Quelle cravatte sono riservate!

di Annarita Digiorgio

Mentre la Fiom manifestava in corteo per le strade di Roma contro le riforme del Governo tecnico che la sinistra parlamentare (?… Pd!) sostiene, la Fillea Cgil Taranto era in convegno in una sala d’albergo con il democratico Massimo D’Alema.
E così se i tarantini per manifestare con la Fiom son partiti di notte con il piumino e il sacchetto del panino, all’hotel Delfino si incolonnavano cravatte.
Cravatte eleganti della sindacatocrazia che si confondevano con le elette dei democratici locali.
E quindi quella rosso pacco natale del presidente della Provincia Florido, affiancata da quella un po’ più sbiadita e stemmata Italia dei suoi staffini, tenendosi compagnia con quelle tecniche dell’onorevole Vico e i suoi sobri ventriloqui, come i magi stringendosi per mano hanno portato in dono la “Marinella” dalemiana ai “beatichiselofailsofà” ciggiellini, che poi tornati nelle loro sedi esenti Ici hanno potuto invitare gli iscritti a vedere la loro collezione di cravatte.

Tra tutte le cravatte del Delfino però spuntano nelle foto dei foglietti bianchi. Lungo le prime tre file di sedie. Sono i foglietti dei posti riservati per i cravattari piu chic. Perché giustamente, hanno dovuto comprare la cravatta della festa, e dalla quarta fila non viene bene nelle fotografie il primopiano della cravatta per il giornale che poi ritaglieranno per appendere nelle sezioni per far vedere ai tre compagni fedeli ottantenni rimasti per appendergli i manifesti delle cravatte sulla saracinesca, che la punta della loro cravatta a un certo punto ha sfiorato la punta di quella del mastro capobastone che poi alla fine, come con i baffi, è sempre quello che la porta meglio di tutti.
Il segretario di tutti questi democratici tarantini è finito persino al Tg1 incravattato come un bodygard dietro al gallipolese intervistato, e così anche i giovani democratici napoletani hanno potuto esaltarsi alla vista della cravatta del loro commissario.
E si va avanti così. Per posti riservati. E sempre in prima fila. Ai convegni come al teatro.
Perché gli potete pure togliere l’auto blu, tanto coi vetri oscurati la cravatta non si vede. Ma il posto in prima fila mai. Perché sennò poi mischiati tra la platea tutti scoprirebbero che le cravatte belle, beh, non ce le hanno mica solo loro.
Che il buon gusto non si prende per abbonamento e non abbisogna di essere fatto il nodo.
Un consiglio però: la prossima volta toglieteli i foglietti. Tanto vi riconosciamo uguale che siete voi i riservanti. Si riesce a stare attenti anche da dietro.
E poi col bianco la cravatta non risalta.