La crisi del Vaticano (introduzione)

di Morris Franchini

Montagne di Canaan – Palestina – XXI-XX sec. a.C. :

1Quando Abram ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse:

<<Io sono Dio l’Onnipotente:

cammina davanti a me

e sii integro.

2Porrò la mia alleanza tra me e te

e ti renderò molto, molto numeroso».

3Subito Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui:

4«Quanto a me, ecco, la mia alleanza è con te:

diventerai padre di una moltitudine di nazioni.

5Non ti chiamerai più Abram,

ma ti chiamerai Abramo,

perché padre di una moltitudine di nazioni ti renderò.

6E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te usciranno dei re.

7Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te.

8La terra dove sei forestiero, tutta la terra di Canaan, la darò in possesso per sempre a te e alla tua discendenza dopo di te; sarò il loro Dio>>.1

Città del Vaticano – Roma – 11 febbraio 2013:

<< Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il Ministero Petrino.

Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando.

Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato.

Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice.

Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti.

Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice.

Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio >>.2

La decisione di Papa Benedetto XVI ha lasciato sconvolti ed increduli i fedeli d’ogni parte del mondo. Una decisione che ha scosso tutte le stanze politiche e che è stata l’occasione di un dibattito curioso ed interessante anche per chi non è credente. È un classico “fulmine a ciel sereno” della storia umana. Eppure non è stato il primo caso. Infatti nella storia si è ripetuto solo altre otto volte. Di certo, sappiamo che dal XII secolo i giuristi cominciarono a porsi il problema dell’ammissibilità di una rinuncia al Papato, cercando di indicarne le cause “legittime”. Un po’ alla volta si passò dall’ammissione della sola debilitazione fisica, a quella di “inadeguatezza” per defectus scientiae, per aver commesso delitti, o per l’irregolarità dell’elezione, fino ad arrivare, dopo il celebre “gran rifiuto” di Celestino V (1295) all’eliminazione di ogni condizione ostativa, stabilendo l’assoluta libertà del Pontefice a rinunciare al Papato. È importante osservare come, storicamente, le ragioni di una scelta così drastica siano state diverse dalle giustificazioni ricorrenti ufficialmente addotte (generiche “ragioni di salute”): è evidente che si trattò sempre di ragioni politiche che segnavano altrettante, profonde crisi della Chiesa. Benedetto IX, che rinunciò al Pontificato nel 1048, dopo averlo venduto e ricomprato un paio di volte, segnò l’apice della crisi “nepotista” della Chiesa. Gregorio XII, l’ultimo precedente, nel 1415, regnò nel pieno periodo della Cattività avignonese, in contrapposizione all’“anti-papa” Benedetto XIII, finché entrambi furono costretti a dimettersi. In altre parole, i Pontefici non lasciano il Soglio di Pietro se non spinti da ragioni che riflettono una crisi profonda in atto. È facile immaginare che anche dietro al “rifiuto” di Benedetto XVI ci siano motivazioni simili, segrete ed inconfessabili. La questione ultima è semplicemente la punta dell’iceberg, dato che affonda nella carne viva della crisi del Vaticano. Crisi che viene da lontano e che si è ingigantita dopo la morte di Papa Paolo VI. Dedicheremo diverse parti alla questione Vaticano, proprio per la sua complessità. La situazione della Chiesa, oggi, non è delle più felici e dietro le dimissioni di Ratzinger ci sono una serie di questioni, di storie da raccontare. I cattolici sono, dunque, sotto attacco in tutto il mondo per diverse ragioni: l’insabbiamento delle molestie sui minori, l’opposizione ai matrimoni omosessuali e al sacerdozio per le suore. Sono considerati troppo conservatori nel ricco Occidente, dove difendono istanze del passato; ma sono troppo innovativi nei paesi in via di sviluppo, dove stanno dalla parte dei meno fortunati. I Cardinali della Curia, i massimi vertici del Vaticano, si fanno guerra l’un l’altro. Non ci sono soldi da quando gli americani, che per decenni hanno elargito la maggior parte dei fondi, si sono ridotti quasi alla bancarotta per mettere a tacere, con il denaro, le accuse legate alla pedofilia. E poi ci sono i casi “Vatileaks”, IOR, infiltrazioni massoniche… . C’è una Chiesa che, a quanto pare, abbia smarrito lo spirito di “Abramo”. All’indomani del Conclave, nel quale si eleggerà il successore di Papa Benedetto XVI, quali sono gli scenari? Cosa succederà? Chi sarà il nuovo Papa? Oramai i bookmakers di tutto il mondo si stanno sbizzarrendo, ci sono fughe di notizie, previsioni e a quanto sembra si parla dell’elezione di un Papa latino-americano o, come il caso del papabile Cardinal Marc Ouellet, teologo canadese, Prefetto della Congregazione per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina. Appunto, l’America Latina esprime il 42% dei fedeli cattolici mondiali: mezzo miliardo su un totale di 1,2 miliardi; adesso spera di poter esprimere, quindi, anche il prossimo pontefice. Questa maggioranza relativa diventa però minoranza in Conclave, con appena 19 Cardinali su 115. Nella mattinata di domani, 4 marzo, si riuniranno le Congregazioni preliminari dei Cardinali, nell’aula nuova del sinodo, che dovranno stabilire la data d’inizio del Conclave. Intanto sono cominciate le consultazioni informali tra i porporati. Padre Lombardi a “Radio Vaticana” difende la decisione di Ratzinger, non meno coraggioso di Papa Wojtyla, sebbene la sua scelta sia stata di segno opposto a quella del suo predecessore. Dunque, atmosfera sospesa e clima di attesa per la data del Conclave, che ancora non è stata stabilita, anche se si parla della possibilità di avere un nuovo Papa prima di Pasqua, e dunque a fine marzo. Il che presuppone che il Conclave possa cominciare entro la prossima settimana. Non sono ancora cominciati i lavori nella Cappella Sistina per l’allestimento dei tavoli per le votazioni e della famosa stufa dove bruceranno le schede usate per l’elezione (“fumata bianca” se il Pontefice è stato eletto, “fumata nera” se l’elezione è andata a vuoto). Intanto stanno giungendo a Roma da tutto il mondo i Cardinali che parteciperanno alle Congregazioni preliminari al Conclave. Tra i cardinali arrivati a Città del Vaticano ci sono sia elettori che non elettori, i quali parteciperanno solo alle riunioni preliminari. Un elemento comune che comunque emerge è la voglia di un cambiamento di rotta, innanzitutto nella gestione della Curia romana, ma non solo. In quale direzione attuarlo, sarà oggetto delle discussioni nelle congregazioni generali che inizierà domani.

Fine introduzione – continua…

1 Genesi 17,1-8

 

2 Dichiarazione di dimissioni di Papa Benedetto XVI durante il Concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto