Italiani campioni di solidarietà per le repressioni altrui

di Fabiana Manigrasso

Lo scorso 5 ottobre, Yoani Sanchez, nota blogger cubana anticastrista, veniva arrestata mentre si stava dirigendo a protestare all’esterno del palazzo di giustizia, luogo dove si stava svolgendo il processo ad Angel Carromero, un politico spagnolo accusato di omicidio.

Molteplici le voci sulla vicenda: da una parte si parlava di arresto mai avvenuto, dall’altra – visto che dopo qualche ora Yoani Snchez era già libera – di fermo.

Gran parte del mondo politico e intellettuale italiano si mobilitava con status indignati su facebook e twitter (maggiormente sul secondo, notoriamente più di moda tra i vip) per trasmettere il proprio messaggio di solidarietà alla blogger, manifestando dissenso verso misure prese da Cuba.

Saviano, dichiarando che quel fermo non fosse altro che un segnale di paura da parte del governo verso la blogger, invocava la libertà per la donna.

Renzi (http://twitter.com/matteorenzi/status/254247936823787520), uomo dalla grande umanità, decide di creare un volantino per la liberazione della blogger sfruttando, guarda caso, la grafica della sua campagna per le primarie (quando si dice prendere due piccioni con una fava).

Tutti i moderati da destra a sinistra rivendicavano la libertà d’espressione!

In quelle stesse ore, in diverse città d’Italia, tantissimi ragazzi scendevano in piazza protestando contro i continui tagli all’istruzione da parte del governo. Quest’ultimo, privando i giovani non solo di uno dei diritti più importanti, ma soprattutto di un futuro migliore, inchiodava definitivamente l’ascensore sociale – fermo ormai agli anni ’60 – e quindi la possibilità di sviluppo della nazione.

Vista la notoria libertà vigente in Italia, la pacifica manifestazione degli studenti si è trasformata in una guerriglia – o almeno così hanno raccontato molti giornali– descrivendo la protesta degli studenti come “scontri” con la polizia.

Scontri che vedevano schierati da una parte poveri poliziotti armati di solo manganello e dell’altra pericolosissimi “terroristi” adolescenti armati di libri e quaderni (e sappiamo benissimo quanto sia rivoluzionaria e molto più temibile la lettura di un libro piuttosto che le percosse di un manganello).

I soprusi delle forze armate (e quindi dello Stato) su questi giovani disarmati e indifesi non sono mancati: presi a calci mentre erano riversi per terra, bloccati al muro, manganellati e strattonati, il tutto come sempre in piena libertà; è doveroso ricordare che il nostro è uno tra i pochissimi paesi in cui non vige l’obbligo di un numero identificativo sul casco degli uomini (e delle donne) delle forze dell’ordine. Servirebbe, ça va sans dire, sia a chi quel mestiere lo svolge in maniera seria e onesta, sia a far pagare la giusta pena a chi troppo spesso si ricopre di un potere che non gli spetta, scatenando la sua ira fascio-repressiva contro chiunque osi pensare con la propria testa.

Per tutto ciò, purtroppo, nessun politico o noto intellettuale moderato ha sprecato una sola parola.

Dov’erano Renzi e Saviano in quel momento?

Forse la grafica delle primarie di Renzi non era in pendant con i colori delle proteste di quei giovani liberi? E Saviano, da buon italiano, era troppo preso a preparare il tweet di solidarietà per l’oppressione di quei comunistacci cubani? Si sa: noi italiani preferiamo occuparci delle repressioni altrui ignorando quelle di casa nostra.

E così, molte violenze e coercizioni made in Italy vengono totalmente oscurate (o, se portate alla luce, mistificate) per occuparsi della non libertà altrui, fingendo che da queste parti la libertà di espressione sia intoccabile.

A causa di questa disinformazione dilagante, l’ennesima vergogna tutta italiana, accaduta il 26 settembre scorso, è passata in sordina: al Senato si discuteva circa il testo di legge che introduce il reato di tortura nel nostro ordinamento penale e, visto il netto rifiuto da parte di Pdl, Udc e Lega, il tutto è stato rimandando in Commissione per <<ulteriori approfondimenti>>, col timore che questo provvedimento potesse costituire una limitazione all’azione delle forze armate.

Limitazione all’azione delle forze armate: molto probabilmente da quelle parti avranno dimenticato gli orrori accaduti a Bolzaneto e alla Diaz durante il G8 di Genova del 2001.

Tutti i soprusi e la violenza estrema della polizia durante un importantissimo evento, qual è il G8, hanno mostrato al mondo intero la nostra vera identità. Non a caso l’Onu ritiene l’Italia un paese privo di diritti civili, in ritardo e inadempiente. Inadempiente e in ritardo perché nel lontano ’88 – sollecitata dall’Onu – l’Italia firmò la Convenzione contro trattamenti e pene crudeli, inumani o degradanti che prevede l’adempimento e l’introduzione del reato di tortura nel proprio ordinamento, ma dopo ventiquattro anni ci stiamo ancora pensando su.

Con buona pace di Saviano & Co, vorrei ricordare che siamo al 7° posto nei paesi dell’UE per la violazione dei diritti umani dopo Turchia, Russia, Polonia, Romania, Ucraina e Bulgaria. Incredibile, no?

Quante Bolzaneto e Diaz dovranno accadere ancora? Quanti Cucchi, Giuliani, Aldrovandi, Uva (e tantissimi altri) ci saranno prima che questo paese si civilizzi e metta in atto ciò che promise con quella firma nel 1988?

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http://www.agoravox.it/Reato-di-tortura-si-alza-ancora-lo.html http://mazzetta.wordpress.com/2012/10/05/freeyoani-lepic-fail-di-huffington-post-italia/

 


2 Comments

  1. mafalda quino October 15, 2012 6:33 pm 

    Giustamente ti chiedi:” Quante Bolzaneto e Diaz dovranno accadere ancora? Quanti Cucchi, Giuliani, Aldrovandi, Uva (e tantissimi altri) ci saranno prima che questo paese si civilizzi e metta in atto ciò che promise con quella firma nel 1988?” Non credo che questa classe politica, da te molto bene descritta, potrà e vorrà onorare quella firma. Come quelle che le hanno precedute, hanno fatto del nostro Paese il “campione indiscusso e irraggiungibile” delle stragi mai chiarite e tanto meno punite.
    Bellissimo articolo

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