Padri con i mocassini sotto la tuta

di Cosimo Spada

Qualche anno fa insieme a dei miei amici avevamo messo su un programma radio. Si chiamava Radioattivi. Metto da parte tutti i convenevoli e le romanticherie sul programma e vengo al sodo. Io facevo finta di essere l’esperto di musica nel programma, e intervistavo le band che venivano in studio e mandavo in onda pezzi che conoscevo solo io, come vedete non è cambiato nulla rispetto ad ora con Siderlandia.
Un nostro amico che aveva un’etichetta ci propose di intervistare una band italo francese che si chiamava Enfance Rouge (infanzia rossa) e che avrebbe suonato qualche sera dopo a Taranto. Non fu la spocchia ma la mia eterna pigrizia a far si che il pomeriggio prima dell’intervista lo passassi a leggere fumetti ed ascoltare altra musica; ascoltai giusto qualcosa della loro musica e lessi qualche riga su di loro. Ad onor del vero però le informazioni su di loro in giro erano davvero poche. Pensai però che con un po’ di ironia, e il mio sorriso da mascalzone meridionale (che tante volte mi ha salvato e che così bene conoscono le fans di questa rubrica) ne sarei uscito bene. Non andò così.
Ad ogni mia domanda loro rispondevano con un “no, non è vero” oppure con un se erano d’accordo con un “sì”. Come prima domanda avevo chiesto qualcosa sulla contaminazione dei loro suoni con sonorità etniche o qualcosa del genere. Loro, guardandomi come un grillino guarda un qualsiasi Bersani in cerca di una coalizione, mi dissero che la parola “contaminazione” era buona solo per le copilation di word music da quattro soldi. Insomma fu un disastro totale.
Quante cazzate snob, la parola contaminazione ha senso proprio nella musica. Realtà agli antipodi che si incontrano e che comunque riescono ad avere una loro coerenza, come se domani mattina tutti trovassero tremendamente di moda i vostri papà con i mocassini sotto la tuta.
Non la pensate come me? Beh poco male, dopo avervi sottoposto ad una serie di torture inimmaginabili vi farei ascoltare Odelay di Beck e poi vediamo se la pensate diversamente da me.
Il buon Beck Hansen può secondo me essere considerato uno degli artisti più rappresentativi degli anni 90 proprio grazie a quell’album.
Beck si era fatto conoscere al grande pubblico già col primo disco Mellow Gold, e sopratutto al singolo Loser, dove cantava “sono un perdente baby, perché non mi uccidi?”; ma ciò che colpì tutti fu la strana commistione di chitarre blues e rap di quel pezzo. Per questo credo che Beck sia uno degli artisti più rappresentativi degli anni 90, perché se da una parte non si è inventato quasi nulla, in quegli anni si è abbattuta la distinzione tra i generi, cercando nuove forme di espressione musicale a partire proprio dalla contaminazione tra i generi.
Beck in questo è stato tra i più convincenti. In Odelay si affidò ai Dust Brother, una coppia di produttori hip hop che tra le altre cose avevano prodotto anche Paul’s Boutique dei Beastie Boys, un capolavoro. Con loro Beck non si pone alcun limite e qualsiasi cosa gli passi per la testa la mette su disco e suona credibile, proprio come una qualsiasi affermazione di Berlusconi. Ascoltate Devil’s Haircut e provate a definirla per esempio. C’è di tutto dal reef di chitarra garage che ricorda molto “I Can Only Give You Everything” se non sbaglio dei Them, alle ritmiche hip hop fino a urle e feedback sul finale. Oppure ascoltatre l’intro di chitarra slide di Hotwax e ditemi se non rimanete sorpresi quando lo siascolta fare rap per poi essere portati in territori sonori dominati dall’elettronica , salvo poi ritagliarsi dei piccoli spazi di organo Hammon che richiamano certi pezzi soul degli anni 60. Proprio il richiamo è il gioco preferito di Beck in questo album. Ascoltandolo si finisce a giocare con se stessi cercando di individuare tutti i rimandi della sua musica. Questa è una cosa profondamente anni 90! Come non farlo ad esempio sulla scatenata New Pollution, un pezzo pop anni 60 che però ha in se anche un sax visionario, che sembra proprio quello della colonna sonora di Blade Runner, che si scontra con un assolo di organo soul. La grande capacità di Beck sta tutta nel riuscire a mettere insieme tutte queste influenze e a farne uscire qualcosa di convincente e coerente.

P.S.
Non si augura mai il male a nessuno, lo so, ma spero che almeno L’IMU per gli Enfance Rouge sia stata davvero salata.
Mentre scrivevo questo pezzo ascoltavo
MC5, Kick Out The Jam!, 1969

7 Comments

  1. tom verlaine March 4, 2013 9:41 pm 

    per carità, è bello fare della sana ironia. però la musica è una roba seria. quindi, quando si passa all’analisi di un disco seminale come Odelay forse, dico forse, bisognerebbe conoscere almeno i fondamentali. senza rancore, ma leggere “reef” al posto di “rif” o “I Can Only Give You Everything” se non sbaglio dei Them” son cose che danno un po’ fastidio. senza rancore.

    un vecchiarello.

