di Roberto Polidori
Prof. Venosi, può dire ai lettori di Siderlandia chi è Lei e quali incarichi ha ricoperto e ricopre?
Sono un fisico. Sono stato vicepresidente della Commissione IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control) del Ministero dell’Ambiente, e responsabile Energia della segreteria tecnica del Ministero dell’Ambiente. Attualmente sono membro della Commissione Tecnica del Ministero dei Trasporti per la revisione del Piano Generale dei Trasporti e della Logistica. Sono stato nel Gruppo Tecnico–Scientifico creato a Bruxelles dagli Ecologisti Europei su Cambiamenti Climatici ed Energia. Attualmente mi occupo di ricerca nel campo delle energie rinnovabili.
Naturalmente parliamo di nucleare. Ho ancora negli occhi la spavalderia di Chicco Testa, ex Legambiente ora presidente del Forum Nucleare, che in data 11/03/2011 dichiara: “la centrale di Fukushima ha retto bene al terremoto ed al maremoto dimostrando l’affidabilità delle centrali atomiche”. Un’ora dopo le sue dichiarazioni si verifica la prima esplosione ad uno dei reattori. Ci può dire cosa è successo a Fukushima e cosa significa il termine “gravità a livello 7” assegnato all’Agenzia Giapponese per la Sicurezza Nucleare?
La struttura di un reattore nucleare è costituita da un “nocciolo”, nel quale si sviluppa la reazione nucleare a catena, un sistema di estrazione del calore che raffredda il nocciolo, una struttura che scherma le radiazioni prodotte, sistemi di regolazione e strumenti di controllo. Un mese e mezzo fa, il sisma del 9 grado Richter e il conseguente tsumani con onde alte 14 metri, ha investito aree in cui erano presenti dei reattori nucleari. Le centrali oggetto di gravi difficoltà sono centrali di tipo BWR (acqua bollente), che si trovano nei distretti di Fukushima (Fukushima I = Fukushima Daiichi, Fukushima II=Fukushima Daini) e Onagawa. I reattori sono entrati in funzione tra il marzo 1971 e il gennaio 2002. La potenza dei reattori varia tra il mezzo milione e il milione di Kw. La centrale nucleare Fukushima I ha sei reattori e, a 11,5 km, è situata la centrale Fukushima II che ha 4 reattori. Le centrali di Fukushima erano progettate per resistere a terremoti di magnitudo 6,5 della scala Richter, con onde di altezza di 5 metri. Lo tsunami ha generato a Fukushima un’onda di 6 metri. Il black-out elettrico è stato uno degli effetti del sisma, e sono entrati in funzione i diesel per fornire energia elettrica per altri 45 minuti. La mancanza di corrente elettrica ha fatto perdere anche i dati degli strumenti di controllo dell’impianto.
La criticità di una centrale nucleare è il raffreddamento. La reazione nucleare genera temperature elevatissime, che determinano la fusione di ogni materiale. Raffreddamento e funzionamento pompe, alimentate da energia elettrica, sono connessi. Eventi catastrofici come sismi , tsunami , attentati, caduta di aereo, provocano rilevanti sollecitazioni, sufficienti a rompere una tubatura dell’acqua di raffreddamento, o una pompa, o l’interruzione dell’energia elettrica. Una centrale ha una ridondanza di sistemi di raffreddamento e di riserva. Generatori elettrici diesel che entrano in funzione in caso di necessità e batterie. Ma eventi correlati possono non far funzionare cose che non ne fanno funzionare altre. Sisma e tsunami hanno agito sul raffreddamento interrompendo l’energia elettrica. La sequenza è stata: blocco raffreddamento – aumento temperatura e pressione nel nocciolo (temperatura fino a 2000 gradi centigradi) – danneggiamento cilindri di acciaio contenenti l’uranio – generazione di idrogeno – intervento dei tecnici della centrale per fuoriuscita dal nocciolo dell’idrogeno. L’idrogeno, a contatto con l‘ossigeno dell’aria, ha generato l’esplosione che ha distrutto la prima gabbia di contenimento. Nel nocciolo le barre prive di raffreddamento iniziano a fondere. L’Agenzia Nucleare USA annuncia che il deposito delle barre utilizzate, del reattore n° 4 di Fukushima, sono completamente scoperte e prive di acqua. Questo evento si somma ai danni gravissimi del reattore numero 3, che avrebbe il nocciolo privo di acqua. Arriva poi la notizia dell’esplosione avvenuta dentro un reattore non in funzione al momento dei disastri naturali. Ciò non esclude che altri reattori siano in fase di grande criticità. Rilevo dall’analisi dell’incidente fatta dai tecnici di Areva: “nessuna informazione chiara sul perché l’Unità 2 si sia comportata in maniera diversa dalle aspettative”. Secondo i tecnici di Areva è difficile dare un quadro preciso, anche perché “la Tepco sta rilasciando troppo poche informazioni”. Livello 7 equivale alla classificazione massima della scala INES. Vuol dire incidente gravissimo con emissioni di radiazioni di decine di migliaia di miliardi di radiazioni al secondo.
