Riprendiamoci i diritti!*

di Vito Vetrano

Buongiorno amici e compagni, oggi è una giornata importante e dobbiamo ricordarla sempre come una giornata di festa e di lotta contro coloro che ogni giorno attaccano il lavoro e i lavoratori e calpestano i nostri diritti. Oggi voglio anche ricordare due compagni che non ci sono più e che hanno speso la loro vita per l’emancipazione di tutti i lavoratori – per i quali questo era il giorno più importante dell’anno –: Pietro Carpignano, con il suo Motocarro pieno di bambini felici che lanciavano i fogliettini con la scritta “W il primo maggio”, e Costantino D’Onghia, con i suoi comizi che tanto ci facevano sorridere e riflettere!

Venerdi 27 aprile c’è stato lo sciopero generale dei braccianti agricoli e Palagianello ha partecipato massicciamente allo sciopero facendo registrare il 40% dei partecipanti di tutta la provincia di Taranto, e dimostrando così che questo paese è pronto per la lotta e che non farà sconti a nessuno:  i diritti dei braccianti acquisiti con la lotta e col sangue di chi è venuto prima di noi non si toccano!

Voglio soffermarmi sulla grave situazione che oggi più che mai stanno vivendo i braccianti: il governo vuole introdurre per tutti i lavoratori agricoli l’utilizzo del voucher. Il voucher non è altro che un tesserino che si può acquistare anche dal tabaccaio, su cui il datore di lavoro va ad inserire i dati del lavoratore e serve solo ed esclusivamente ad assicurare il lavoratore in caso d’infortunio sul lavoro, ma non prevede alcun versamento di contributi. Quindi il bracciante perde così non solo l’indennizzo di disoccupazione ma anche il trattamento di malattia, di maternità e rischia addirittura la pensione, poiché non versando contributi vengono cancellati gli elenchi anagrafici dell’INPS. Quindi non esisteremo più, vogliono cancellare un’intera categoria!

Una categoria già martoriata, senza salario pieno, senza contratti, senza ammortizzatori sociali, per la quale non esistono straordinari, trasferte, lavori festivi ecc.; dove troviamo assunzioni e buste paga da 55 euro al giorno sulla carta ed in realtà i lavoratori non ne percepiscono nemmeno 25; e, oltre al danno la beffa, non solo non sono pagati a seconda del contratto provinciale ma devono anche pagare tasse su soldi non percepiti, ma che il datore di lavoro potrà tranquillamente scaricarsi.

Noi capiamo bene quali sono le difficoltà odierne delle aziende agricole, che stanno subendo la grave crisi del comparto ormai da anni, e siamo anche pronti a far fronte comune su battaglie giuste, ma per essere uniti dobbiamo capire che il problema non è il lavoratore e che la crisi non può essere scaricata sul lavoratore. Solo in un ottica di rispetto reciproco, sapendo che il bracciante è indispensabile all’azienda per produrre e che l’azienda è indispensabile al bracciante per il lavoro e mettendo al centro il rispetto della persona e del salario si potrà avere un’alleanza giusta e leale. Perché oggi il nostro nemico è invisibile e si chiama mercato, multinazionali, lobby ed abbiamo un governo e una politica accondiscendente nei confronti di questi soggetti.

Abbiamo a che fare con un governo forte con i deboli e debole con i forti, che ogni giorno chiede sacrifici, ma chi sono coloro che pagano i sacrifici? Sempre gli stessi lavoratori dipendenti e pensionati. E soprattutto i sacrifici li hanno fatti tutti e li faranno davvero tutti? O c’è sempre qualcuno che nonostante tutto riesce a mantenere immutati i propri privilegi? Perché vedete, ci sono due cose più gravi dei sacrifici che stiamo e che dovremo affrontare, 1) che i nostri sacrifici non serviranno a far star bene le giovani generazioni e 2) che non c’è niente di peggio di sacrificarsi, stringere la cinghia, buttare il sangue mentre gli alcuni si ingozzano alle nostre spalle, magari ridendo di noi poveri cristi a cui hanno appena detto che i sacrifici sono necessari.

