Il senso di Giustizia e l’etica “della parte”. La vicenda del Kerala

di Serena Miccoli

La partita Milan-Juventus di questa stagione, rimarrà negli annali del calcio per quel goal “fantasma” di Muntari: la palla entra in porta, ma l’arbitro non vede il goal e così non lo assegna al Milan. Successivamente, nella nube delle polemiche, una voce si distingue su tutte: è quella di Buffon, portiere della Juventus e della nazionale. Sul goal dichiara: “non me ne sono proprio reso conto. E se me ne fossi reso conto, sono onesto nel dire che non avrei dato una mano all’arbitro.” Quando c’è di mezzo una squadra, uno stato di appartenenza, una profonda passione nei confronti di un sistema, le percezioni o il senso di giustizia, lealtà e la capacità di ascolto dell’“altro”, sembrano modificarsi e adagiarsi su nuovi standard suggeriti dalla convenienza.

Della vicenda del 15 Febbraio sappiamo tutto circa i due marò: i loro nomi, i loro gradi, la composizione delle proprie famiglie – con tanto di gossips sulle presunte beghe familiari. Sappiamo persino le proprie personali simpatie partitiche. Di Ajesh Binki e Gelastine, poco¹ o nulla ci è giunto: i loro nomi si sono polverizzati in Italia, assieme ai propri corpi, spenti da quella sparatoria “erronea” avvenuta in mare.

Attraverso i media italiani, i ruoli dei personaggi coinvolti nella storia della Enrica Lexie, sono confusi a tal punto da rendere difficile, anche al più attento dei lettori, comprendere a pieno gli aspetti di questa situazione. Comprensione che diviene naturale e innata, per chi sta vivendo il dramma di un caro in prigione e lontano; fulminea, invece, per chi ha visto nella vicenda un pretesto per rilanciare squallidamente una campagna elettorale, forse troppo scevra di contenuti.

Leggendo le testate internazionali ed indiane si evince il dramma non solo di due, ma di tutte le famiglie che “per errore” hanno perso un fratello, un marito, il proprio lavoro, la propria imbarcazione, ed assieme, la propria impresa; dall’India, dai media e da parte dell’opinione pubblica, non c’è accanimento nei confronti dei due Marò: si chiede giustizia e che “l’errore” non resti impunito.

Wikipedia, dedica all’episodio una pagina in Inglese, ricca di informazioni, minuziosamente dettagliate. Si scopre così che le registrazioni del VDR – una specie di “scatola nera”, si ricordi quella della Concordia – sono state sovrascritte (mentre in Italia l’accaduto passa sotto formule come “dati non pervenuti”, o “nessun dato utile”).

Si legge, inoltre, dell’errore di un’agenzia di stampa italiana nel riportare dichiarazioni attribuite al Cardinale Mar George Alencherry del Kerala, che però non sono state mai da lui pronunciate²: sono quelle riguardanti un (mai formulato) invito, da parte del prelato, rivolto alle forze di opposizione del Kerala a non strumentalizzare a proprio favore la vicenda. Un’informazione che, seppur smentita, in Italia viene vista e divulgata immediatamente come una spiegazione collettiva dell’accanimento degli indiani nei confronti dei Marò.
In Italia la testata Il Giornale dà il meglio – il peggio – di sé, smaniosa, probabilmente,  di dimostrare d’aver ritrovato una propria via che nell’era post-berlusconiana sembrava aver smarrito; anche a Taranto la messa al rogo di una cultura diversa, da parte di taluni esponentucci politici, non si fa attendere: gli indiani, la giustizia indiana, le vite di due pescatori sono ritenute inferiori, motivo per il quale proliferano, soprattutto sulle pagine dei social network, formule cariche di razzismo.
Paradossalmente,  – rispetto alle percezioni della vicenda suggerite dall’informazione made in Italy – in India, su una testata del Kerala, si ritrova un articolo in cui si racconta della natura socievole dei due militari, del loro rapporto con gli altri detenuti da cui stanno apprendendo alcune parole in Malayalam – il dialetto locale –, e del disagio fisico che i due italiani riscontrano nel mangiare i cibi a base di curry, troppo speziati.³

Gelastine e Ajesh Binki erano pescatori, come qui ce ne sono tanti. Quel pomeriggio si trovavano con altri nove compagni a cacciare tonni. “Un errore” li ha spenti, per sempre: non torneranno da nessun posto, mai. Gelastine e Ajesh Binki avrebbero potuto benissimo chiamarsi Aldo e Tonino, ed essere tarantini: con molta probabilità su Palazzo di Città avremmo trovato le loro di facce, come oggi troviamo quelle di Latorre e Girone, di altri uomini, insomma, che per campare, per passione o per mancanza di altre risorse lavorative,  hanno scelto il mare. Per Tonino e Aldo ci sarebbero state le stesse fiaccolate, aperte però dalle vedove e chiuse dai colleghi del molo. Le stesse ufficiali facce a rivendicare giustizia, a voce più o meno alta. Qualche audace tarantino chiederebbe, magari, di chiudere gli assassini in carcere e di gettare la chiave; Rai e Mediaset avrebbero materiale fresco per modellare nuovi “mostri” su cui far scagliare le strampalate opinioni del miglior salottismo televisivo. Baldacconi su Studio100 registrerebbe i migliori fra i suoi interminabili editoriali e Petracalvina prenderebbe finalmente – per lei – la cittadinanza tarantina.

Se l’etica viene fatta ridurre ad una questione nazionale, o regionale, di appartenenza ad un gruppo piuttosto che ad un altro, bisognerebbe, al di là dei  rovelli giuridici, ripartire dall’idea e dalla necessità che di giustizia ne esista una sola, dinanzi alle vite (o alla perdita di vite) umane, ed al di là della giurisdizione in cui la si amministri.*

¹ Marò: i parenti delle vittime, Nuova Delhi cospira contro di noi” Giornale di Puglia 20 Aprile 2012

²  “Punish the guilty, says Cardinal Alencherry”

³ “Jailed Italian marines adapting to Kerala-culture” – Oneindia news 1 aprile 2012

* a seguito della lettura di:  Personally, it got my mind out of treaties to face once again the fact that this interesting legal problem involved the loss of lives. Perhaps the decision-making could do with some reflection on this piece of trivia by all parties concerned – the Italian diplomatic personnel, the state government, and the Kerala High Court.Aju John http://mylaw.net/Article/Not_an_Italian_job/

1 comment

  1. Anonymous April 23, 2012 12:56 am 

    Desidero complimentarmi per l’ottima consocenza dello scenario Fucilieri della Marina Militare in India; se desidera maggiore documentazione ho raccolto quasi giornalmente tutti gli articoli internazionali sul gruppo aperto su Facebook: Feluche Militari,
    Ludo M.L.

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