Fra i lavoratori dei TreniNotte

di Luciano Manna*

Il 10 febbraio è il giorno in cui a roma scatta l’emergenza neve dopo essere stata colpita la settimana precedente da una precipitazione nevosa eccezionale e che ha paralizzato la città. Oggi le strade sono vuote, scuole ed uffici chiusi per ordinanza del sindaco,  gli incroci presidiati dalle forze dell’ordine in attesa dell’arrivo della neve… E’ un giorno come gli altri invece al presidio Prenestina lavoratori TreniNotte dove gli occupanti rappresentano i lavoratori del settore treni-notte alle dipendenze delle società servirail wagons-lits e della wasteel International italia, che curano il servizio a bordo delle carrozze, e della RSI, società che si occupa della manutenzione delle vetture. Un giorno uguale agli altri come tutti quelli vissuti qui dal 24 novembre dove il gruppo svolge le proprie attività atte a sensibilizzare l’opinione pubblica ed i media, ed affinchè le istituzioni risolvano questa complicata situazione in cui si trovano tutti i lavoratori ricollocandoli nelle loro mansioni, in tutto quasi 800 persone.

Nella palazzina della RSI ci sono Giuseppe Maggiolino, Roberto Falessi e Roberto  Scarabotti, lo zoccolo duro del presidio che oggi affrontano il freddo mentre sistemano, dopo il brutto tempo della notte passata, gli striscioni ben visibili dalla via prenestina, gli altri sono impegnati ad un presidio in campidoglio. In una grande stanza accolgono chiunque venga a trovarli, in effetti la sensazione è quella di essere “accolti” ed ospitati in casa loro come un bravo padrone di casa fà con gli ospiti. Nella stanza c’è un cucinino, un televisore, due stufe elettriche ed un tavolo grande, un computer portatile con una connessione mobile perchè si possa rimanere in contatto con il mondo esterno tramite  i social network, in questo caso utili a fare informazione reale e veritiera di quello che accade giorno per giorno, il tutto contornato da pareti tappezzate da fotografie, slogan, documenti che hanno caratterizzato sino ad oggi questa vicenda.

Nonostante la vita al presidio non sia quella che si potrebbe fare in una suite d’albergo a cinque stelle Giuseppe ci tiene a sottolineare che la loro immagine all’esterno non debba essere quella delle “vittime” o di un “gruppo di poveracci” senza lavoro che chiedono considerazione da una società o dalle dirigenze del mondo del lavoro. Non è questa lo loro immagine proprio perchè è completamente differente quella che traspare, quella che dimostrano,  il loro modo di vivere in questo presidio ed il loro modo di parlare con chi viene qui ad ascoltarli per poi fare eco della loro avventura. Quello che questa gente dimostra è una dignità ritrovata in questa condizione dopo averla persa  a causa di un sistema di lavoro massacrante ed autolesionista, già persa  quando erano ancora in servizio e riacquistata con questa occupazione, visto che, precisa sempre Giuseppe, sono qui dal 24 novembre mentre sono stati licenziati l’11 dicembre 2011.  Quindi un’occupazione preventiva proprio perchè, si aveva già da tempo la percezione che TRENITALIA li stava portando in un vicolo con uscita obbligata. Una dignità acquistata e guadagnata in questo presidio visto che loro hanno il coraggio di rimanere qui, lontani dalle comodità della propria casa e dagli affetti della famiglia, inoltre in attesa delle retribuzioni del periodo giugno-dicembre 2011, e senza che, chi di competenza, abbia avviato la pratica di mobilità.

