Disco Nerd

di Cosimo Spada

Ben tornati a “Perle ai porci”: la rubrica fatta a mano, con ingredienti semplici, come una volta, realizzata secondo l’antica ricetta tramandata da generazioni nella mia famiglia.

Quest’oggi parleremo di Dance, quella con la D maiuscola, e soprattutto di alcuni cambiamenti intervenuti negli ultimi anni.

Caro il mio amico nerd, ma quant’è stata difficile la tua vita per tanti anni quando volevi andare a ballare?

Certo, tu pensavi che in fondo non c’era nulla di male nella tua persona, ma non capivi davvero perché all’ingresso della discoteca ti facessero così tanti problemi: una volta era il vestito sbagliato, un’altra non eri accompagnato da una ragazza, poi dovevi essere anche in lista. Ma la tua mente allenata dall’intenso studio delle funzioni matematiche, e per nulla avulsa dal confronto dialettico con chicchessia, riusciva prontamente ad elaborare risposte semplici ma corrette a tali obiezioni: innanzi tutto il concetto di eleganza è soggettivo, chi decide il grado di eleganza dei frequentatori di un locale? E poi perché io non sarei elegante e quel tizio con i capelli sparati in alto e quegli orribili mocassini verdi senza calze è elegante? La tua seconda obiezione sarebbe che essendo quello un locale dove poter esprimere la propria voglia di socialità, ci vai con chi vuoi, e magari incontri lì una ragazza con cui ballare, e se va tutto come speri magari ci finisci pure a bere un caffè, e magari ti dà pure un bacio. La tua ultima obiezione, che diavolo è la lista? Ma credi che al buttafuori iper-pompato gli freghi qualcosa delle tue obiezioni? No, non gliene frega nulla, ed è stato sempre così per te.

Ma le cose hanno iniziato a cambiare già negli anni 90, quando due francesi, nel 1997, fanno uscire Homework. Loro erano i Daft Punk, e per te era l’inizio di qualcosa: quelle sonorità non  erano le solite pacchianate usa e getta che potevi sentire in quegli anni. C’era della ricerca, c’erano sonorità che venivano dagli anni ‘80 mixate insieme a chitarre rock, un autentico paradiso per te. Qualcosa stava davvero cambiando: questa nuova dance era diversa rispetto alla precedente, e in molti avevano difficoltà a definirla semplicemente come “musica da ballo”, e preferivano il termine più nobile di “elettronica”.

Accanto a questa piccola rivoluzione, iniziavano a sorgere sempre più locali dove poter sentire musica rock e anche ballare, e lì non c’era nessun buttafuori a romperti i coglioni; poteva cominciare la tua festa.

Poi arrivarono gli anni 00 e poté iniziare la tua scorpacciata, che cominciò con l’album omonimo degli LCD Soundsystem, dove in canzoni come Loosing my edge, potevi sentire il leader James Murphy cantare su di un perfetto ritmo danzereccio la sua preoccupazione di non essere all’altezza delle nuove generazioni di musicisti. “Balla e Pienza” dicevano i 99 posse tanti anni fa.

Ma l’apoteosi, mio caro nerdone, l’hai avuta nel 2010 con l’album Swim di Caribou.

Dietro questo nome si nasconde un certo Daniel Victor Snalth, laureato e dottorato in matematica, figlio di un professore universitario di matematica e fratello di una ricercatrice. Non proprio un animale da discoteche, eppure il buon Daniel è come te. Ama la scienza ma fa dell’ottima musica dance o elettronica da ballo, se preferisci.

Per spiegare questo disco basterebbe citare il titolo di un pezzo dance del 2000, Crying at the Discoteque, degli Alcazar. Perché accanto a sonorità elettroniche i testi sono tutti volti a raccontare storie di separazioni o di amori travagliati; neanche sulla pista da ballare riesci ad essere tranquillo mio giovane nerd eh? Il singolo Odessa, pur raccontando di una relazione ormai arrivata al capolinea, ha quel “tipico ritmo incalzante di cassa, rullante e charleston” che impedisce di rimanere fermi, mentre la traccia successiva Sun come un mantra ripete all’infinito la parola “sole” come in una richiesta di luce, ma, in un crescendo, c’è un tastierone che pompa sempre di più. Al nostro Daniel le cose con le donne non devono essere andate molto bene nella vita: il dramma di studiare matematica, come canta in Kaili e Leave house. Ma a controbilanciare tutto c’è sempre questa musica, in chiaro scuro potremmo definirla, che però nei suoi momenti migliori è comunque esaltante. Dal vivo però Daniel si fa accompagnare da veri musicisti, aggiungendo un anima rock ai suoi pezzi; merita quindi che tu te lo vada a vedere dal vivo.

Hai capito mio giovane nerd? Allora adesso prepara i tuoi vestiti per la serata di stasera, e ricordati di asciugarti le lacrime mentre balli.

I laurati in matematica ogni giorno subiscono umiliazioni e soprusi, NON PERMETTERLO PIÙ!

Mentre scrivevo questo pezzo ascoltavo:

Say please, Monster of Folk, dall’album Monster of Folk, 2009

I’m your villain, Franz Ferdinand, dall’album You Could Have It So Much Better, 2005

Black Dog, Led Zeppelin, dall’album BBC Session, 1997

Compass, Motorama, dall’album Alps, 2010

Heroin, Velvet Underground, dall’album Velvet Underground and Nico, 1967

Shake Your Rips, Rolling Stones, dall’album Exile on Main Street, 1972