagini condotte alcuni mesi fa da BioEdge. L’osservatorio internazionale di bioetica ha infatti rivelato una correlazione stretta  tra l’introduzione di leggi sul matrimonio omosessuale e la crescita di domanda di uteri in affitto. In particolare la situazione risulta estremamente grave in India (uno dei pochi Paesi insieme agli Stati Uniti e al Canada ad aver legalizzato la maternità surrogata) dove la maternità surrogata si è trasformata in un vero e proprio business che ogni anno, a seguito del parto, uccide diverse madri portatrici, private di ogni tipo di tutela.

La richiesta del Ministro è stata dunque interpretata come un primo tentativo di spostare il dibattito su questa pratica considerata dalla destra francese contraria alla dignità della persona. A nulla sembrano essere servite le rassicurazioni del partito socialista che ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di introdurre la maternità surrogata in Francia, ma solo di tutelare e garantire i bambini già nati.

Altro motivo di scontro è stato quello legato alla possibilità dei sindaci di rifiutarsi di celebrare i matrimonio gay in quanto obiettori di coscienza: 244 sono stati i voti contrari e 101 quelli favorevoli. Anche su questa tematica non è mancata una dichiarazione da parte della Taubira secondo la quale il problema non sussiste in quanto “la legge non prevede l’obiezione di coscienza per i funzionari pubblici che devono sempre risultare neutrali”.

Ma cosa pensano i francesi dei matrimoni gay? Secondo alcune indagini risulterebbe che la maggioranza dell’opinione pubblica transalpina è favorevole ai matrimoni omosessuali, mentre essa appare divisa in due sulla questione legata alle adozioni. Ora che il Parlamento ha approvato questa prima norma ne restano ancora 22 tra le quali compare proprio il tema delle adozioni. Successivamente gli articoli verranno sottoposti al Senato e, qualora diventassero legge dello Stato, permetterebbero alla Francia di divenire il decimo paese europeo per il riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso.

In tutto questo la Chiesa ha espresso, attraverso le parole del cardinale Bagnasco, la sua preoccupazione per l’Italia: essa ha dichiarato una netta opposizione al riconoscimento di tale diritto che  determinerebbe situazioni dagli esiti estremamente pericolosi per il nostro Paese. Ora, a prescindere dall’opinione privata di ciascuno, semmai un giorno anche la nostra classe politica dovesse ricordarsi di affrontare queste tematiche dovrà stare bene attenta a prendere decisioni in maniera del tutto autonoma. Se la chiesa ha sentito le necessità di pronunciarsi per una legge francese chissà cosa accadrà quando toccherà a noi!