E’ datata il 9 febbraio 2012 la lettera inviata a Giuseppe da parte del presidente della repubblica  Giorgio Napolitano che scrive così:  “Gentile Signor Maggiolino, scrivo a lei, di cui mi è noto il personale impegno di testimonianza nella vertenza dei lavoratori di Servirail Italia, ma intendo rivolgermi a tutti i suoi colleghi che vivono la difficile situazione lavorativa derivante dal licenziamento, e in particolare a chi si è rivolto a me per lettera o per e-mail. Comprendo bene l’ansia e l’incertezza che vi assillano per le vostre prospettive occupazionali e per le ristrettezze economiche che colpiscono le vostre famiglie, così come l’urgenza che motiva la richiesta di aiuto che mi rivolgete. Non avendo poteri di intervento in materia, ho provveduto sin dal 12 dicembre a richiamare l’attenzione del ministrero del lavoro e delle Politiche Sociali sulla vostra situazione. Confido che le istituzioni preposte siano impegnate nel confronto e nella ricerca, pur in difficili condizioni oggettive, delle possibili, valide soluzioni. Sono certo che non mancherà, da parte vostra, uno sforzo di apertura e duttilità nel valutarle con attenzione. Con questo spirito invio a lei e ai suoi colleghi i più cordiali saluti e un sentito augurio per una positiva conclusione della vicenda ”.  Questa lettera rimane un pezzo di carta con poco valore perchè non risolve nulla, un foglio di carta posato sul quel grande tavolo che di carte ne ha tante e sicuramente sono più efficaci. Roberto mostra la petizione “per il ripristino dei treni notturni e il reintegro dei circa 800 lavoratori di SERVIRAIL, WASTEL E RSI” che sarà presentata, insieme alle firme raccolte, alle istituzioni competenti nazionali, regionali, provinciali e comunali. Un altro foglio sul tavolo, sicuramente più efficace della lettera del presidente della repubblica, firmata dai lavoratori della SERVIRAIL,  fà buona informazione in merito alla politica di TRENITALIA che ha ridotto i treni notturni sino al taglio netto, si legge delle tratte che collegano Italia e Francia con servizio assicurato dal personale francese di THELLO, società che punta a sfidare la concorrenza dell’aereo facendo leva sulla convenienza, sul comfort, qualità dei servizi, sulla comodità di essere collegati con il centro di una città dormendo in treno e risparmiando quindi il costo del pernotto in albergo. La Francia quindi rilancia il treno notturno mentre l’italia lo elimina. Ancora, i lavoratori, con questo documento, si chiedono perchè TRENITALIA abbia intrapreso una politica suicida che penalizza il sud Italia mentre pubblicizza l’alta velocità che al sud non arriva. Un altro documento, firmato dal presidio prenestina,  informa circa i costi attuali dei biglietti ferroviari, costi raddoppiati sui collegamenti attuali diurni rispetto al costo del biglietto di un treno notte che precedentemente collegava le stesse città. A farne le spese sono gli studenti, i pendolari e migranti che dal sud per raggiungere alcune città del nord, sono costretti a interrompere il viaggio in città come Roma o Bologna per “imbarcarsi” sulle varie proposte dei treni freccia dell’alta velocità. Accade questo per chi parte dalla sicilia, calabria, puglia e basilicata ed è diretto al nord.

Roberto ricorda che anche un presidio ha i suoi costi e che senza l’aiuto di alcuni centri sociali, caritas, e gente comune sarebbe davvero difficile andare avanti, inoltre l’impegno del gruppo stesso del presidio è fondamentale proprio in virtù della ferma convinzione di andare avanti sino ad avere una risoluzione concreta e degna per tutti. Ognuno contribuisce in maniera spontanea, silenziosa, fuori dai riflettori, come può, portando alimenti, indumenti, coperte. Ha un grande significato questa dimostrazione di solidarietà, specie quello dimostrato dalla gente del quartiere o addirittura provenienti da altre zone di Roma. Domani è l’11 febbraio, il giorno numero 80 di questo presidio, questi eroi di un poema drammatico chiedono ad ogni organo di informazione di dare massima diffusione alle loro azioni, alle iniziative e a tutto il presidio Prenestina lavoratori TreniNotte perchè lo slogan di TRENITALIA non continui ad essere un sogno, visto che recita “Quando il trasporto si fa impresa al servizio del paese”.

* tratto da http://www.lucianomanna.it/?p=379