Al Nord come a Taranto: la Holcim di Merone

di Fabrizio Baggi

L’annoso conflitto che logora la città da Taranto da qualche tempo a questa parte, si ripropone in forme simili in altre parti di Italia. Ospitiamo in questo numero la testimonianza du un cementificio della provincia di Como, la Holcim di Merone.
La lotta dei lavoratori di questa fabbrica negli ultimi mesi si è fatta sempre più intensa ed il nostro Fabrizio Baggi ci spiega i vari passaggi.

Dopo mesi di lotte, i lavoratori della Holcim di Merone (CO) tentano il tutto per tutto. Hanno programmato, per i prossimi giorni, una mobilitazione di calibro europeo, che si concluderà a Zurigo. L’intenzione è quella di portare sotto la sede centrale della multinazionale elvetica il maggior numero di lavoratori possibile, provenienti da tutti i siti dell’azienda sparsi in Europa. La storia travagliata dei lavoratori della storica cementeria di Merone ha inizio lo scorso dicembre, quando le prime avvisaglie si palesano agli occhi di chi, per anni, ha lavorato nella fabbrica lombarda.
Il 22 dicembre 2012 viene notificata alle RSU una comunicazione, richiedente un incontro con la direzione, accordato per il 6 del gennaio successivo. Fino a quell’appuntamento, i lavoratori sono rimasti all’oscuro del disastro che, di lì a poco, si sarebbe abbattuto sulle loro teste.
Dopo un primo rinvio, l’incontro è organizzato per l’11 gennaio. L’ordine del giorno di quella maledetta assemblea porta alla drammatica consapevolezza che 180 lavoratori dei 540 operanti tra Merone, Ternate e Morano PO ( 122 attualmente attivi nella cementeria lariana), da quel momento sono in “esubero” e che per loro non ci sarà più la possibilità di potersi guadagnare da vivere lavorando. I licenziamenti, come deliberato in quel consesso, dovranno essere suddivisi in 94 operai di produzione e 28 impiegati amministrativi.
Oggi, circa 3 mesi da quella giornata drammatica, i dati di cui disponiamo rispecchiano pressappoco, nonostante i presidi e le svariate ore di sciopero fatte in circa novanta giorni, quelli forniti in quella giornata da incubo.Holcim Italia, ridurrà il proprio organico a partire dal prossimo agosto, licenziando selvaggiamente 110 lavoratori.
I dipendenti della storica cementeria comasca però sono determinati a lottare fino alla fine per difendere il proprio posto di lavoro, e il 17 aprile 2013 saliranno su dei pullman, organizzati dalle tre sigle sindacali, avendo come meta Zurigo. Chiaro che non sarà un viaggio di piacere, bensì uno sciopero internazionale che coinvolgerà i lavoratori dei vari siti continentali della multinazionale elvetica e che si concluderà nella città svizzera, sotto la sede centrale dell’azienda stessa. Un ultimo atto di forza, dopo una serie di iniziative che hanno come obbiettivo la salvaguardia della dignità umana garantita solamente da un posto di lavoro.Difficile al momento stimare la quantità dei partecipanti all’iniziativa, dato che non sono solo i lavoratori delle sedi italiane a rischiare il posto e quindi ci si aspetta l’adesione di operai anche più lontani geograficamente.Scioperi, presidi e tavoli di trattativa non hanno dato fino ad ora grandi risultati, e non hanno spostato quasi per nulla le decisioni della direzione di Holcim Italia.
I sindacati sono andati al Ministero del Lavoro per avere indicazioni sul percorso da intraprendere per la salvaguardia di chi tra non molto perderà la sua occupazione.Dubbi, paure, incertezze sul futuro, tanta determinazione e voglia di non mollare.
Ad oggi ci auguriamo che la mobilitazione internazionale apra delle porte che al momento sono serratissime.
L’unica certezza però è che il 31 luglio 2013 il forno della cementeria si spegnerà per sempre.