Realizzare i propri sogni, sperando in una “mangia-soldi”

di Rita Taccardi

Tante piccole luci colorate che t’incantano, hanno il “potere” di farti rimanere lì fermo, immobile a fissarle e piano piano la voglia sale sempre di più…

Non stiamo parlando delle splendide luci colorate degli alberi di Natale, ma di quelle delle macchinette, Slot Machines che in qualsiasi locale, bar possiamo trovare. In Italia non possiamo costatare il numero delle new slot, in quanto giornalmente il numero sarebbe da ritoccare e modificare: si pensi che circa ogni 10 locali italiani in 6 troviamo le macchinette.

In questi giorni ero seduta in un bar e ho avuto modo di parlare con uomo, di cui non farò il nome per motivi di privacy, che mi parlava della crisi, la solita storia di una condanna per la maggior parte degli italiani uno stipendio unico, due figli da mantenere un lavoro , molte ore di cassa integrazione e stipendi che sembrano non arrivare mai ecc… Mentre discutevamo si è alzato e si è avvicinato ad una slot machine e ha giocato cinque partite che equivalgono a 5 euro e lì mi sono chiesta se realmente quell’uomo avesse capito il discorso fatto in precedenza. Gli ho chiesto il motivo per il quale avesse giocato e la sua risposta è stata: “Perché credo che quelle macchinette tutte colorate un giorno possano realizzare un mio sogno, oggi è andata così domani andrà meglio, forse non ho vinto perché c’eri tu che mi guardavi.”

Dopo una tale affermazione ho capito che quella crisi di cui parlava lui forse non era dovuta solo ed esclusivamente al problema lavorativo, ma anche e in particolare modo a quelle macchinette.

La maggior parte delle mangia soldi sono tutte fornite dalla AAMS e quindi tutte legalizzate dallo Stato e ovviamente costituiscono un beneficio per lo stesso Stato Italiano. Alcuni comuni “giocano” in difesa delle fasce sociali più a rischio vietando così la presenza di slot vicino a chiese, scuole e centro anziani. Ma parliamoci chiaro: molte volte, se non sempre queste regole non vengono rispettate e parliamo di gioco d’azzardo clandestino. Possiamo considerare le persone che giocano giornalmente ai videopoker o alle slot veri e propri malati: l’allarme ultimamente coinvolge anche donne e giovanissimi sempre più accaniti e attratti da queste ruba soldi e se ciò accade dobbiamo anche “ringraziare” la nostra cara e ben amata TV che permette la pubblicizzazione di spot che incitano al gioco,anche se legale. Questo è sempre più un fenomeno in espansione, ma poniamoci la domanda: quanto costa annualmente tutta questa pubblicità? La risposta ci viene data da un sondaggio svolto nel 2008 dove si ha una stima di oltre 20 milioni euro che indubbiamente in questi anni è stata superata di gran lunga.

A proposito di ciò ho avuto modo di parlare e intervistare un giovane regista Antonio Di Martino che ha girato un corto-metraggio in un piccolo paesino della provincia di Caserta. Il corto si chiama “MAKINETTE” e sarà presto possibile visionarlo su youtube. Il corto nasce da una determinata situazione, mi spiega l’autore: “Avendo posseduto un piccolo bar vedevo giornalmente varie realtà sociali, poi si sa, in un paese la clientela diventa fissa e molti richiedevano che venissero messe nel locale delle mangia soldi, nonostante la mia volontà negativa rispetto a quest’ultime. Questo mondo mi affascinava e così si creava tra il cliente e me una sorta di dialogo, quindi riuscivo a capire che molti di essi giocavano con la speranza di vincere e poter magari realizzare i sogni dei propri figli…”.

Proseguendo chiedo come mai si è scelto di utilizzare un corto-metraggio su questo determinato argomento: “Questo lavoro nasce come corto-metraggio in quanto la Tv è uno strumento di cui la gente non può fare a meno e quindi viene vista e seguita giornalmente, così si ha maggiore possibilità di mostrare chi gioca, con la speranza che il vero giocatore si riveda in determinate scene e magari si faccia una sorta di esame di coscienza.” A questo lavoro hanno partecipato circa venti persone tra cui anche giocatori compulsivi delle new slot che spesso davano risposte al perché della loro mania con delle scuse.
Se siete interessati a capire e avere maggiori info su questa iniziativa potete trovare le foto e alcuni stralci del corto sulla pagina facebook di Antonio Di Martino.


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