Come speculare sui disastri e vivere felici…

di Roberto Polidori

Ogni volta che leggo sui giornali il seguente genere di affermazioni: «bisogna riformare il sistema finanziario mondiale» oppure «bisogna ridurre le dimensioni delle banche “troppo grandi per fallire”», penso che sarebbe più sensato affermare: «dobbiamo lasciarci alle spalle il capitalismo», soprattutto quando chi dice queste cose ha interessi a che nulla cambi. A parte la necessaria rivisitazione delle banche “conosciute”, bisognerebbe smantellare un intero sistema ombra sconosciuto ai regolatori che lavora ogni giorno muovendo migliaia di miliardi di Euro su mercati finanziari senza seguire alcun regolamento e determinando i prezzi di tutto ciò che ci circonda.
Ecco un esempio facile facile di ciò che un semplice privato cittadino dotato di una buona liquidità e di informazioni sicure può fare su un mercato finanziario molto regolamentato – cioè dotato di regole di comportamento precise. Immaginate di essere Bin Laden, il terrorista diabolico recentemente ucciso – forse – in Pakistan da un commando statunitense dopo un decennio di ricerche e a costo di una guerra ancora aperta in Afghanistan. Immaginate di essere in procinto di organizzare l’attentato dell’11 Settembre 2001 e di avere la certezza, se non di buttare giù le torri Gemelle e un’ala del Campidoglio, almeno di gettare nel panico gli stati Uniti per una settimana causando un tracollo delle borse mondiali e, in primis, di quella americana. Se, quindi, siete già abbastanza ricchi e se, soprattutto, avete l’informazione che qualche evento futuro possa influenzare nel bene e nel male gli indici di borsa, non ci pensate due volte a cercare sul mercato gli strumenti finanziari che vi fanno guadagnare quando le borse crollano: questi strumenti esistono.
Con questa certezza qualche giorno prima dell’attentato – magari in data 31/08/2001 – accendete da un qualsiasi paese del globo un bel conto corrente che possa operare in derivati – gli strumenti finanziari di cui tanto si parla e che permettono, appunto, di guadagnare ache quando il mercato va giù – ed, in particolare, concentrate la vostra attenzione su un derivato chiamato “future su indice S&P 500”.
Per non farla troppo lunga e troppo difficile diciamo che una qualsiasi persona fisica – o un qualsiasi prestanome, se Bin Laden non può accendere un conto siffatto a suo nome – può comprare o vendere fino a 20.000 contratti derivati su indice americano, secondo quanto prescritto dai regolamenti di borsa americana1. Diciamo che voi (Bin Laden), avete deciso di comprare questi strumenti dall’Italia; un conto corrente on-line italiano vi farà spendere circa 3.000 Euro per ciascun derivato; dato che siete sicuri che Wall Street crollerà a breve, scommettete sul ribasso degli indici di borsa il massimo consentito per ogni cliente: 80 milioni di euro in data 30/08/2001. Se siete Bin Laden, rampollo di una ricchissima famiglia dell’Arabia Saudita (ben introdotta addirittura presso la famiglia reale), potete farlo: siete già ricchissimi !!!
Dal Grafico (1) vi potete rendere conto che a fine giornata del 31/08/2001 avete acceso i contratti e scommesso al ribasso quando l’indice di borsa S&P 500 è a 1130 circa; dopo qualche giorno è l’11 settembre 2001 e, guardacaso, gli aerei si abbattono sulle Torri a primo mattino, a mercati finanziari appena aperti o in apertura. Inutile dire che il mercato azionario crollerà durante la giornata in modo talmente veloce che Wall Street resterà chiusa per una settimana. Diciamo che voi, Bin Laden, decidete di incassare le vincite al termine del giorno 21/09/2001: senza tediarvi sulle modalità di calcolo della vincita state sicuri che avrete guadagnato circa 605 milioni di euro, milione più milione meno, da un crollo del 17% circa del mercato americano (dal punto in corrispondenza del 10/09/2001 al punto più basso del grafico). Avrete incrementato del 750% il vostro investimento iniziale in 20 giorni grazie all’informazione sicura su un atto ignobile…e tutto questo su un mercato trasparente e per un solo investitore. Moltiplicate questa vincita per il numero di persone a cui avrete passato l’informazione o per il numero di teste di legno a cui avrete intestato conti bancari che fanno sostanzialmente riferimento a voi.

