Se dovessimo descrivere il rapporto tra la città di Taranto e la Marina militare Italiana, utilizzeremmo la metafora del “nodo”, simbolo di forza e solidità, elemento imprescindibile del bagaglio culturale di un marinaio. Come un nodo “di bandiera”, la storia della “città spartana” (fondamentale per la sua posizione strategica nel Mediterraneo) è saldata a quella della Marina militare (all’epoca della costruzione si poteva “fregiare” ancora del termine regia) fin dal 1883, data di inizio di lavori dell’arsenale militare tarantino. Durante i sei anni che intercorsero dalla posa della prima pietra alla fine dei lavori (per cui erano stati previsti due progetti uno, più sfarzoso, affidato al generale Saint Bon ma ritoccato successivamente in chiave più ridimensionata dal generale Chiodo) la classe dirigente tarantina intuì gli enormi potenziali benefici socio/economici che una struttura di tale portata avrebbe potuto garantire; per tale motivo le politiche economiche e sociali della città furono orientate quasi completamente al mantenimento e supporto delle attività militari, penalizzando di fatto quelle categorie cittadine, pescatori e miticoltori in primis, che con l’occupazione dello specchio di mare antistante la spiaggia di S. Lucia in Mar Piccolo, vedevano messe in pericolo le loro attività. (altro…)