ROCK THIS PARTY! (Ma con poco PARTY e ancora meno ROCK). Le primarie del PD.

di Luca Frosini

In quel bellissimo universo parallelo che è la Sinistra italiana, in quella dimensione di scatti alla risposta e chiamate a carico del destinatario che è in generale la politica del nostro Paese, il Partito Democratico rappresenta qualcosa di simile ad un unicum. Balena da inseguire e ammazzare per molti aspiranti Achab, ultimo porto sicuro di fronte allo sfacelo partitico per altri, il Piddì – da leggere come si scrive – si appresta a vivere, tra poco più di un mese, forse la partita fondamentale della sua liquidissima e ben poco solida storia, lo spauracchio da fighetta americano ma capace parecchie volte di colpire le sue scarse sicurezze: le primarie.

                                                                                   Ma anche no!

Questa volta la competizione mette di fronte soprattutto un terzetto
mica da ridere, al confronto dei quali pure Aldo, Giovanni e Giacomo spariscono mestamente: un trio che corrisponde ai nomi di Bersani, Matteo “il Tizio” Renzi e Nichi “parlo chiaro e per questo valgo” Vendola.

                                          Giacomo (a sinistra) e Aldo (a destra) dopo uno spettacolo.

Il confronto si preannuncia epocale per diversi motivi e ragioni, cadendo innanzitutto in un momento dove la credibilità della nostra classe politica rasenta quella di Justin Bieber ad un concerto metal, cioè meno quaranta – e siamo stati buoni! n.d.r. – dove elezioni da vincere a tutti i costi si avvicinano senza nessuna certezza su chi, dove e come ci si arriverà, e dove, infine, si elegge un futuro candidato Premier di una coalizione che al momento non sussiste, specialmente se si vuole definirla dei “progressisti” o di Centro Sinistra, in un Partito diviso e da tempo incapace di darsi una direzione precisa, all’insegna di un voler piacere a tutto e tutti che, viceversa, ha convinto ben pochi, voglioso di scegliere il capitano della nave quando questa non è nemmeno stata progettata.

 Vendola nell’ultima campagna L’Oreal, perché la sperequazione capitalistica con scappellamento a destra antani del dito mobile, vale.

Insomma un intrigo ben difficile da sbrogliare, tra cambiamenti di formula e accuse alla “viva il parroco” che interessano un po’ tutti i candidati, presi in un confronto che si vuole generazionale ma che invece riguarda questioni ben più prosaiche, come (ahah) l’idea stessa alla base del sogno Democratico: l’incontro/scontro tra Cattolici e Sinistroidi che tanti ideali vittime dal 2007 in poi ha mietuto senza pietà e con molta mostarda (momento simpatia, yeah!).

Una pietanza insipida, corroborata da scelte dolorose come l’appoggio al Governo corrente – idraulico più che tecnico (momento simpatia parte due, altro yeah!) – che deve solo decidere a chi vuole andare in pasto, indecisa tra il cullare ancora ambizioni da grande forza progressista o elevarsi compiutamente a destra, come fanno più o più tutti che tanto va di moda e nessuno se ne accorge, come dimostrato pienamente dal valzer prussiano su alleanze o patti elettorali.

Il confronto pre-primarie atteso da tutti 

A noi, modesti osservatori esterni, resta poco da fare se non accomodarsi in poltrona con due litri di Maalox al posto della frittatona di cipolle, sperando che Filini ci chiami invitandoci ad un film cecoslovacco con sottotitoli in tedesco che sarà quel che sarà ma almeno fa meno danni ed è più comprensibile, in un orizzonte che specialmente a Sinistra si fa sempre più basso ed opprimente, dove le vie di fuga sono strette quanto un buco nero stitico, cioè ben poco.
Insomma, non resta che augurare buon divertimento soprattutto a quelli che ne rimarranno vivi alla fine.

La corrazzata Potemkim è un figata pazzesca! (Ugo Fantozzi, iscritto PD).

1 comment

  1. mafalda quino October 15, 2012 11:34 pm 

    Ironico e amaro al puto giusto, come un buon cocktail da party

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