di Francesco Ferri

Che il governo della città abbia a piacere le rotatorie, sembra ormai evidente. Che si tratti di ampie e maestose costruzioni, come quella situata all’incrocio tra Viale Magna Grecia e Corso Italia, o che si tratti di edificazioni circolari di piccola taglia, quasi intima e con finalità decorative, come quella in corso di realizzazione proprio sotto Palazzo di Città, poco importa. L’amministrazione comunale in corso (e ovviamente non solo essa) sembra nutrire attrazione per questo tipo di costruzioni.
Nelle righe che seguono, si proverà ad assumere proprio la rotatoria (cosi presente nell’urbanistica di terra Ionica) come possibile paradigma dei cinque anni di amministrazione comunale. Non si parlerà – ovviamente – di gestione del traffico cittadino, né tanto meno di decoro urbano. Si proverà invece a riflettere su come la metafora della rotatoria, con la sua carattere di circolarità, possa essere una possibile chiave di lettura delle (mancate) scelte politiche dell’amministrazione uscente. (more…)

di Remo Pezzuto e Mara Pavone

Taranto, che fu capitale della Magna Grecia e culla della civiltà del Mediterraneo, sembra oggi aver perso completamente il suo carattere culturale, motore di sviluppo dell’intera città. Non possiamo dare la colpa solo alla presenza ingombrante della grande industria, che con i suoi fumi sembra aver offuscato le menti della popolazione; oppure alla militarizzazione del territorio, che ha privato la città di spazi e luoghi. (more…)

di Annarita Digiorgio

“La Puglia vuole essere una parte di quell’Europa che, con USA e Cina, è in grado di far nascere il mappamondo della pace. I commerci e l’economia sono facilitati enormemente dalla reciproca comprensione, quando cadono i pregiudizi”.
Queste le parole del Governatore Vendola nel suo viaggio di qualche mese fa in Cina, in cui annunciò la nascita dell’Istituto di cultura cinese Confucio anche nella città di Bari, preparando una serie di progetti commerciali con quel governo. (more…)

di Gaetano De Monte

Sono questi giorni in cui la sinistra parlamentare, così come l’abbiamo conosciuta nel secolo scorso, vive una crisi devastante, che mette in dubbio l’adeguatezza stessa di questa categoria. In tutta Europa c’è uno spettro che si agita e che evoca qualcosa di mai visto, con l’obiettivo di istituire una (la loro) “nuova democrazia” – un processo che sconvolge in primo luogo le istituzioni della rappresentanza politica, travolte da una trasformazione dall’alto che si svolge rapidissima. In Italia si manifesta una dinamica parallela, che raggruppa in una sintesi “tecnica” la crisi delle alternative, di destra e di sinistra, sterilizzando lo stesso diritto al voto in un processo di convergenza al centro degli schieramenti elettorali in cui il partito unico – od una analoga grande coalizione che è la sua forma di gestazione prediletta – serve agli assetti del capitalismo della crisi per amministrare, gestire – eliminando il dibattito intorno ad alternative non compatibili con il piano economico-finanziario corrente. Nel frattempo a Taranto, alla vigilia di quella che si preannuncia come la campagna elettorale più sclerotizzata di sempre, il maggiore partito del centrosinistra cittadino, il Pd, sembra aver perso la bussola.
“Dove va il Pd non lo sa neppure il Pd”. Comincia così il nostro colloquio con Luciano Mineo, storico dirigente del Pci-Pds prima, e del Partito Democratico poi; più volte consigliere comunale, per tre legislature consigliere regionale. Insomma, per dirla con Max Weber, un “professionista della politica”; inteso qui nel senso migliore della metafora, ovvero come uno che di politica sicuramente se ne intende. (more…)

di Salvatore Romeo (’84)

“Quando muoio non voglio niente del paradiso:
io i lavori del paradiso non li saprei fare.
Prego che il diavolo mi venga a prendere
e mi metta nelle fornaci ardenti dell’inferno.”

