Peperoncini Ascquanti

di Cosimo Spada

Ciao a tutti e ben tornati a Perle ai porci, la rubrica più letta in Corea del Nord e al Vomero.

Grazie al fatto che scrivo su questa fantastica rivista, voglio finalmente attaccare con tutta la violenza verbale di cui sono in grado, ma mai priva dell’eleganza eleganza che mi contraddistingue. Sto parlando di quel contenitore di stronzate che risponde al titolo di “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” di Enrico Brizzi. Pure a voler lasciar correre la questione che si chiama John e non Jack e che è inverosimile una storia in cui un adolescente maschio non molli immediatamente una ragazza stronzissima che no gliela da’,  e che se lo intorta con stronzate sul Piccolo principe, ciò che mi fa odiare questo libro e pure il suo scrittore è il giudizio sul periodo dei Red Hot Chili Peppers senza Frusciante. Secondo lui erano pessimi, per me erano il massimo.

Parlo dell’album One Hot Minute, del 1995, definito spesso un album “minore” della loro discografia.

Quando si parla di album minori non si parla solo di album che abbiano avuto poco successo, ma anche di album che si discostano dalle sonorità di maggior successo dell’artista e che magari non sono stati capiti al tempo della pubblicazione. Un esempio in questo senso è Metal Machine Music di Lou Reed, del 1975, album di solo rumore che all’epoca della pubblicazione non solo non ottenne successo ma addirittura fece rischiare a Reed lo scioglimento del contratto discografico. Salvo poi diventare un album fondamentale nella futura scena musicale “industriale”. C’è anche il caso dei Rolling Stones e dell’album Black and Blue ; in quel caso la band per scegliere il nuovo chitarrista al posto di Mick Taylor, invece che delle normali audizioni, preferì registrare il disco con diversi chitarristi per poi scegliere quello che gli piaceva di più, un po’ come fa la sinistra italiana con la scelta dei suoi leader. Ne venne fuori un disco incostante, anche se niente male, ma non memorabile. Assegno però la palma d’oro di questa stramba competizione a SMILE, dei Beach Boys. Album a cui Brian Wilson, leader dei BB lavorò per quarant’anni, costantemente insoddisfatto, solo per pubblicarlo nel 2004 e poi raccogliere tutte le registrazioni realizzate per l’album nel 2011 in un cofanetto.

Ora, caro mio Enrico Brizzi, One Hot Minute è un album minore solo nei tuoi sogni post pranzo della domenica da almeno dodici portate. Nel ’92 Frusciante lascia la band, per colpa della droga (ma dai per me c’è solo da ringraziare la droga in questo caso); i RHCP, alla ricerca di un nuovo chitarrista, dopo diverse audizioni mettono gli occhi su Dave Navarro, che aveva suonato nei Jane’s Addictions, grandissima band. L’influenza di Navarro sugli altri componenti della band è chiara sin dalla canzone che apre il disco, Warped, dove la band sembra voler far capire all’ascoltatore cosa si dovrà aspettare per tutto il resto del disco. Chad Smith, batterista della band, prende a pugni le pelli con le bacchette che sembrano dei martelli mentre Flea, al basso, e Navarro, non sono da meno. In questa, come anche in altre canzoni dell’album – Coffee Shop, Deep Kick, One Hot Minute o One Big Mob – rimangono pochi segni dello stile precedente di RHCP. In Coffee Shop, ad esempio, si risente il basso funk di Flea nel giro di basso che sostiene tutta la canzone, oltre che nello splendido assolo sul finire caotico del pezzo. Nel pezzo “Walkabaut” però ci sono i RHCP più funk, vicini in qualche modo a quelli dell’album Blood Sugar Sex Magic: ancora è Flea a farla da padrone, e Navarro fa sentire quanto abbia studiato i dischi precedenti della band. Un’altra pietra miliare dell’album è My Friends, una canzone malinconica che sembra alludere alla vicenda di John Frusciante “uscito dal gruppo”. A chiudere l’album c’è Trascending, pezzo dedicato all’attore River Phoenix, deceduto tempo prima: il pezzo è un crescendo dove la chitarra di Navarro passa da un arpeggio pulito per arrivare ad un suono sporco e distorto, che sembra raccontare anche con la musica la disperazione per la morte dell’amico.

Malgrado su disco sembri che la band fosse molto affiatata, alla conclusione del tour Navarro lasciò la band: i RHCP sono una band con fortissimi legami interni, non è facile entrare e legare con il resto della band; questo successe a Navarro. Dopo il suo abbandono ci fu il rientro di Frusciante e l’album Californication, il loro album più venduto. E a me francamente non me ne frega nulla: malgrado continuino a dirmi che sia un album minore, per me One Hot Minute rimane un album potentissimo, checché ne pensi Brizzi e i suoi adolescenti che non scopano.

Mentre scrivevo questo pezzo ascoltavo

Fugazi, Repeater, 1990

Spectrals, Bad Penny, 2011