Piano quinquennale 2.0. I programmi elettorali dei candidati

di Serena Miccoli e Andrea Cazzato

Ogni campagna elettorale per le amministrative che si rispetti, comporta un elemento imprescindibile: l’invasione, nelle cassette della posta, negli ascensori così come a terra, per strada, dei santini dei candidati consiglieri e delle brochure dei programmi dei candidati sindaco.
Numerosi grafici hanno compiuto anche quest’anno, il miracolo, rendendo più giovani, più graziosi, privi di forfora una schiera d’aspiranti “qualcuno”, il cui cognome è accompagnato da slogan scrupolosamente scritti attorno alle solite, ma sempre efficaci, parole chiave: onestà, impegno, trasparenza, ma soprattutto CAMBIAMENTO – parola particolarmente abusata.
Uno sforzo maggiore comporta invece, per i partiti, prima formulare e poi scrivere il programma da diffondere ai cittadini: quest’anno si registra una certa tendenza verso la schematizzazione. Questa economicità espressiva non sempre equivale a chiarezza e comprensibilità.
Da una parte c’è il candidato Dante Capriulo, che procedendo nell’esplicazione per aree tematiche, suggerisce attraverso locuzioni efficaci, in qualche modo, cosa e come intende fare; dall’altra c’è una rincorsa all’elencazione di parole in pieno stile Hashtags riscontrabile in candidati come Festinante.
Di questo prendiamo, ad esempio, la sezione “Cultura e politiche giovanili” del volantino. Troviamo un elenco puntato con scritto “Università – Politiche culturali – Sport – Turismo”. Poi si passa all’area tematica successiva. Evidentemente si ritiene che per il tarantino non siano necessarie ulteriori spiegazioni, magari sull’Università, anche se non è strettamente prerogativa delle politiche comunali.
La dottoressa Bitritto Polignano utilizza l’elenco, mettendo in ordine frasi aperte da un “si” – rigorosamente senza accento – ma che risulta abbastanza chiaro.
Niente elenco per Condemi, anzi: il volantino porta il titolo “Sintesi dei punti maggiormente rilevanti del programma adottati per la individuazione dei requisiti del candidato sindaco”. Titolo prolisso, per cui potete ben immaginare il resto del documento: nel testo, lungo due facciate in carattere 8 – forse anche meno –, sono completamente assenti congiuntivi ma risulta ricco di parole non propriamente comuni; in uno stesso periodo si trovano frasi sconnesse fra loro; pullulano avverbi e aggettivi ma anche frasi colte dalla quotidianità delle piazze. Non si capisce bene se a scriverlo siano state due persone di estrazione culturale opposta, o una sola che vuol mostrare di “sapere e comunicare” ma non è cosciente del proprio limite espressivo! Dall’invito di un candidato del Pdl al candidato sindaco a “rispettare il programma..”, durante un’inaugurazione alla presenza di Giovanardi, si potrebbero ravvedere indizi che portano verso la seconda ipotesi.

Proprio da Condemi partiamo con un’analisi dei contenuti del programma. Ciò che più colpisce di questo è la propensione al “campanilismo”: in neretto sono evidenziate formule, in vari punti, come “assunzione esclusivamente di lavoratori di Taranto”, “assunzione esclusiva di tarantini”. E la cosa assume toni più drammatici quando pronunciata oralmente – come successo svariate volte – in presenza dei consiglieri regionali Lospinuso e Chiarelli che vivono dei voti dei non tarantini che in città lavorano. Altro aspetto interessante è il proposito di realizzazione di opere pubbliche con il “progetto di finanza” – cioè con il finanziamento dei privati, i quali in cambio ottengo la concessione del bene per un periodo stabilito e limitato. Rimandiamo al lettore una ricerca più approfondita di questo strumento, a cui anche l’attuale sindaco ha ricorso, e della propria pericolosità secondo Nando Dalla Chiesa – fra i tanti. Su come rimpinguare le finanze del comune – a domanda diretta – il candidato rimanda alla lettura del volantino, nei punti 5,6 e 7 (progetto di finanza, procedura ristretta semplificata nelle gare d’appalto e conferimento di incarichi professionali/tecnici esclusivamente a professionisti tarantini).

La sintesi di programma che accompagna la propaganda del sindaco Stefano è chiara ed esaustiva: ricorda dell’appuntamento dell’amministrazione prossima con il Piano Urbanistico e del proposito della coalizione alla non espansione(un uso più ragionato del territorio?). Sulla partecipazione, generalmente il nuovo specchietto per le allodole dei programmi dei candidati di centro-sinistra degli ultimi anni, troviamo “Le rappresentanze istituzionali, spesso, mostrano deficit di energie e conoscenze che possono essere compensate da un’aggiunta alla democrazia. Quest’aggiunta è la partecipazione.” Viene da pensare che magari dietro all’affidamento di incarichi ad esterni vi è questo stesso principio di “deficit” applicato agli uffici comunali. Vedi Avvocatura. Segnaliamo inoltre il punto “creatività, cultura e scienza devono essere[...] fondamenti di nuove centralità urbane diffuse, per favorire l ’aggregazione e la vitalità sociale, per valorizzare la pluralità e l’intreccio fra culture, per mantenere in città talenti e capacità.” e dandovi appuntamento alla prossima serata alla discoteca Cantiere Maggese.

