Dal “Caso Taranto” alla discussione del sistema

di Serena Miccoli

Da fine Luglio, Taranto è diventata un ‘caso nazionale’.

Blocchi, proteste, panini; manifestazioni a cui partecipano i vertici delle sigle sindacali, proteste contro manifestazioni a cui partecipano i vertici delle sigle sindacali; tre ruote; intercettazioni scioccanti, autogrill, mazzette, licenziamenti; tg, giornali, tv… tanta, troppa tv; cordoni di auto blu, strade bloccate: una mamma attende l’autobus alla fermata da mezz’ora: “che sta succedendo?” – “Ci sono i ministri signora.” Guarda, incredula, l’orizzonte deserto di Via Principe Amedeo.

Cinquecento caratteri di immagini, scene che TUTTI conosciamo e che i maestri del mestiere hanno saputo dipingere bene dalla realtà spolpata fino all’osso, cavandone da ogni lacrima, volto, urlo di cittadini e di cittadini-operai, più quattrini, più vendite, più audience.

Ma le immagini sono solo l’estratto più comprensibile, digeribile e appetitoso di una realtà drammatica, di una situazione di assoluta emergenza, che si evolve di ora in ora, fra tentativi di un improbabile dialogo fra politica e proprietà da una parte e magistratura dall’altra, ed espressioni ‘popolari’ che, per quanto se ne voglia dire, sono e restano la manifestazione di una presa di coscienza e della voglia che qualcosa cambi – in qualche modo più o meno chiaramente disegnato.

Prendiamo la fiumana di persone della fiaccolata.

Ė emblematico il susseguirsi di evidenti stati d’animo collettivi legati ad una figura che in un paese civile non verrebbe osannata o criticata per il ligio svolgimento del proprio quotidiano lavoro: la Gip Patrizia Todisco diviene tanto idolo salvifico, con tanto di epiteto, da invocare, incoraggiare ed esortare per la salvezza della città, quanto causa di un’insensata rovina. Insomma, in entrambe i casi, una responsabile. Un’anomalia, a cui anche noti personaggi politici (click) prendono parte, sfilando fra i passeggini, ignorando, a favore di un presenzialismo degno del miglior Paolini, il ruolo istituzionale – responsabile – rivestito.

Un’altra espressione popolare è costituita dal Comitato Lavoratori e Cittadini Liberi e Pensanti, il cui apecar continua ad investire sotto le proprie tre (a volte quattro) ruote i sindacati del ‘panino’ quanto le buone proposte di Fiom – vedi video dell’assemblea tenutasi a Taranto.¹ Rispetto al ricorso alle sperenza nella magistratura, qui siamo ad un altro livello. Lo scollamento dalle realtà rappresentative partitiche e sindacali dei cittadini, avvenuto, conoscendo i curricula di alcuni degli aderenti, per i più svariati motivi, fa un passo in avanti verso la proposta; partendo dall’Ilva, la discussione è portata sul piano politico.

Io non delego, io partecipo” è stato il leitmotiv del corteo di sabato mattina: «il nostro futuro non deve essere più delegato ai soliti amministratori, ai soliti politici, ai soliti delegati dei sindacati» – spiega Fabrizio Musetti, portavoce del Comitato di questo turno – «dobbiamo essere noi i delegati del nostro futuro, con la partecipazione collettiva. Con l’iniziativa di oggi abbiamo invitato, ancora una volta, la gente a dire la propria, a condividere le proprie proposte partecipando al comitato. Noi continueremo a lottare, a muoverci per questa città repressa dai colossi Ilva, Eni, Cementir, dalle discariche; e continueremo a dire che Riva e lo Stato, visto che si è stabilito che quest’azienda inquina, devono pagare il lavoratore e il cittadino.»

In un sistema come il nostro che funziona per deleghe, tavoli con rappresentanti dai quali si decidono le sorti di un’intera città, mi viene facile valutare l’azione del comitato come sola pressione nei confronti dei soggetti che, nolenti o volenti, hanno voce in capitolo nelle questioni, siano essi ministri, rappresentanti sindacali o politici. Ma Fabrizio chiarisce subito che partiamo da una base completamente diversa: «Siamo stanchi di far decidere il nostro futuro. Il lavoro da fare è auto-organizzarsi dal basso e iniziare a decidere, in maniera popolare e assembleare, il nostro destino, e, ripeto, non delegando nessuno. Anche nel comitato esistono portavoce provvisori, che cambiano di volta in volta. Poi, partecipare a quei tavoli, non serve a niente. Solo con un cambiamento dal basso, i cittadini potranno riprende in mano le redini della città – e, senza mezzi termini aggiunge – togliendo di mezzo chi ci ha governato, dal centro-destra al centro-sinistra, nei consigli comunali quanto regionali.»