I sacrifici vengono chiesti sempre agli stessi, mentre non vengono toccati i patrimoni di chi si è arricchito perché Berlusconi e il PDL non vogliono che venga introdotta la patrimoniale; e allora il governo cosa fa per non scontentare i ricchi dice ai braccianti di rinunciare alla disoccupazione agricola ed alla pensione? Dice a tutti i lavoratori che bisogna lavorare più a lungo fino a 70 anni e con una pensione più bassa! Dice che bisogna licenziare più facilmente e trasformare i lavoratori italiani in schiavi senza garanzie!

Allora cari amici e compagni può essere che le scatole girino soltanto a me?  Possiamo restare in silenzio mentre si mangiano il nostro paese e ci lasciano morire di fame?

Questi signori sono arrivati a dire che dopo aver lavorato per 40 anni andare in pensione è un privilegio. Ma stiamo scherzando? Prendiamo il caso di un bracciante che mediamente ha iniziato a lavorare nei campi a 14 anni, a 30 anni di età è già rotto, pieno di acciacchi che non gli permettono più di svolgere bene tutti i mestieri agricoli e noi gli dovremmo dire: “Senti la pensione è un privilegio quindi devi lavorare fino a 70 anni”, dopo 42 anni che si è massacrato la salute nei campi sotto il sole sotto la pioggia a raccogliere gli ortaggi o le angurie. Per non parlare delle donne: per le lavoratrici agricole essere donna è una condanna, perché oltre ad essere sfruttata, mal pagata e molte volte anche molestata e costretta a far felice il padrone o il caporale per poter lavorare, quando torna a casa e deve fare altre 8 ore di lavoro e non le resta più nemmeno il desiderio di respirare perché deve andare a dormire poche ore prima che inizi una nuova giornata!

Allora continuiamo a chiedere sacrifici ancora alla povera gente e poi non siamo capaci di eliminare i privilegi di alcuni? E’ giusto che mentre noi siamo chiamati a stringere la cinghia, mentre c’è gente che non arriva nemmeno al 10 del mese, mentre ci sono imprenditori e padri di famiglia che si suicidano perché non sanno più cosa fare, abbiamo chi con delle leggine ad personam autorizza burocrati ad intascare pensioni di 1369 euro al giorno, abbiamo manager che intascano una pensione non versata di 3000 euro al giorno che fanno 90.000 al mese, abbiamo ancora oggi in Sicilia chi va in pensione a 45 anni, abbiamo commessi del Senato che vanno in Pensione a 50anni con un vitalizio di 8000 euro al mese, abbiamo mafiosi conclamati che percepiscono pensioni d’oro! Abbiamo calciatori che si fanno autogol per 300.000 euro, abbiamo la corruzione e il costo del lavoro più alto in Europa, abbiamo i partiti che non vogliono rinunciare all’ingiusto rimborso elettorale; e questi cosa propongono? La cancellazione dell’ART. 18, l’eliminzione della disoccupazione e della pensione per i braccianti! Ci rendiamo conto o no? Io credo che tutto questo non sia equo e che non possiamo stare in silenzio è arrivato il momento di dire basta e reagire.

Questi signori non stanno facendo altro che completare l’opera di fallimento intrapresa dal governo Berlusconi: li hanno messi li perché la politica non ha avuto il coraggio di attuare queste manovre di lacrime e sangue; stanno uccidendo l’economia sana, stanno salassando le famiglie, stanno suicidando le imprese per favorire banche, petrolieri e assicuratori; stanno svuotando i portafogli degli italiani onesti che lavorano per vivere!

