Lega – Pdl – Udc: NO all’aggravante sull’omofobia. L’omofobia è una malattia: curiamoli!

 di Fabiana Manigrasso

Il 7 novembre scorso mentre l’America si apprestava a regalare una seconda vittoria al Presidente Barack Obama, la Francia, la Spagna, e molti stati Americani – come Washington, Maryland e Maine – approvavano finalmente le unioni omosessuali.

Sempre in America, nello stato del Wisconsin veniva eletta Tammy Baldwin, la prima senatrice lesbica dichiarata.

Un 7 novembre all’insegna della democrazia e della libertà; ma nella nostra Italia accadeva qualcosa di molto diverso. Pdl, Lega e Udc, il solito trio “progressista” impedisce per l’ennesima volta l’introduzione di una legge, o meglio, un’aggravante contro l’omofobia.

Non è la prima volta che l’idea di una legge che tuteli categorie come gay, lesbiche e trans venga rimandata al mittente, giustificando il rifiuto con un “non è costituzionale”.

E come intercalava spesso un noto presentatore, la domanda sorge spontanea: cosa è costituzionale in Italia?

Anche la Lega, partito che ha rifiutato questa legge non è costituzionale.

Dare finanziamenti pubblici ad un centro sociale fascista (qualcuno ricorda ancora il reato di apologia?) come Casapound non è costituzionale!

Aver avuto un Presidente del Consiglio che aveva rapporti sessuali con minorenni spacciandole per nipoti di Presidenti egiziani, in difficoltà, è incostituzionale.

Umiliare, picchiare e offendere un essere umano solo perché ama o è attratto da persone del suo stesso sesso è incostituzionale!

Proprio per la mancanza di una cultura, e di leggi, che rispettino e tutelino le diversità, qualche giorno fa a Firenze è successo l’ennesimo caso di violenza. Due ragazzi, sono stati insultati, umiliati e aggrediti da un gruppetto: naso fratturato per uno, zigomo e decine di ematomi per l’altro. Il perché? Semplicemente perché gay. Questa vi sembra una cosa costituzionale?

Vogliamo ricordare, il regalino che alcuni membri di Forza Nuova hanno lasciato lo scorso 26ottobre al Cassero, storica sede del movimento lgtb bolognese? Un grosso striscione con lettere a caratteri cubitali:

 

E tutte le frasi shock che politici o personaggi dello spettacolo hanno esternato nel corso degli anni contro gli omosessuali e le lesbiche? Se solo raccogliessimo quelle di Giovanardi, poi, potremmo creare la nuova “Bibbia omofoba”: proprio qualche mese fa paragonò il bacio tra due ragazze, disgustoso come uno che urina per strada.

Perfino a Sanremo, qualche anno fa, un certo Povia tentava di lanciare messaggi subliminali, raccontando la storia di un certo Luca “guarito” dall’omosessualità, come se quest’ultima fosse un tunnel caratterizzato da eccessi, perversioni, droghe e vita sregolata.

Per non parlare di tutti i soprusi che nella storia hanno subito, chiusi nei campi di concentramento, legati nei manicomi e trattati con elettroshock e ricordiamo anche gli “stupri correttivi” a cui le lesbiche vengono tutt’ora sottoposte in diverse zone del mondo, per “redimerle”.

Tutt’ora in Italia, la parola lesbica è un tabù, infatti preferiscono sostituirla con la parola gay. Donna gay.

E’ come se le lesbiche fossero dei personaggi mitologici, unicorni con le ali dorate o semplicemente, secondo molti le lesbiche non esistono, lo fanno solo per compiacere qualcuno o per perversione, tipica immagine da film porno di cui molti italiani sono assuefatti.

I gay invece vengono rappresentati come clown, saltimbanchi urlanti e schiocchi che vogliono imitare e scimmiottare le donne.

Quando daremo dignità a questi esseri umani? È bene precisarlo, perché pare di comprendere che troppi dimentichino che siano esseri umani stanchi e stufi di essere additati, ridicolizzati, violentati, osservati e analizzati come cavie da laboratorio.

Quando capiremo che fino a quando loro non saranno liberi di vivere, di scegliere e di amare non lo saremo nemmeno noi?

Una legge che assicuri rispetto per loro e aggravanti per chi li/le violenta verbalmente o fisicamente è obbligatoria, ed è indice di civiltà in un paese che si considera tale, ma che in realtà non lo è affatto.


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