    • Unafandelmascalzonemeridionale March 5, 2013 5:47 pm 

      Magari riff con due effe se proprio dobbiamo impugnare la penna rossa…

      • Mimmo Spada March 6, 2013 8:23 pm 

        Ciao Unafandelmascalzonemeridionale, sapevo che il mio fascino giovaniele ed un pò perverso avrebbe colpito

    • Mimmo Spada March 6, 2013 8:22 pm 

      ciao Tom Verlaine, innanziutto è un onore che il leader dei Television mi scrivi (Marquee Moon è un album fighissimo!!!), che posso dirti: scrivo di fretta e rischio ad ogni articolo di prendere il treno per la Siberia gentilmente offertomi da Andrea Cazzato. Con l’inglese a volte sono un pò zoppiacante e stavolta ci sono caduto, ma essendo noi uomini imperfetti prendo nota e la prossima volta ci starò più attento. Detto questo voglio riflettere su due cose che dici e spiegare una cosa su questa rubrica. Non sono d’accordo quando dici che la musica è una cosa seria” io la vedo in maniera diamentralmente opposta (come per tutto nella vita mi affido alla filosofia del film “Amici Miei”) ma qui entriamo nel campo dei punti di vista e io non farei mai una guerra ideologica, la vediamo in maniera diversa e ci tenevo solo a dirtelo amen. Per quanto riguarda l’aggettivo “seminale” anche qui non mi trovi d’accordo. Secondo me è un aggettivo abbastanza abusato; Odelay è un grande album, lo è assolutamente, ma non vedo i frutti di questa “semina” mi spiego meglio: se Odelay è il seme, dove sono gli artisti nati da quel seme? Odelay è un grande album per il modo in cui riesce a far convivere influenze diverse, ok, ma questa è la grande lezione del rap di vecchia scuola! Per me un album seminale è King of Rock dei Run-DMC, oltre al loro omonimo, oppure i Public Enemy di “It Takes a Nation of Millions to Hold Us Back” perché quando ascolto artisti contemporanei vado subito con la mente a questi album. Seguendo questo ragionamento anche uno come Jimi Hendrix non può essere definito seminale, ma lì è ovvio il perché: lui è un dio e lo capiremo e copieremo solo tra 100 anni. Un ultimo appunto. Perle ai Porci è una rubrica scritta da me che sono solo un fan della musica niente altro, per via di questa mia condizione quando scrivo evito sempre qualsiasi fine didascalico, quando scrivo una frase come “I Can Only Give You Everything” se non sbaglio dei Them” è proprio peché non voglio atteggiarmi a super esperto, io ho sempre conosciuto questa canzone nella versione degli MC5 contenuta nella compilation “Breakout” ed ho sempre pensato che fosse loro, mentre scrivevo questo pezzo ho scoperto che il pezzo era dei Them, ma ho preferito scrivere in quella maniera perché volevo essere estremamente sincero nello scrivere e non darmi una veste “professionale”. Ti ringrazio per il tuo commento, anche le critiche fanno bene. :D

  2. Anonymous March 4, 2013 9:53 pm 

    E poi, sarebbe giusto il caso di farti notare che non ci fai una bellissima figura a raccontare il modo in cui Cambouzat e soci ti hanno trattato in quell’intervista. Immagina quanto deve essere stato frustrante per loro, che fanno musica da anni, sentirsi intervistati da uno che non s’è manco preso la briga di ascoltare un loro disco. E la racconti pure ‘sta cosa?

    • Mimmo Spada March 6, 2013 8:34 pm 

      Ciao Anonimo, io infatti non volevo fare alcuna bella figura, ho anche raccontato che parte della mia impreparazione era dovuta alla mia pigrizia. Ho raccontato questa storia perché non ero d’accordo con loro sulla valenza negativa che davano al termine “contaminazione”, ma allo stesso tempo ho voluto essere estremamente onesto su come andarono le cose. Voglio aggiungere però che Cambouzat però fu un pò stronzetto e snob, visto che anche alle domande fondate che gli proposi rispose con sufficenza. Comunque sul piano oggettivo è una band di grande spessore che sa maneggiare materiali e lingue differenti in maniera egregia, ma sul piano personale non mi piacciono. Cose che succedono. Ciao anonimo!

  3. Mimmo Spada March 6, 2013 8:38 pm 

    per Tom Verlaine al primo rigo ho scritto “mi scrivi” ma ovviamente volevo scrivere “mi scriva” ma sono a lavoro e ho scritto di fretta, perdonami!!!!

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