(B. Springsteen, Youngstown)

C’è un dato contenuto nella perizia medico-epidemiologica recentemente depositata presso il Tribunale di Taranto nel quadro del processo contro l’ILVA cui, tranne rare eccezioni (si segnala questo bel pezzo di Francesco Casula), non è stato dato quasi per nulla risalto. I curatori del documento – dott. Forastiere, prof. Biggeri e prof.ssa Triassi – così scrivono:

“La città di Taranto (e i due comuni limitrofi Statte e Massafra) presentano un quadro sociale variegato con presenza contemporanea di aree ad elevata emarginazione e povertà ed aree abbienti. A questa stratificazione sociale si associano differenze importanti di salute (e di probabilità di morte). Le classi sociali più basse hanno tassi di mortalità e di ricorso al ricovero ospedaliero più alte di circa il 20% rispetto alle classi sociali più abbienti [corsivo mio].” (more…)

di Massimiliano Martucci

La lotta del movimento No Tav offre diversi spunti di riflessione sulle tattiche di criminalizzazione di una istanza politica rispetto ad un’altra.
In ordine cronologico sono stati effettuati diversi tentativi volti a screditare, quindi a criminalizzare, un movimento che, per le sue caratteristiche, è uno dei più importanti degli ultimi anni. Anche e soprattutto perché ha le caratteristiche per diventare molto più diffuso di quanto non sia l’area interessata dall’intervento. (more…)

di Vincenzo Vestita

Da qualche settimana è in libreria “L’età dell’acciaio” (Mandese Editore), ultima tappa di una monumentale opera sulla storia contemporanea di Taranto, cominciata già qualche anno fa con La città al Borgo e Taranto da Una Guerra all’altra e proseguito con Taranto dagli Ulivi agli Altoforni (2 volumi). Nel lavoro appena pubblicato sono affrontati gli anni ’70: gli anni della grande industrializzazione, in cui la città cambia definitivamente volto e iniziano ad emergere i primi rischi legati all’impatto degli impianti produttivi sul territorio e la salute dei cittadini. Ma anche gli anni di una straordinaria vitalità culturale e sociale, che Taranto non avrebbe più conosciuto fino ai giorni nostri. Dalla vicenda urbanistica alle dinamiche interne alla Chiesa, dalla nascita della controcultura allo sviluppo delle strutture scolastiche, il volume è un lungo excursus nel decennio più drammatico ed entusiasmante del Novecento jonico. Ne abbiamo parlato col curatore di questo e degli altri volumi, prof. Roberto Nistri (more…)

Progetto “Acheronte”. Prima traversata

di Luciano Manna*

Fenix Asar ha 20 anni e le idee chiare. Quando arrivo al cavalcavia di via Dante dove si sta svolgendo il progetto “Acheronte”, che ha promosso e organizzato, mi chiede se fotografo per qualche giornale. La domanda è chiara, non me lo chiede per sapere su quale giornale farà bella mostra, no tutt’altro, quasi il contrario, su alcuni giornali e televisioni locali, specificandomi quali, non vuole che appaia il tanto lavorato progetto “Acheronte”. (more…)

di Salvatore Romeo (’85)

In questi giorni la maggior parte della cittadinanza attiva ha appreso attraverso un comunicato, della fine dell’avventura del centro sociale “Cloro Rosso”. I più, purtroppo, nell’apprendere questa notizia, sono rimasti totalmente indifferenti. Saranno le prossime elezioni ed i loro isterico commiato di richieste per la candidature di parenti ed affini, sarà il silenzio (vero) dei politici locali (finti), incapaci di portare avanti un dialogo costruttivo con una delle più belle realtà tarantine degli ultimi anni; ciò che rimane è che la città perde il suo unico centro sociale. In realtà non si tratta di una mero stop all’esperienza critica nella città, ma di “un momento di ampia e profonda discussione sull’attualità della questione spazi sociali nella nostra città ”. Tra i motivi, tutti molto validi, emerge a gran voce l’esigenza, ancora irrisolta, di un luogo fisico, reale, riconosciuto, legale. (more…)

Dickens continua a dire la verità*

di Benjamín Prado

Alcune persone muoiono. Altre scompaiono solamente. Lo scrittore Charles Dickens, ad esempio, lasciò questo mondo nel 1870, ma continua ad essere qui. E non solo perché opere come David Copperfield, Canto di Natale, Oliver Twist o Racconto di due città, fra le tante, costituiscono classici imprescindibili in qualsiasi biblioteca degna d’essere tale, ma anche perché la maggior parte dei suoi temi principali, come la lotta di classe, lo sfruttamento minorile o l’inefficacia della giustizia, constano di attualità ed i suoi personaggi continuano a vivere fra di noi, con nomi differenti, ma con gli stessi problemi. (more…)