Questo tremendo giochetto a guadagno garantito (l’undici settembre morirono circa 3.000 persone) si può fare sempre e riesce ancora meglio quando si opera in mercati non regolamentati (come fanno gli hedge funds nei paradisi fiscali): infatti i derivati su mercati poco trasparenti sono almeno 10 volte più utilizzati dei mercati dove esistono enti preposti al controllo delle transazioni. Il gioco è estremamente fruttuoso, poi, quando il mercato crolla a seguito di notizie negative: un crollo da panico, infatti, è sempre più veloce e redditizio di un’impennata da euforia. Gli speculatori che hanno notizie in anticipo, infatti, sperano sempre che le notizie siano catastrofiche: morti, fallimenti di stati sovrani, catastrofi naturali sono tutti ben accolti.
Molto spesso le grandi banche d’affari del pianeta si accordano per decidere dove investire i propri soldi o quale bene far deprezzare, creando cartelli che poco hanno da spartire con i libero mercato di cui si parla in giro: è di qualche mese fa l’incredibile scoop del New York Times, che accertò l’esistenza di meetings d’affari dei guru della finanza in un esclusivo club privato newyorkese (le celeberrime “riunioni del terzo mercoledì del mese”)(2).

E veniamo ad un “caso strano” avvenuto venerdì scorso sul mercato azionario italiano. Le società di rating sono enti che danno i voti a tutte le altre società (banche incluse) circa la solidità futura e le capacità di produrre reddito delle stesse sulla base delle analisi di bilancio. Una di queste società (Moody’s) ha declassato – cioè ha abbassato i voti – a numerose banche italiane giovedì scorso. Giovedì tutti i mercati azionari europei hanno perso molto trascinati al ribasso dal deprezzamento dei titoli finanziari, appena declassati. Venerdì, invece, hanno perso moltissimo solo i titoli bancari italiani e non si sa bene per quale motivo, visto che già giovdì erano andati giù e visto che fino alle 11:30 del mattino questi titoli viaggiavano in territorio positivo. Si dice che qualche fondo estero abbia cominciato a venderli a piene mani; mi chiedo se un finanziare come Warren Buffett – probabilmente lo speculatore vivente più famoso al mondo – abbia niente a che vedere con tutto ciò, tenendo conto del fatto che la società di rating Moody’s è controllata dal suo fondo hedge Berkshire Hataway (ne possiede circa il 13% del capitale). Insomma, possiamo essere sicuri del fatto che Buffett non abbia approfittato del vantaggio di poter conoscere prima le informazioni sul declassamento delle banche italiane per trarre vantaggio dal loro ribasso sui listini?
E ancora, per citare l’ultimo clamoroso disastro ambientale: sappiamo bene la reticenza e la lentezza con cui il governo giapponese e gli amministratori della TEPCO – l’azienda privata che ha costuito e gestito la centrale nucleare di Fukushima – hanno centellinato le informazioni negative sulla portata della catastrofe ancora in corso. Siamo sicuri che nessuno abbia guadagnato molto dal crollo repentino della azioni TEPCO sul mercato azionario giapponese?
Il livello di concentrazione dei capitali delle grandi banche d’affari è aumentato dopo lo shock del 2008 e, nonostante i paroloni ed i tentativi effettuati, il potere economico di questi giganti dai piedi d’argilla è aumentato perché, come dimostrato, gli interessi in gioco sono enormi e chi può avere le informazioni prima degli altri guadagna soprattutto quando le cose vanno male per tutti gli altri comuni mortali.
Se questi grandi squali della finanza continuano ad accrescere il loro potere mettendo in pericolo la stabilità finanziaria mondiale, non sarà forse che è l’intero sistema ad essere fallace?

(1): www.cme.com

(2):http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12/14/il-complotto-del-mercoledi/81869/