Dicono che l’incidente di Fukushima sia comunque meno grave di quello di Chernobyl. Può, in parole semplici, spiegarci le differenze tra i due incidenti? Può dirci cosa è stato immesso nell’atmosfera, in che quantità e con quali presumibile effetti per la natura umana? La centrale di Fukushima è considerata vecchia?
L’incidente non è ancora risolto, e dai dati ufficiali, e da come li si utilizza, possiamo affermare che le emissioni radioattive variano tra il 10% e il 102% di Chernobyl. Sul New York Times si legge che vi sono due valori ufficiali molto diversi della radioattività uscita finora da Fukushima. La Commissione per la Sicurezza Nucleare quantifica in 630.000 terabecquerel (Tb=1000 miliardi di radiazioni al secondo) la quantità di radiattività emessa, mentre per l’Agenzia per l’energia nucleare la quantità è di 370.000 terabecquerel. L’Agenzia ha assunto come riferimento il doppio delle emissioni di Chernobyl, e i 370.000 Tb rappresentano il 17% e non il 10% delle emissioni ufficiali di Chernobyl. Facendo riferimento ai dati della Commissione, invece, perveniamo al 34% delle emissioni di Chernobyl. E’ importante però aggiungere che la stessa Commissione stima un margine di errore (rispetto ai 630.000 Tb) pari a 2 o 3 volte, quindi l’oscillazione della stima varia tra il 17% e il 102% di Chernobyl. Infine, non si comprende se i valori riferiti facciano riferimento a tutte le emissioni, o alle solo emissioni di iodio. Si dimentica, infine, nella comparazione con Chernobyl, che allora le emissioni riguardarono atmosfera e suolo mentre oggi il Pacifico è interessato dai radioisotopi. A 30 chilometri da Fukushima il mare è due volte più radioattivo rispetto al massimo ammesso dalla legge giapponese per le acque di scarico delle centrali nucleari, e la contaminazione continua ad aumentare. Gli oceanografi di Asr con un PC hanno calcolato la dispersione, non della radioattività vera e propria, ma dei piccoli e piccolissimi animali (larve di pesce, plancton, invertebrati) che si muovono nel mare, trascinati dalle correnti e dalle onde. Dalle parti di Fukushima vengono contaminate dalla radioattività, e poi continuano a viaggiare trasferendo la radioattività acquisita ai pesci “predatori”. Impossibile rispondere alla domanda sull’obsolescenza delle centrali di Fukushima che come le ho mostrato interessano una prefettura che ha 14 rettori, dove il più vecchio risale agli anni 70 e l’ultimo è stato installato nel 2002. Gli effetti sull’uomo dipendono da molti fattori: dose, tipo di radiazione, organo colpito, radiazione esterna o interna, differenziati in danni deterministici a breve termine, e stocastici somatici e genetici a lungo termine
Dopo l’innalzamento della gravità dell’incidente a livello 7 in data 12/04/2011 non si sente più parlare di Fukushima. Tutto sembra tacere ed il problema sembra risolto: è così? Lei può fornirci qualche informazione su ciò che sta succedendo ora?
