Se i comici conducono la rivoluzione

di Massimiliano Martucci

Il siparietto di Maurizio Crozza di ieri sera (19 Ottobre ndr) ha avuto una seconda primavera sul web stamattina. Ancor più rilevante è che il maggior numero di condivisioni provengono da gli “addetti ai lavori”, coloro che tradizionalmente non pubblicano facilmente contenuti relativi a rivoluzioni et similia.

Alle primarie voto Crozza” è sembrato uno degli status più diffusi su Facebook.

Ci siamo armati di pazienza e abbiamo visto il video, perché non amando troppo la televisione, saltiamo a piè pari la programmazione, qualunque e a qualsiasi ora.

Il video fa il verso al tormentone “Il Pulcino Pio”, facendo la morale a noi italiani che, mentre il Governo dei banchieri con le forbici ci sta allargando uno degli orifizi più delicati, siamo narcotizzati dal Pulcino Pio. La ramanzina dei comici mi ha sempre fatto arrabbiare, in particolar modo quando hanno ragione.

E in questo caso hanno ragione, Crozza ha ragione, ma è un comico e un comico può dire queste cose, ha lo spazio mediatico, fornitogli da uno degli strumenti più potenti mai concepiti per controllare e indottrinare la popolazione. Come si può pensare, sarebbe un’azione virale, un cavallo di Troia, utilizzare gli stessi mezzi del nemico per combatterlo.

Eppure Crozza, nonostante la sua analisi in musica fosse condivisibile, non ci indica una strada, non si prende la briga di dire “Non va bene così, proviamo così”. Proprio la rinuncia a indicare la strada in qualche maniera rende il suo messaggio comprensibile, accettabile, da un pubblico abituato ad annuire annichilito che a ragionare e prendere decisioni in contrasto con la massa. Così un comico, come Crozza, o come Grillo, o showman come Berlusconi o il suo epigono Renzi, utilizzano gli stessi schemi di comunicazione per colpire il pubblico, emozionarlo, e in qualche maniera, indottrinarlo.

Crozza ha fatto il suo dovere, essendo comico di professione, ma guai a pensare che un comico, che fonda il suo lavoro sulla rottura degli schemi, sull’assurdo, sul ribaltamento dei punti di vista, possa risolvere problemi complessi, come la crisi del capitalismo finanziario.

Manca un’alternativa reale, una strada, una meta condivisa, un sogno, una narrazione, un racconto, una storia in cui identificarsi. Finora lo siamo tutti con il NO, nei sondaggi il Signor No, Grillo, supera addirittura il “Ghepenzimì” Berlusconiano, ma manca una visione condivisa.

Sarà per caso che Crozza l’abbiamo visto tutti nelle nostre case, da soli, convincendoci che come l’abbiamo capito noi non l’ha capito nessuno?