di Vincenzo Vestita

Quelle  che si stanno scatenando in queste ultime ore sui social Network, in particolare su Facebook, possono essere definite, in una iperbole neanche tanto lontana dalla realtà, le avvisaglie della prima guerra civile telematica ionica. Gli eventi, proprio come un vero conflitto, stanno percorrendo una veloce escalation i cui esiti possibili sono molteplici e quanto mai imprevedibili. Che i social network siano diventati l’agorà principale delle discussioni  di ogni tipo e sorta è un dato incontrovertibile. (more…)

di Vincenzo Vestita

Da qualche settimana è in libreria “L’età dell’acciaio” (Mandese Editore), ultima tappa di una monumentale opera sulla storia contemporanea di Taranto, cominciata già qualche anno fa con La città al Borgo e Taranto da Una Guerra all’altra e proseguito con Taranto dagli Ulivi agli Altoforni (2 volumi). Nel lavoro appena pubblicato sono affrontati gli anni ’70: gli anni della grande industrializzazione, in cui la città cambia definitivamente volto e iniziano ad emergere i primi rischi legati all’impatto degli impianti produttivi sul territorio e la salute dei cittadini. Ma anche gli anni di una straordinaria vitalità culturale e sociale, che Taranto non avrebbe più conosciuto fino ai giorni nostri. Dalla vicenda urbanistica alle dinamiche interne alla Chiesa, dalla nascita della controcultura allo sviluppo delle strutture scolastiche, il volume è un lungo excursus nel decennio più drammatico ed entusiasmante del Novecento jonico. Ne abbiamo parlato col curatore di questo e degli altri volumi, prof. Roberto Nistri (more…)

di Vincenzo Vestita

Lavoro in fabbrica da oramai quasi 11 anni. Può sembrare un tempo relativamente breve, ma in realtà è una vera e propria era geologica per quello che riguarda il “lavoro” nel suo senso più esteso. Passato sotto le forche caudine del “contratto formazione lavoro” dei primi due anni, la conferma a tempo indeterminato ha rappresentato per me, come per tutti i miei colleghi di lavoro sottoposti alla medesima “prova”, una liberazione non indifferente. (more…)

De Rerum Procura

di Vincenzo Vestita

Ogni volta che mi accingo a parlare o a scrivere di qualcosa che riguardi il rapporto tra la grande fabbrica e le ricadute di quest’ultima in termini sanitario-ambientali sul territorio confesso di trovarmi in una condizione di estrema difficoltà. Credo, in tutta onestà, che questa mia “sofferenza” derivi principalmente dal fatto di aver liberamente scelto di vivere in piena consapevolezza la mia condizione di operaio che presta la sua forza lavoro nel più grande centro siderurgico d’Europa, la cui ingombrante presenza – non solo fisica – ha riempito, riempie e probabilmente continuerà a riempire molto più degli spazi lavorativi della mia vita. (more…)

di Vincenzo Vestita

Ci sono operazioni che un operaio dell’ ILVA deve compiere, per sua scelta, in modo rapido, tutto d’un fiato e con chirurgica precisione. Fare la pipì o la popò nei bagni in fabbrica richiede infatti una serie di qualità e abilità, fisiche e mentali, che dovrebbero entrare di diritto tra quelle richieste contestualmente al colloquio di assunzione, attraverso una prova pratica annessa, di difficoltà crescente, che comprenda nell’ordine: (more…)

di Vincenzo Vestita

Come da tradizione consolidata, il passaggio dall’anno vecchio a quello nuovo porta con se tutta una serie di bilanci e statistiche, che spaziano in campi tra loro diversissimi e che coprono una vastissima casistica tra il serio e il faceto. Ve n’è una però che non è altro che una tragica conta di vite perse sul lavoro, le cosiddette “morti bianche”, una elegante locuzione per attribuire una neutralità ed una inevitabilità ad un fenomeno che non è né neutro né inevitabile. (more…)

di Vincenzo Vestita

Ritengo questo periodo dell’anno il più “triste” in cui lavorare in un posto come l’ILVA. In questa valutazione rientrano tutte quelle sfumature, sensazioni e stati d’animo che, sommate tra loro, ti fanno amare o odiare qualcosa. Sarà per il fatto che la sveglia suona così presto la mattina che il sole ci mette ancora un’ora per venir fuori ed il pomeriggio alle 16, quando prendi il pullman per andare dal reparto allo spogliatoio, lo vedi già andare via; sarà per l’autunno inoltrato che ammanta di tinte spente uno scenario cromaticamente composto di tinte spente già di suo; sarà perché in tanti altri lavori riesci a sentire il “profumo” delle festività ma in questo no. (more…)

di Annarita Digiorgio

Avevo detto al buon Romeo che per questa settimana avrei scritto qualcosa sull’attività politica in difesa del servizio ferroviario per la nostra provincia. Dal 12 dicembre parte la nuova offerta ferroviaria nazionale, come si legge si tratta di 267 treni in più.
Sul sito però si guardano bene dal dire che tutti questi bei treni, nuovi e veloci, sono destinati al traffico da Napoli in su. Il meridione è completamento tagliato dalla nuova offerta, o meglio, se a nord aumentano treni, servizi e velocità, a sud tagliano. Tutto. (more…)

di Vincenzo Vestita

Le mense aziendali dell’Ilva sono luoghi strani per il contesto in cui sono inserite. In poco più di mezzora si concentrano centinaia di lavoratori provenienti da diversi reparti per consumare il meritato pasto a metà della giornata di lavoro. E’ strano innanzitutto l’orario, le 11 di mattina; un orario in cui nelle city economico-finanziarie si inizia a pensare all’aperitivo in qualche prestigiosa caffetteria, noi in fabbrica (luogo in cui si sostanzia l’economia reale che più reale non si può) si va a pranzare. E siccome il tempo è denaro (il tempo è nostro, il denaro è del padrone), l’ora di pausa non è retribuita. (more…)

di Vincenzo Vestita

Nell’arco dei tre lustri di gestione Riva, la crisi e il ricorso alla cassa integrazione non sono stati gli unici elementi di novità dell’industria dell’acciaio tarantino degli ultimi due anni. I più attenti sicuramente avranno notato un radicale cambiamento di approccio dell’Ilva ad un particolare leva di sviluppo in precedenza scarsamente tenuta nella debita considerazione, ossia la comunicazione aziendale. (more…)