La mia opinione è che ci sia una “censura” di fatto. Le uniche fonti ufficiali d’informazione sono la AIEA, NISA, Ministero Giapponese dell’Ambiente, e la TEPCO, la società che gestisce le centrali. Io credo che le informazioni centellinate siano coerenti anche con l’annunciata Conferenza sulla Sicurezza dei Reattori Nucleari, proclamata da AIEA, e che si svolgerà a Vienna nel prossimo mese di giugno. Esiste inoltre un rilevante problema di sicurezza energetica, ma soprattutto di politica industriale, e di competizione tra aree continentali. Il poco pubblicizzato Rapporto Russelly, sul nucleare francese, interessa una filiera di 200.000 addetti che è ritenuta la punta di diamante dell’industria francese. Gli enormi investimenti fatti sulla terza generazione da General Electric, Westinghouse-Toschiba e la joint venture tra Siemens tedesca e la russa Atomenergoprom. La scommessa di Paul Gates sul reattore che usa uranio impoverito. Il business da 600 miliardi di dollari che interessa sottomarini nucleari e gestione delle scorie.Infine i 28 miliardi di euro scuciti a Barroso dalla presidenza di turno francese, per la costituzione di una banca del combustibile gestita da AIEA. Il convitato di pietra è il sistema bancario con un ruolo rilevante della banca advisor di molti Governi: la Rothschild.
Che ciclo di vita ha una centrale nucleare? Possiamo considerarle sicure? Le scorie di lavorazione che fine fanno?
Il paese che ha più reattori installati al mondo sono gli Stati Uniti con 108 unità. Le centrali nucleari esistenti nel mondo nel 2010 sono 438 (13 in meno di 10 anni fa). Il nucleare concorre al 5,5% della domanda primaria di energia, e al 14% della energia elettrica mondiale. Nel mondo, su 193 Paesi, 30 sono quelli che utilizzano energia nucleare, e di questi sei (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania e Giappone) producono circa il 70% dell’energia nucleare. Valutando le prospettive del nucleare nel mondo, non appare per nulla una rinascita, come vorrebbero i tifosi nostrani del nucleare. Nello scenario di riferimento, delineato nel World Energy Outlook 2009 di IEA, la produzione di energia elettrica da nucleare passa dal 14% attuale al 9%. Nel mondo sono in costruzione 61 centrali nucleari, per circa 60 milioni di kW elettrici, quasi tutte concentrate in Asia e Russia. Nei Paesi industrializzati, in cui sono presenti 326 reattori, risultano in costruzione 9 reattori per una potenza elettrica di circa 8,5 milioni di kW, che sono un misero 2% della potenza elettrica di 296 milioni di kW complessivamente installata! Risulta in costruzione una centrale negli SU (in verità è stata ripresa la costruzione del reattore Watts Bar-2 iniziata nel 1972, e rappresenta il ritardo maggiore registrato nella costruzione di un reattore!), 6 in Europa e 1 in Giappone. Nei Paesi di antica ed elevata nuclearizzazione, si registra una sostanziale stagnazione negli investimenti, o meglio in alcuni paesi un vero e proprio rischio concreto di regressione del nucleare. Negli USA Bush, in tre atti di governo: National Energy Plan, Nuclear 2010 Project ed Energy Polity Act, ha tentato il rilancio del nucleare, garantendo la rapidità dei procedimenti autorizzatori, 18 miliardi di dollari di coperture assicurative, agevolazioni fiscali, credito d’imposta, tassi di finanziamento agevolato e 1,8 centesimi di dollari a Kwh prodotto dai primi reattori, per una potenza massima di 6 milioni di kW. Anche Obama ha riprovato, ma il DOE (Department of Energy), nel suo Outlook 2010, prevede una contrazione del nucleare, e in caso di mancata autorizzazione al prolungamento della vita delle centrali oltre i 60 anni, afferma che si ridurranno di un terzo. Non è andata meglio in Gran Bretagna, malgrado due Libri Bianchi, il primo di Blair e il secondo di Brown,e un documento programmatico pro nucleare: il Planning Act. La Francia ha 58 centrali operative (tutte ammortizzate), e 17 dovranno essere sostituite dal 2017, ed è per questo che la potenza nucleare francese passerà dai 63 milioni di kW del 2005 ai 55 del 2030 (Commisariate a l’energie atomique in “Memento sur l’energie”, pag 46). Nessuno al mondo ha risolto il problema delle scorie, come nessuno ha operato lo smantellamento dei reattori fuori esercizio. Le scorie, attualmente, come gli elementi di combustibile esausto, sono stoccate prevalentemente negli stessi siti dei reattori: in piscine di raffreddamento. L’Europa sta sottoponendo a stress test tutti i reattori, ma a mio giudizio vi sono 18 reattori dei nuovi entrati nella UE che andrebbero chiusi.