Il programma di Dante Capriulo non lascia nell’oblio la situazione economica del comune di Taranto, aggravata dal vincolo, per gli enti pubblici, del pareggio di bilancio. Si parla, infatti, di risanamento finanziario, con parole di apprezzamento nei confronti del lavoro svolto dall’Osl. “Un merito” quello della dichiarazione di dissesto, che Capriulo rivendica, ma che è tuttora molto discusso specialmente dal centro-destra tarantino. Il candidato entra in una questione spinosa come l’Amiu e l’Amat con l’obiettivo di contrastare i loro alti costi per il comune ed il fenomeno della lottizzazione; da un candidato appoggiato anche da Rifondazione ci si auspica un passo in più verso strutture più partecipate – dai cittadini – nella gestione delle municipalizzate.
Sfogliando il “manifesto” del candidato Mazza e quello di Bonelli nella parte riguardante la città vecchia, non si ravvedono differenze. In Mazza si parla di “sburocratizzazione” per le attività commerciali e piccole imprese; in Bonelli si fa riferimento al ricorso al microcredito.

Andando alla ricerca del programma completo del leader nazionale dei Verdi, ci imbattiamo in questa immagine. Di primo acchito, ci sembra di piombare in una lezione di elettronica e sistemi. Era meno incasinata la Cpu del 486, a dire la verità. Però, s’è scoperto, che unendo i riquadri, come si fa col gioco dei puntini della Settimana enigmistica, esce scritto “nè di destra, né di sinistra”…dovevamo capirlo dalle varie freccette. A parte gli scherzi, notiamo una grossa mancanza nel programma. Dove sono le Ztl nel centro città? Capiamo benissimo che, fra i sostenitori del candidato, ci sia un giustissimo rifiuto dell’utilizzo delle auto, però dubitiamo che molti altri cittadini possano permettersi di acquistare mezzi poco inquinanti. Usando un termine coniato da altri, più che “ambientalismo”, a volte ci sembra di sprofondare in una sorta di “abbientalismo”.Tornando all’immagine, dopo essere usciti dall’attacco di labirintite inevitabile, non si può fare a meno di non porre l’attenzione su determinate “issue”. Non è comprensibile, se non per acrobazie di logica, lo “sfruttamento” del turismo cinese, come non è umana la riconversione di operai e tecnici mille volte. Ma siamo ancora alla visione dell’operaio stile “Tempi moderni” di Charlie Chaplin? Probabilmente si. Oppure siamo entrati nella concezione di risorsa umana, propria del termine. Dove l’operaio, al pari di una qualsiasi materia prima, viene privato della sua anima e diventa solo un ingranaggio del sistema?

Mazza, durante questa campagna elettorale, sembrerebbe aver fatto un tuffo nel realismo. Nessun manifesto d’estremismo nel suo programma, ma una progettazione che talvolta esce decisamente dai confini delle competenze meramente comunali, frutto forse della deformazione professionale figlia dell’esperienza, ancora in corso, da consigliere regionale. Un dubbio sorge però, ed investe le proposte di molti dei candidati: riguarda il progetto agro-alimentare. Quali e di quali zone sono i prodotti pensati? In quale momento si colloca l’attuazione di questo progetto? Più semplicemente, quanto tempo ci vorrà per esportare i nostri prodotti come sani, ad oggi contaminati?

Nella sezione non pervenuti si pone Mario Cito. Su internet non c’è il programma, in compenso circolano video “deliziosi”, gli ultimi dei quali, quello il cui slogan è “Votare è un piacere”¹ e quello intitolato “In nome del padre”². Per le strade Ciraci ha provveduto a distribuire il suo bel faccione, ma dei propositi scritti la distribuzione non ha provveduto a rendere giustizia. Forse il tutto è affidato all’eloquenza delle immagini, nella memoria collettiva così come su TBM, del governo cittadino di “quando c’era lui”.

*Agli amici della lista Schittulli consigliamo il sito: http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=4016&ctg_id=93
l’accento va messo su… (affermazione): , mi piace”

¹  http://www.youtube.com/watch?v=ZEXE80b0mjY liberamente copiato da uno spot spagnolo “Votar es un placer” http://www.youtube.com/watch?v=IhiKju_waak

²  http://www.youtube.com/watch?v=GHB0VkQA1LE&feature=relmfu geniale



2 Comments

  1. Anonymous May 4, 2012 8:25 am 

    Bell’articolo quello sul Piano quinquennale 2.0. I programmi elettorali dei candidati, Ma a proposito del programma di Mazza se gli autori si fossero presi il disturbo di intervenire alle numerose occasioni in cui si esplicavano i numerosi punti del programma, l’articolo sarebbe risultato più aderente alla realtà. Sono ovviamente di parte essendo candidato consigliere con Mazza.

  2. Anonymous May 7, 2012 9:08 pm 

    Strano che non abbiate trovato il vero programma completo del candidato Angelo Bonelli, divergenze di opinione a parte, direi che è molto chiaro. Grazie http://www.angelobonelli.it/programma/

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