Ogni giorno ci minacciano con la storiella della fine della Grecia, ma basta: lo stiamo già vivendo l’effetto Grecia in Italia, in Grecia hanno abbassato gli stipendi dei lavoratori lasciando invariati i costi, in Italia hanno abbassato gli stipendi e i costi sono saliti, le tasse sono aumentate, la luce, il gas, la benzina, le assicurazioni, hanno introdotto l’IMU: ci stanno svuotando le tasche e costringendo ad indebitarci ulteriormente.

Monti il 25 aprile in un’intervista diceva che è fiero di come gli italiani stanno affrontando la crisi. Cazzo, si sono suicidate quasi 20 persone per via della crisi e questo è orgoglioso?

Ha parlato di fisco equo. Ma caro Presidente del Consiglio, il fisco equo distingue chi non vuol pagare le tasse da chi le tasse non ce la fa a pagarle; e voi invece cosa avete fatto? Avete permesso ai grandi evasori che hanno portato i loro capitali all’estero di pagare solo il 5% e gli avete concesso anche una proroga al pagamento, mentre per i poveri cristi avete concesso ad EQUITALIA di avviare le procedure di appropriazione della prima casa di operai e pensionati che non ce la fanno a pagare! E’questo il modo per essere equi? Sull’IMU hanno previsto di far pagare la tassa agli anziani chiusi nelle case di riposo, hanno tassato le stalle, i fienili, i capannoni agricoli e industriali che dovrebbero dare lavoro e non hanno tassato le FONDAZIONI BANCARIE!!!

Quindi cari amici e compagni noi dobbiamo essere compatti e pretendere uno stato equo, pretendere che venga rispettata la costituzione italiana che all’art. 1 e all’art. 4 sancisce il diritto al lavoro per tutti i cittadini italiani in caso contrario se non possono garantirci il lavoro devono darci il SALARIO SOCIALE. Non possiamo morire di fame perché chi ci governa è incapace di avviare uno sviluppo economico; e in tutti gli altri paesi il salario sociale esiste già. Hanno cancellato il lavoro, vogliono introdurre i licenziamenti facili e non vogliono garantirci un minimo per sopravvivere?

La mia generazione sta pagando un prezzo troppo alto: stiamo pagando tutti gli errori, tutte le scelte, tutte le mafie, tutte le ruberie delle generazioni precedenti. Siamo una generazione senza futuro, senza soldi, senza lavoro, senza rappresentanze politiche, una generazione di schiavi moderni con contratti di lavoro…

Questo è il periodo storico peggiore della nostra nazione: ci hanno tolto tutto, stanno impedendo ad un’intera generazione di sognare, di avere speranze, di costruire il domani.

Questo accade perché “il sazio non crede al digiuno”. Loro stanno bene, hanno i figli sistemati e non riescono a capire i sacrifici e le rinunce dei comuni cittadini. Proprio per questo abbiamo bisogno di invertire la marcia. Prima che distruggano tutto, prima che ci inducano al suicidio di massa, noi ci dobbiamo ribellare, dobbiamo andare nei palazzi di governo e cacciarli tutti a calci e riportare nelle istituzioni, dal comune alla provincia, dalla regione al parlamento, il mondo del lavoro! Abbiamo bisogno che la gente comune riconquisti il proprio spazio nella politica; abbiamo bisogno che nelle istituzioni ci siano braccianti, operai, artigiani, insegnanti, commercianti, gente che conosce i problemi della categoria e conosce cosa vuol dire il sacrificio. Solo così potremo cambiare veramente le cose.

Un’ultima cosa voglio dire a tutti i lavoratori. Sappiate che qui c’è un sindacato, rappresentato da un quadratino rosso che si chiama CGIL, che non vi chiede l’iscrizione o una delega: vi sta informando che noi siamo al vostro servizio.Usateci, parlateci, chiedeteci informazioni perché il sindacato siete tutti voi! Viva la CGIL Viva la festa dei lavoratori!

*: discorso pronunciato il 1° maggio 2012 in occasione della celebrazione della Festa dei Lavoratori a Palagianello