In Italia il referendum del 12 Giugno avrebbe dovuto pronunciarsi sull’utilizzo o meno dell’energia atomica in Italia. Ci può dire che tipologia di centrali avrebbe dovuto essere costruita? Per opera di chi e con quale spesa prevista? Le risulta che altri paesi abbiano progettato la costruzione di centrali simili alla nostra abbandondo l’impresa per questione di costi e/o sicurezza?
La scelta per i primi 4 reattori è sul tipo EPR (Evolutionary Pressurized Reactor) della francese AREVA. E’ un reattore “evolutivo” della seconda generazione. Un reattore ad acqua leggera in pressione a cui sono stati apportati dei miglioramenti nella sicurezza. Il costo “overnight” della sola tecnologia ammonta a 6 miliardi di euro per reattore. Aggiungendo costi finanziari, remunerazione del capitate investito e accantonamento per decommissioning, arriviamo tranquillamente a 8 miliardi di euro a reattore. I costruttori sono Enel, Eni, A2A, e si tenta anche di coinvolgere la Cassa Depositi e Prestiti, che è del Ministero dell’Economia al 70%. Guardi, il tipo EPR lo si sta costruendo in Finlandia (uno), un altro in Francia, dove ne è programmato un secondo, e 4 sono stati programmati dall’Italia.
Secondo lei l’energia atomica è indispensabile per accompagnare lo sviluppo economico dell’umanità e la sete di energia di privati ed imprese?
Il nucleare concorre al 5,5% della domanda primaria di energia, e al 14% della produzione mondiale di elettricità. Incidentalmente, va evidenziato che un miliardo di Kwh da nucleare (1 Twh) viene contabilizzato come equivalente a circa 2 milioni di barili di petrolio. La stessa quantità di elettricità, prodotta da fonte idrica o eolica, viene contabilizzata per un terzo di barili di petrolio. La “scorrettezza” di computazione sta nel considerare l’energia nucleare come energia primaria, includendo anche i due terzi di calore non convertito in elettricità, e smaltiti o nelle torri di raffreddamento, o nell’acqua calda riversata nei fiumi. In una corretta valutazione l’energia nucleare inciderebbe sul bilancio energetico mondiale per poco meno del 2%! Io credo che in ogni vicenda umana si debba rapportare i costi ai benefici. Nel campo della generazione dell’energia elettrica io ritengo che si possa fare a meno del nucleare, innanzitutto con programmi di efficienza energetica. In secondo luogo investimenti in rinnovabili, in ricerca in strutture di accumulo e in reti di trasmissione elettrica. Holderin elaborò un’equazione in cui si verifica che l’impatto sull’ambiente I dipende da P (popolazione ), da T (tecnologia) e da A (affluenza ossia ricchezza pro capite). Io la chiamo l’“equazione della guerra”, considerato che P è incomprimibile, T ha dei limiti intrinseci nel senso che la tecnologia è mera informazione immateriale, A deve aumentare per consentire a molti almeno la sussistenza. Considerato che I deve esser reso compatibile con i limiti ecologici (riscaldamento globale), o si passa velocemente alle tecnologie soft per decarbonizzare il pianeta, oppure le risoluzioni non potranno che avvenire attraverso conflitti più o meno mascherati come umanitari.
A prescindere da considerazioni di carattere etico e sanitario, l’energia atomica è conveniente?
No, oggi non è assolutamente conveniente. Il Kwh da nucleare è incompatibile con una economia di mercato. Necessita di sostegno pubblico, per la stabilità del prezzo di vendita e della quantità. Non casualmente le norme italiane prevedono la priorità del dispacciamento (energia elettrica che entra in rete prima delle altre), e garanzie finanziarie assicurative. Tutto ciò andava bene quando c’era il monopolista verticalmente integrato. La liberalizzazione del mercato dell’energia ha ucciso il nucleare prima dell’ecologismo! In Italia invece si creano gli orpelli normativi per scaricare sui cittadini la follia del nucleare .
In Germania esiste un connubio tra produzione di energia atomica e produzione di energie alternative. Cosa è accaduto dopo Fukushima e quali sono le linee politiche di programmazione energetica per il futuro?
E’ stata annunciata dalla Cancelliera l’uscita dal nucleare e l’incremento massiccio delle rinnovabili. La Germania ha attivato una filiera industriale sulle rinnovabili.
Possiamo essere sicuri che le società private (o semi-private) che si aggiudicano gli appalti per la costruzione e la gestione delle centrali e dei loro sistemi di sicurezza rispettino le consegne e garantiscano gli obblighi di legge.
