Cose dell’altro mondo

di Andrea Cazzato

A quanti è capitato di guardare ai fatti di questi giorni e di esclamare proprio questa frase?  In realtà, con questo titolo, non ho voluto far altro che citare il lungometraggio di Francesco Patierno (libera­mente ispirato alla pellicola di S.Arau “A Day without a Mexican”). Per chi avesse visto il film, ca­pirebbe quanto la trama di Patierno sia attuale. Per chi, invece, se lo fosse perso,  il regista ha cerca­to di fornire un quadro dell’odierna Italia, se un giorno sparissero tutti i migranti. E l’ha ambientato proprio nel Veneto, la terra “simbolo” del partito capofila degli istinti xenofobi del Belpaese, la Lega Nord.

Ma andiamo con ordine; l’enorme clamore mediatico sui fenomeni razzisti si è riacceso dopo quanto è successo a Torino e Firenze. Il finto stupro, con annesso assalto al campo nomadi,  e il “folle” (ho qualche dubbio a riguardo) gesto dell’uomo di mezza età associato sin da subito a Casa Pound, che subito ha preso le distanze e ha eliminato ogni traccia, seppur con grande difficoltà vista la mole di lavoro, della connivenza con quest’essere. “Noi razzisti? Naaahh!” pare sia questa la reazione di Iannone (il leader) a quanti lo tacciavano di correità, “noi aiutiamo i bambini in Kenya!”. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore, perchè vicini sarebbero mazzate, conoscendo gli elementi non certo pacifici che frequentano i centri sociali di questa rete neo-fascista. Ebbene sì, sono fascisti. Seppur con politiche “alla moda” e a favore di uno Stato sociale, antimperialisti e contro la globalizzazione, questi fustacchioni dal manganello facile e con grosso seguito, soprattutto nelle periferie, si scaglia­no contro i migranti clandestini e non  e contro il “lerciume” che essi rappresentano, colpevoli di in­fettare il puro sangue italico. Quindi poi tanto scevri da ogni responsabilità su quanto accaduto a To­rino o a Firenze (aldilà della palese scomoda presenza del sicario) non sono, o no?

Questo accade fuori dal parlamento; ma dentro chi avvalla ed esaspera queste politiche antimigrato­rie? Chi, al grido di “Padroni a casa nostra”, ha invaso le menti di tanti poveri orfani neuronali? Chi, se non la Lega. Guidati da leader pacati e tolleranti come Borghezio e Gentilini, appoggiati da set­tentrionali puro sangue come Rosy Mauro (nata e cresciuta a San Pietro Vernotico, che tutti sanno essere in provincia di Belluno) e Angela Maraventano, dal cognome tipicamente valdostano, cerca­no di proteggere la terra promessa, la Padania (per chi avesse dubbi sull’esistenza, prego di pensare all’esistenza del formaggio Grana), dall’invasione degli “Islam”, dei “Baluba” e degli “Zingari”. Co­municativamente in formissima in questi giorni, dopo anni all’ombra e al capezzale di Berlusconi, sono il simbolo dell’uscita a destra della crisi. Ad essere sincero, ho sempre pensato che da questo momento che stiamo vivendo se ne potesse venir fuori solo in due modi, o da destra o da sinistra. La prima delle ipotesi prevedeva la svolta reazionaria, con giustizia sommaria (vedi Torino) o con caccia al diverso (come Firenze). Parafrasando i 99Posse “Perché quando il compagno Marx si por­tava ancora non male il nemico del popolo era il padrone ed il capitale, ma adesso che non va più e lo stato sociale è finito, il nemico del povero è il più povero e così all’infinito”. Lo Stato sociale è sempre di più smantellato e quello che presagivano i cantanti napoletani si sta avverando con sem­pre maggiore evidenza. L’uscita a sinistra avrebbe richiesto una ammissione del fallimento delle po­litiche capitaliste e un rilancio di un’equità reale, visto che proprio di questo il nostro Paese aveva bisogno. Macchè, molto più comodo tutelare gli interessi dei pochi e far sì che il popolo si distragga e alimenti l’odio verso chi “ci ha rubato il lavoro e i soldi”.

Da un lettore moderato mi aspetterei trasalimento leggendo queste parole, perchè qui si propongono due visioni, a suo dire “estreme”, che egli considera quasi uguali. Infatti, molto più spesso, con pro­fondissimo sdegno personale, mi sento dire che gli estremismi di destra e quelli di sinistra sono la stessa cosa. Attenzione, cari miei. Quel che si vuole equiparare qui sa tanto di Giampaolo Pansa, una sorta di revisionismo storico in tempo reale. Non ci sto, e non ci voglio stare. Non è possibile dirmi che sono come un fascista, la prenderei molto male. Mi parrebbe indecente paragonarmi a chi fa della xenofobia e dell’odio verso gli altri, la propria esistenza. Seppur drogati dalla televisione, che ha dato più spazio agli avvenimenti come gli scontri durante le manifestazioni che di quanto ac­caduto a Firenze e a Torino. Lì si parla di lanzichenecchi travestiti da indignati, e qui si parla di sin­goli che, in preda a “raptus”, si fanno giustizia da soli. No, non è giusto: perchè qualcuno avrà fo­mentato questi, che voi vi ostinate a definire casi isolati? Vi vedo sdegnarvi se un “pirla” qualunque, come è Giannino, di cui non ho e non avrò mai rispetto, dopo essersi presentato a Scienze Politiche a Milano ad una iniziativa di Azione Universitaria (gli studenti di destra, che per l’occasione erano apparsi con mazze e bastoni) è stato oggetto di un lancio di uova e ortaggi, e scagliarvi contro l’intero movimento studentesco di sinistra, in particolare contro gli autonomi, quei “fannulloni”, mentre si stigmatizza col “gesto di un folle” o col silenzio mediatico, quanto invece è successo in questi giorni. Che mica il vostro “moderatismo” risente ancora un po’di pregiudizio nei confronti di chi vuole una società più equa, e invece strizza l’occhio a chi vuol fare solo un po’di “pulizia”?

Davvero non so che dire, se non “cose dell’altro mondo”.