di Gaetano De Monte
Negli stessi giorni in cui si discute della riforma della legislazione del lavoro presentata al Parlamento e alle parti sociali da Elsa Fornero, dal 16 novembre 2011 Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali nel Governo Monti – una riorganizzazione dell’intero impianto del diritto del lavoro che sembra diventare funzionale all’obiettivo di rendere l’occupazione ulteriormente flessibile, così come lo sono i capitali –, a Taranto tantissimi operai Ilva scendono in piazza per difendere il posto di lavoro, “messo in pericolo” – a loro dire – dai movimenti ambientalisti che reclamano un futuro migliore per la città, e dalla magistratura che ha aperto un’inchiesta a carico di Emilio e Nicola Riva, padre e figlio, proprietari dello stabilimento siderurgico tarantino, di Luigi Capogrosso, direttore dello stabilimento, e Angelo Cavallo, responsabile del reparto Agglomerato 2, accusati di disastro ambientale relativamente alle emissioni di diossina da parte dello stabilimento Ilva di Taranto, avvelenamento colposo di sostanze alimentari e getto pericoloso di cose.
Il nostro modo di raccontare una protesta che – ad avviso di chi scrive – ha perlomeno del paradossale, è stato quello di chiedere a due generazioni presenti in fabbrica di spiegare il rapporto tra la classe operaia e quel mostro marrone scuro, quell’enorme mantello di ruggine che si estende per 1500 ettari, che sforna ogni anno buona parte dell’ acciaio prodotto in Italia ogni anno. (more…)