L’esperienza della costruzione del reattore EPR a Olkiluoto [trasparentissima Finlandia dove il costo del reattore ha superato i 10 Mld di euro; figurarsi cosa potrebbe succedere in Italia. ndr] non induce nell’ottimismo. Ma tutta l’esperienza del nucleare non è confortante. In Europa, nella centrale Asco-1 in Spagna, fu tenuto nascosto un incidente occorso il 7 novembre 2007, e reso pubblico l’8 aprile 2008. Nel 2006, un alto dirigente, di una società di gestione del nucleare in Giappone, identificò le cause degli incidenti nucleari nell’inadeguatezza della normativa, e in un modo di procedere del management: quello di nascondere gli errori, infatti “il segreto sembra essere la caratteristica dell’industria nucleare in Giappone”.
Le propongo questo confronto: “moral hazard” finanziario ed azzardo morale nucleare. Secondo lei è giusto applicare le teorie statistiche del rischio di fallimento finanziario per calcolare il rischio di incidente nucleare? Vale anche per il nucleare ciò che è successo nel modo finanziario: privatizzazione dei profitto per pochi oligopolisti e pubblicizzazione delle perdite?
Ma non esiste un nucleare che non esternalizzi sulla fiscalità generale i costi nascosti! Ritengo che la complessità del reattore, le sue risposte, gli effetti che determina (l’intero pianeta e le generazioni future) non possono essere tratte con un modello probabilistico. I procedimenti di analisi della sicurezza, ampiamente applicati, sono il FMEA (failure mode and effects analysis) e l’FTA (failure tree analysis). Poincarè, nel suo libro “La Scienza e l’ipotesi”, disprezzava con furore la curva a campana! Fu Poincarè che introdusse la non linearità, ossia piccoli difetti che possono portare a gravi conseguenze, un idea che diventa di dominio pubblico attraverso la “teoria del caos”. La tesi di Poincarè evidenzia i limiti che la non linearità (o complessità) impone alle capacità predittive dei modelli matematici.
Chi, a livello politico, vuole le centrali nucleari in Italia, e cosa pensa di alcuni suoi esimi colleghi che ritengono l’atomo indispensabile? Su quali basi scientifiche Umberto Veronesi, Presidente per l’Agenzia per la Sicurezza Nucleare, ritiene di poter dormire tranquillamente con le scorie nucleari “inertizzate” accanto al letto? Secondo lei perché un oncologo di 85 anni molto stimato dal pubblico italiano si espone in modo così marcato sul nucleare?
Guardi, io faccio riferimento per l’analisi del rischio radioattivo all’ICRP (Commissione Internazionale sulla Radioprotezione), e ai suoi 50 rapporti, oltre che allo IARC di Lione. L’induzione di neoplasie letali (tumori) viene oggi considerato come il prevalente effetto stocastico delle radiazioni. Veronesi ha ragione sull’affermazione di scorie di prima e seconda categoria cementificate, e scorie di terza categoria vetrificate. Il problema è che in Italia e nel mondo i processi di riprocessamento delle scorie, o il deposito geologico, sono all’anno zero. Assurdo che l’Agenzia per la sicurezza nucleare sia in mano ad un oncologo e non a un premio Nobel per la Fisica. Evidentemente la scelta è politica e non tecnica.
Chi c’è dietro il Forum Nucleare?
Credo che ci sia Enel, Edison, A2A, Edf, Areva,Confindustria e, probabilmente, alcuni gruppi di imprenditori che hanno creduto alla bufala Enel: che il 60% degli appalti vadano alle imprese italiane. In base ai dati di Edf, la parte nucleare dell’impianto incide per il 60% sull’ammontare dei costi. Al massimo alle imprese italiane andrebbe il 40% del totale degli investimenti e non il 70% affermato da Enel.
Cosa pensa dei tempi che viviamo?
