Anche i politici cinguettano

di Serena Mancini

Scoppia anche in Italia il fenomeno twitter. Sebbene il social network non abbia ancora raggiunto nel nostro Paese la popolarità di facebook (sempre pronto ad invadere la privacy altrui) continua a registrare sempre più iscritti spesso legati al mondo politico, sportivo, musicale e ultimamente persino religioso! Nel caso si tratti di personaggi noti, i profili sono costruiti ad hoc e gestiti, il più delle volte, da uno staff di esperti in comunicazione con il compito di comporre messaggi brevi ed efficaci che sappiano catturare l’attenzione di un numero sempre maggiore di followers. Effettivamente si tratta di un mezzo estremamente utile perché capace di creare condivisione e di favorire una maggiore rapidità nella diffusione di notizie e avvenimenti. Ed è proprio per questo potere che il social network è entrato a far parte degli strumenti principali delle campagne elettorali in corso. Già utilizzato da tempo da Grillo, twitter è stato oggi adottato anche da altri personaggi di spicco della politica italiana. Mario Monti ha dichiarato di voler “salire in politica” e per farlo ha accettato di dedicarsi anche ai social networks, senza però rinunciare a quello stile controllato che lo contraddistingue (ad eccezione di quello “wow” al quale si lasciò andare per l’emozione del gran numero di followers). Sulla sua pagina si pone la distinzione tra quanto direttamente scritto da lui e quanto invece espresso dal suo staff e si riportano tutti gli appuntamenti del senatore con gli elettori. Il suo tentativo sembra essersi rivelato un’ottima strategia per riuscire a radunare attorno a sé più persone possibili se si considera che, nonostante il numero ridotto di tweet, in poco tempo la pagina ha raggiunto più di 185.000 followers. Anche Formigoni adotta il social network per promuovere la sua candidatura al senato per il PDL ma lo fa in maniera più “privata” quando ad esempio twitta gli auguri di buon compleanno ad Andreotti o al cardinale Bagnasco, oppure per promuovere le sue mise di tendenza. E per rimanere in tema ecclesiastico, è notizia di circa un mese fa, l’ingresso in rete da parte del Papa (che è già a quota 277.093 followers). La sua pagina è però differente dalle altre: sino ad ora solo 24 tweet tutti volti a impartire insegnamenti ai fedeli e appena 8 following che in realtà non sono altro che profili dello stesso Papa in lingue diverse. Per tornare alla politica potremmo citare ancora Bersani che però utilizza twitter già da diverso tempo e si attesta oggi a più di 200.000 followers. Leggendo i  tweet del segretario PD si ha l’impressione di sentirlo parlare dal vivo perché spesso si rivolge al suo pubblico in prima persona e lo sprona a visitare persino la sua pagina facebook. Tra i nuovi arrivati invece compare il tanto discusso giudice Ingroia che, a differenza degli altri, mostra uno stile molto più amichevole e familiare sulla sua pagina, privo di slogan già consumati. Nei suoi 23 tweet il magistrato parla di mafia, razzismo e diritti civili e soprattutto sembra incitare i suoi followers a portare avanti la sfida elettorale intrapresa. In definitiva, dunque, l’intuizione di ricorrere al web per promuovere la propria immagine pubblica non sfugge più a nessuno; anzi la possibilità di avere più profili online permette non solo di attrarre consensi ma soprattutto di far parlare di sé, considerata l’attenzione morbosa dei giornalisti nei confronti dei social network. Ed è proprio dalla conta dei followers che spesso possono derivare vere e proprie sfide come quella tra Lady GaGa e Justin Bieber che da mesi continuano a contendersi la prima posizione, avendo ormai superato quota 33 milioni di followers.