Colpisce, dopo queste parole così determinate e forti la presenza di chi nel sistema politico così come adesso è fatto, non tanto ci ha creduto nel passato ma, ricoprendo oggi determinati ruoli nelle rappresentanze, dimostra di crederci ancora.
Quindi il Comitato si propone d’essere un laboratorio di un nuovo – per la città – modo di concepire la proposta e il processo decisionale politico – dal basso, appunto – oltre che uno dei simboli del ‘Caso Taranto’. Dal 2 Agosto, data di nascita ed irruzione nelle piazze, il Comitato ha provveduto alla creazione di gruppi di lavoro per la formulazione di proposte per Taranto, con l’apporto di tecnici e studiosi. E ricordiamo, a tal proposito, una Piazza della Vittoria, piena di cittadini accorsi in una sera d’estate ad ascoltare Guido Viale.
Una di queste proposte del Comitato è imperniata sul concetto di reddito, una proposta ancora in fase di discussione, che non esiteremo a raccontare più avanti e più dettagliatamente.

Mentre il corteo Sabato andava concludendosi in Piazza De Amicis, uno dei personaggi che fino a qualche tempo fa, con il caso San Raffaele galvanizzava l’attenzione dei cittadini, si apprestava ad annunciare una multa salatissima di 2.437.320 euro – ecotassa evasa – ai danni dell’Ilva, a causa della presenza di un’estesa area adibita a discarica all’interno dello stabilimento, sequestrata nel 2009 dalla Guardia di Finanza. Un bel colpo per la campagna elettorale dell’amico Vendola, che la questione Ilva avrebbe potuto scalfire; forse un po’ meno per la proprietà. Si sa, che in questa città, multe e tributi evasi dal siderurgico Ilva vengono condonati che è una bellezza.

A proposito, avrà pagato l’Imu?

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¹ www.youtube.com/watch?v=ZptLN6hLEQw

 

 

 

5 Comments

  1. RSRS October 17, 2012 11:09 am 

    Non capisco xchè la fiaccolata è una anomalia e il corteo di sabato 13 no! Sono facce della stesa medaglia: Taranto è viva!! E’ sicuramente vero che in paese normale sperare nella professionalità e nell’onestà di un magistrato dovrebbe essere cosa normale, ma xchè questo è un paese normale? E’ altrettanto vero che è arrivato il momento che i cittadini partecipino in prima persona alla vita politica della città, ma xchè chi lo fa anche in associazioni ambientaliste nn lo fa? E allora basta alimentare le divisioni e criticare , è il momento di proporre.

    • Serena Miccoli October 18, 2012 12:02 am 

      Appunto, è un’anomalia! Chi doveva svolgere il proprio compito di controllo e programmazione non lo ha fatto – i nostri “rappresentanti” – così che ci si affida (o come ha detto qualcuno “delega”) alle decisioni del gip Todisco lì dove altre forze hanno fallito.
      Poi non mi pare di aver scritto che le associazioni ambientaliste non prendano parte alla vita politica. Anzi non mi pare di averne proprio fatto menzione.

  2. franco October 17, 2012 8:54 pm 

    Ancora sembra esserci l’esigenza di riaffermare il ruolo (costruttivo) che ha il Gip Todisco, cioè quello di una indipendenza dalla corruzione politica ed economica fondata sul binomio: potere e ricchezza tipica purtroppo del dissestato centralismo democratico. Ecco perchè i cittadini si propongono, è cosi’ difficile capirlo?? dovrebbe essere molto semplice per la politica, sopratutto locale cogliere questi esempi di disagi che la città tutta stà vivendo in piena solitudine (riferito alla politica) e assecondare ciò a cui oggi nessuno più vuole rinunciare, anbiente salubre, lavoro e dignità.

  3. Serena Miccoli October 18, 2012 12:09 am 

    Caro Franco, “una parte” della politica su questa faccenda ha fatto veramente una figura magra e se non coglie questi segnali continuerà a farla.
    In un paese normale, come diceva la persona che ti ha preceduto nei commenti, quel ruolo costruttivo sarebbe stato solo la prassi.

  4. Ciccio Voccoli October 18, 2012 8:04 am 

    Fare riferimento solo al Gip Todisco mi sembra ingiusto sia nei confronti del giudice Sebastio che di questa vicenda Ilva e’ il vero regista e sia nei confronti degli altri magistrati che si stanno tenacemente occupando del caso Ilva. Sebastio ,inoltre,e’ stato da sempre un feroce persecutore degli inquinatori locali e in particolare dell’Ilva.Infatti tanti sono stati i processi a Riva e le relative condanne.

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