15-a Sono realista. Il declino dell’occidente, visto da Spengler ottanta anni fa, mi sembra un dato evidente. Un mondo da 7 miliardi di persone e un nuovo capitalismo che è passato dall’innovazione alla mercatizzazione, dall’industria alla finanza, da Schumpeter a Friedman. E’ profondamente mutato il suo Ethos: dalla disciplina weberiana del risparmio all’euforia del consumo. Il capitalismo finanziario d’azzardo è subentrato al capitalismo industriale dell’investimento. Le conseguenze di questa mutazione sono state un impatto distruttivo sugli equilibri ecologici, e una dissipazione di risorse finanziarie. Tale esiziale mutazione si colloca in un contesto geopolitico, che ha deciso di militarizzare lo spazio, occupando strategicamente tutte le orbite extraterrestri . Armi non letali sperimentali, come le armi acustiche, le armi a radiofrequenza, le armi a bassa frequenza; armi “intelligenti” come i missili da crociera, l’“aereo invisibile”, le bombe laser; e ancora le armi convenzionali di distruzione di massa, come le bombe FAE (Quel Air Exeplodive), l’aereo “cannoniera volante” (AC 130 U), laboratori militari in attività sulle armi nucleari di “quarta generazione” che utilizzano nanotecnologie (materiali che hanno la dimensione di un milionesimo di millimetro). “Niente giustizia, niente pace” è la “legge “universale che governa il rapporto tra gli uomini e tra le zone del pianeta, che nessuna super sofisticata arma potrà mai annullare”.
Carissimi!
Il 25 Aprile ho cantato da sera fino a notte a Tavarnelle in Val di Pesa per la festa della Resistenza e della Liberazione.
Di pomeriggio, al dibattito, si era giustamente parlato dei molti nostri caduti, fino al ’45, per liberare l’Italia ed io, alla sera, mi sono invece impegnato – con canzoni e brevi introduzioni alle stesse – a far notare che dalla Liberazione ad oggi molti, troppi, centinaia, sono i caduti (cittadini innocenti, operai, braccianti, sindacalisti, studenti, giornalisti onesti, giudici scupolosi) in vario modo uccisi – senza prima neanche un processo – dalla polizia e dalla mafia e dall’inquinamento e persino con le stragi di stato al tritolo, in un’Italia dove ufficialmente non c’è neppure la pena di morte e che – comunque – festeggiamo come liberata!
Temevo di suscitare un vespaio, seppure a fin di bene, ed invece la mia indignazione è stata subito ampiamente condivisa (adesso, a freddo, in fondo non ne sono neanche più sorpreso).
A quel punto non mi restava che passare all’attacco finale e – sapendo bene di colpire forte – affronto, sempre con canzoni e brevi raccordi parlati, finalmente la ‘questione massonica’ e dimostro la inconciliabilità del giuramento di fedeltà alla massoneria e alla Repubblica.
Stranamente di bene in meglio, mi dico sorpreso, sentiti scrosciare gli applausi!
Decido allora di concludere il concerto in bellezza! Come?
Al saluto – dopo avere in due parole precisato che di massoni ce ne sono in tutti i partiti, sottolineato che solo nel Pd ce ne sono migliaia in posti dirigenti e responsabili ed affemato che se silvietto è ancora al governo è perchè ‘cane non mangia cane’ – scendo dalla pedana (un po’ preoccupato per la mia sorte) lanciando una parola d’ordine: ” Non basta/cambiare/berlusconi!// Fuori/i massoni/dalle istituzioni!”
Come è finita? Ero lì ora, tra la gente che prima cantando avevo avuto davanti e, tutti, ripetevano con me quella parola d’ordine!
In conclusione: comincio a credere che per liberare l’Italia veramente, come nei miei sogni sarà presto la gente comune con in testa i giovani e le donne ad ottenere l’esclusione dei massoni dalle istituzioni e, intanto, dalle nostre liste già dalle primarie!
Voi, di questo, che ne dite? Pubblicherete questa mail?
Mi chiamerete a cantare, con voi, per Taranto?
(cell. 349.133.6907)
Comunque, un abbraccio. Pino
Credo che siamo in molti a pensare come Pino Masi. La società va così perché, nascosta dietro una fatiscente facciata,stuccata di democrazia e verniciata di costituzione,opera un’ oligarchia occulta che si serve di quelli che,giunti alla poltrona, rammolliti dalla consuetudine e dalla pancia contenta, si limitano a intrecciare quattro chiacchiere per tenerci assopiti e intascare i lauti proventi delle loro inconcludenti attività. Il segreto sta nel guardarsi negli occhi, riconoscerlo e ammetterlo chiaramente ad alta voce una volta per tutte. Dopo,non ci potranno essere scuse a meno che non siamo già tutti zombi(e lo sembriamo).